"La Pigotta che vorrei" - racconto di Rosario Fiorello

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16/11/2009

Storie di Pigotta
 
Rosario Fiorello
Rosario Fiorello

"La Pigotta che vorrei" - racconto di Rosario Fiorello

La Pigotta che vorrei si alza presto la mattina per preparare la tazza del latte e i biscotti fatti a mano. Apparecchia la tavola per una colazione fatta d'amore e complicità.
 
È la Pigotta a soffiare dolcemente sul latte ancora caldo, ed è lei che gira e rigira il cucchiaino nella tazza fino a quando tutto lo zucchero non si scioglierà.
 
La Pigotta che vorrei lo accompagna a scuola, carezzandogli dolcemente il colletto ancora stropicciato. Quel piccolo lembo di stoffa tenerissima che sbuca da un cappotto troppo vecchio per un bambino meraviglioso come lui...
 
La Pigotta che vorrei gli tiene la mano in silenzio, mentre la maestra scrive i numeri sulla lavagna... e senza che nessuno se ne accorga la Pigotta stringe la sua mano ancora più forte... quando gli spari nemici fanno tremare le sue piccole gambe, sotto un banco oramai fatiscente.
 
La Pigotta che vorrei riporta quel bambino a casa. Una strada piena di buche, di sassi sparpagliati, di polvere stanca... Adesso quel bambino lo sa che 6 più 6 fa sempre 12, ma non trova l'amore di Dio nello sguardo della gente che gli nega un po' d'amore.
 
La Pigotta che vorrei gli prepara la merenda. Ancora la sua mano gli offrirà quel pane caldo che lo riempirà d'amore e sazietà. Lui ha fame, ma non è detto che tutti i giorni mangerà, e la Pigotta lo sa...

 
 
La pigotta "Angelica"
La pigotta "Angelica" - ©Marcello Arfini

La Pigotta che vorrei apre un libro di favole e gli racconta il mondo che lo scalderà. Parole delicate, per un sogno mai sognato. Il potere di un buon libro in ogni posto del mondo ha un significato...Anche per lui Pinocchio è scivolato dentro una balena, ma non avrà mai il tempo per pensare se quella storia è una storia vera...

La Pigotta che vorrei non ha mai paura. Guarda fuori dalla finestra, vede il fumo, la polvere del mondo che si fa la guerra, e sente i bombardamenti, ma non dimentica che il suo bambino potrebbe aver paura. Così d'un tratto chiude gli scuri della finestra per continuare nella lettura. Al suo bambino risparmia quella tortura...
 
La Pigotta che vorrei ha sempre una minestra calda per lui, e un pezzo di pane. Tutto il giorno ha cercato di mettere da parte un piccolo tesoro, per un bimbo sfortunato. La Pigotta non l'ha mai abbandonato. Buona notte, bambino lontano. Il mio amore ti terrà la mano.

"Ho scritto a un bambino che ho visto in TV, ho scritto a un bambino che ho guardato addolorato sui giornali, o di cui mi hanno parlato persone generose che fanno parte di Associazioni di volontariato in tutto il mondo.
 
Ho scritto a un bambino che non ha, ma che potrebbe avere tutto quel-lo che gli tocca come diritto. Il diritto alla vita. Nessuno è in grado di spiegare il suo dolore, di dargli la giusta dignità, perché solo lui sa cos'è.
 
Forse, però, possiamo colmare qualche voragine profonda che il mondo gli ha creato, è per questo che gli ho mandato la Pigotta che ho immaginato".
 
(Rosario Fiorello)

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16/11/2009

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