La storia di Anwar e l’importanza dell’accesso alle informazioni
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Anwar* ha 23 anni, viene dall’Egitto ed è arrivato in Italia nel 2022. Ricorda ancora con lucidità i primi giorni a Lampedusa, le difficoltà, la paura. “Quando arrivi non sai nulla. Hai bisogno di qualcuno che ti dica dove andare, cosa fare. Ma nessuno te lo spiega davvero.”
Appena arrivato, Anwar ha affrontato tutto da solo. “Sono andato in questura da solo. La prima volta ho dormito fuori per paura di perdere il posto. Nessuno mi aiutava. Avevo solo una cosa in testa: trovare un modo per aiutare la mia famiglia.”
La solitudine è stata forse la sfida più dura. “All’inizio non avevo nessuno. Gli amici li ho trovati dopo. Nei primi tempi ti senti perso. Cercavo solo qualcuno che mi aiutasse davvero.”
È in quel periodo che Anwar sente parlare per la prima volta di Here4U, il servizio gratuito di supporto burocratico e legale promosso da UNICEF attraverso la piattaforma U-Report On The Move, pensato per giovani migranti e rifugiati. “Avevo provato di tutto, e non riuscivo a ottenere i documenti. Così ho provato con Here4U. Ho scritto in arabo -che per me è stato fondamentale - e ho capito subito che c’erano persone vere, che parlavano la mia lingua e che volevano aiutarmi sul serio.”
Un aiuto tra procedure complesse
Anwar ha dovuto superare la sua diffidenza iniziale. “Quando mi hanno risposto, ho detto: ‘Non mi fidavo, perché in giro si sentono tante brutte storie. Ma questa era una cosa seria. Non mi hanno mai chiesto soldi. Era gratuita. E soprattutto – era utile.”
Dall’altra parte del telefono c’era Alba. Con il suo aiuto Anwar riesce a orientarsi tra procedure complesse, richieste da presentare, tempistiche da rispettare. “Grazie a lei ho capito cosa dovessi fare. E quando ho ottenuto i documenti, le ho scritto subito. Volevo dirle grazie. Era la prima volta da quando ero arrivato in Italia che sentivo davvero qualcuno vicino.”
Con i documenti in regola, la vita di Anwar cambia passo. Inizia a lavorare come lavapiatti in un ristorante del centro di Roma. Lo chef lo prende sotto la sua ala, gli insegna a cucinare, a muoversi in cucina. Oggi è aiuto cuoco, e ne va fiero. “Mi piace cucinare piatti italiani: la pasta con le vongole, le fritture… Ma soprattutto mi piace quando i clienti sono contenti. Lavorare bene mi dà pace.”
Il sogno di un futuro stabile
Anche suo fratello è arrivato da poco in Italia. È minorenne, vive in una casa-famiglia, ma i due si vedono spesso. “A lui piace tanto studiare, ha tanti amici. Quando riusciamo a passare i weekend insieme è la cosa più bella. E anche i miei amici qui sono diventati la mia seconda famiglia.”
Oggi Anwar sogna un futuro stabile. Una casa tutta sua. E magari, un giorno, riabbracciare anche sua mamma e suo papà.
Ma soprattutto, Anwar ha capito che le informazioni che ha ricevuto vanno condivise.
“Ho passato tutto questo da solo. E quindi adesso è mio dovere aiutare chi sta nella situazione in cui stavo io. Devo dare le informazioni che ho io, condividerle. Sennò ognuno pensa per sé e basta. E invece non dovrebbe così.”
*Anwar è un nome di fantasia utilizzato per mantenere l’anonimato della persona