Un salvavita al polso: la storia di Lauren e Ruth

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27/05/2019

28 maggio 2019 - Siamo nell'ospedale Mendi General a Port Moresby, capitale della Papua Nuova Guinea. Lauren, nata da poche ore, riposa abbracciata a mamma Ruth. 

Oltre a essere una bambina dolcissima, Lauren è una neonata sottopeso – uno dei 20,5 milioni di bambini che ogni anno vengono al mondo con un peso inferiore ai 2,5 kg. 

Nascere sottopeso non è semplicemente una questione di taglia o di estetica. Come sottolinea lo studio “Low Birth-weight Estimates 2019, realizzato dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine, dell’UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). I bambini che nascono sottopeso corrono un rischio maggiore di soffrire di ritardi nella crescita e di sviluppare disfunzioni croniche come il diabetemalattie cardiovascolari.

Anche se nel 75% dei casi si registrano in Asia meridionale e in Africa Sub-sahariana, le nascite sottopeso rappresentano un problema sanitario globale, tuttora diffuso sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli ad alto reddito. E se in questi ultimi la sopravvivenza è quasi sempre assicurata (in Italia i tassi di mortalità neonatale sono nell'ordine di 4 decessi ogni 1.000 nati vivi), nei paesi più poveri i neonati sottopeso corrono concreti rischi di morire entro le prime ore o giorni dalla nascita.

Uno delle complicazioni più pericolose per i bambini nati sottopeso e prematuri è l’ipotermia, condizione che si manifesta quando nel bambino la perdita di calore è superiore alla produzione dello stesso. Se la temperatura corporea scende al di sotto dei 35° C il neonato, la cui capacità di termoregolazione è ancora imperfetta, corre un serio rischio.

Per contrastare questo pericolo l’UNICEF ha ideato un innovativo dispositivo di allarme per l’ipotermia, chiamato nella lingua locale Bebi Kol Kilok - secondo un'indagine sanitaria del 2017 da quanto è stato introdotto nella regione ha consentito di ridurre i decessi neonatali dovuti a ipotermia di circa l'11,4 %Quando lo strumento legato al polso del neonato registra un calo di temperatura al di sotto dei livelli di sicurezza, invia un segnale luminoso per allertare la mamma e il personale sanitario. 

In questo modo Ruth può praticare la tecnica della “mamma canguro”, stringendo a sé la piccola Lauren per fare rialzare la sua temperatura corporea. Cullata con amore e riscaldata dal corpo della mamma, Lauren dorme serena. L’avventura appena iniziata della sua vita può continuare.

 

27/05/2019

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