Così la guerra uccide le scuole di Aleppo
5 minuti di lettura
In tutta Aleppo l'UNICEF ha installato 130 aule prefabbricate per fronteggiare i crescenti bisogni della popolazione infantile sfollata.
«La scuola ha offerto loro l'opportunità di rivivere momenti della loro infanzia perduta. La passione per lo studio di queste ragazzine è commovente. Nonostante le privazioni che hanno vissuto insieme alle loro famiglie, non hanno mai abbandonato il sogno di ricevere un'istruzione adeguata.»
Il 31 luglio scorso, colpi di mortaio e bombardamenti piovvero sul quartiere e le famiglie sfollate del "1070" dovettero rapidamente spostarsi in luoghi più sicuri
Ecco come il preside della scuola ricorda quella giornata. «Erano le 11 e le bambine erano in aula. Abbiamo sentito esplosioni sempre più vicine e abbiamo immediatamente rimandato le alunne a casa. Ormai abbiamo una certa abitudine, purtroppo, a questo genere di cose, ed eravamo sicuri che avremmo riaperto i battenti il giorno seguente. Invece non siamo più tornati.»
Da quel giorno, 35.000 abitanti del "1070" sono rimasti nuovamente senza tetto, ospiti di centri di accoglienza, accampati sulle aiuole o nelle moschee, i più fortunati ospiti di parenti e amici. Soltanto il 9 agosto, in una pausa dei combattimenti, il preside ha potuto rimettere piede nella scuola, per qualche minuto.
«C'erano vetri dappertutto. Porte e finestre sfondate dagli spostamenti d'aria, libri e oggetti sparsi sui pavimenti insieme a frammenti di granate, fori di artiglieria sui muri. Una delle aule era praticamente ridotta in cenere.»
Quando iniziarono i bombardamenti, a scuola si stavano svolgendo i corsi di recupero per permettere alle alunne di recuperare anni di istruzione perduti a causa del conflitto. Inoltre erano in corso iniziative di sostegno psicologico per aiutare le alunne a gestire i traumi derivanti dalle tragiche esperienze subite. Adesso tutto è bloccato, a tempo indefinito.
«Questa scuola è come una casa, per me» ci dice il preside. «L'ho diretta sin dalla sua inaugurazione, nel 2013. Adesso dovremo ricostruirla da capo, mattone dopo mattone.»
Storie analoghe potrebbero essere raccontate per molte altre scuole qui ad Aleppo. Dal 31 luglio a oggi, nella sola Aleppo ovest, 12 scuole sono state lesionate da bombardamenti e sparatorie e altre 8 occupate da combattenti.
A settembre inizia anche in Siria un nuovo anno scolastico. L'UNICEF è l'organizzazione incaricata di aiutare 2,1 milioni di bambini e bambine siriani a ritrovare nelle prossime settimane un banco e un'aula pronti ad accoglierli. Anche se per chi vive in pace la cosa non è scontata, mai come nelle emergenze umanitarie la scuola diventa preziosa per i bambini (visita il sito della nostra campagna "Emergency Lessons" per saperne di più).
Realizzare questa impresa ad Aleppo richiederà soluzioni alternative e inusuali, come le scuole in tenda e i programmi di "studio a casa" (self-learning programmes).
A guidare questo nuovo sforzo è la consapevolezza dell'importanza assoluta di garantire l'istruzione a questi bambini. Perché, come diceva Ahlam, l'ideatrice del "muro della speranza": «Io e le mie amiche sappiamo bene che senza andare a scuola per noi bambine non ci sarà futuro».
Scarica: