"Carovana dei migranti", migliaia di bambini in viaggio attraverso il Messico
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31 gennaio 2019 – Dal 17 gennaio a oggi oltre 12.000 persone, fra cui 3.000 bambini, hanno attraversato il valico di frontiera di Tecun Uman, in Guatemala, raggiungendo la vicina città di Tapachula, in Messico.
Questi bambini hanno un fondamentale bisogno di protezione, in particolare quelli che hanno intrapreso questo viaggio senza adulti a seguito.
«Il Governo e la popolazione messicana si sono dimostrati quanto mai accoglienti nei confronti delle migliaia di famiglie con bambini che attraversano il confine ogni giorno» afferma Paloma Escudero, Responsabile della Comunicazione dell’UNICEF, al termine di una missione di due giorni a Tapachula.
«Sia che questi bambini rimangano in Messico sia che procedano verso nord, è fondamentale che rimangano uniti alle loro famiglie, che non siano collocati in centri di detenzione e che il loro superiore interesse venga protetto durante tutto il viaggio.»
Secondo le statistiche del Governo messicano, nel 2018 oltre 30.000 bambini provenienti da Honduras, Guatemala ed El Salvador sono stati trattenuti temporaneamente in centri di detenzione.
Sebbene il Messico stia attuando misure più efficaci per salvaguardare i diritti dei bambini in transito o che chiedono asilo nel paese, restano molti problemi.
Nel centro per l’immigrazione di Tapachula, che ospita un migliaio tra uomini, donne e bambini, Pamela Escudero ha avuto modo di parlare con madri e giovani donne trattenute nel centro mentre venivano esaminate le loro richieste d’asilo o gli ordini di espulsione.
«Anche se le persone che si trovano nel centro hanno accesso a cibo, cure mediche e persino alcuni servizi ricreativi, le condizioni sono inadeguate» riferisce la rappresentante dell'UNICEF.
«Ho visto mamme con bambini piccoli dormire sul pavimento, nei corridoi. Molte di loro mi hanno detto che erano all'oscuro di cosa sarebbe successo e quando sarebbe stato loro permesso di andare via.»
Il nuovo governo messicano [le elezioni presidenziali si sono svolte nel luglio scorso] si è ufficialmente impegnato a porre fine alla detenzione di tutti i minorenni migranti e sta lavorando per applicare questa nuova linea politica.
L’UNICEF e altre organizzazioni stanno sostenendo questi sforzi, aiutando a sviluppare misure alternative alla detenzione.
«Molti di questi bambini e giovani stanno passando dal trauma della violenza e della povertà che avevano in patria al nuovo trauma dello sfollamento e dell'insicurezza ora che sono in viaggio» sottolinea la Escudero.
«La speranza di un futuro migliore e più sicuro, che li spinge ad andare avanti, sta diventando sempre più remota.»
In Messico, l’UNICEF continua a cooperare con il Governo e con le organizzazioni partner per assicurare che i bambini migranti ricevano tutto l'aiuto di cui hanno bisogno e che i loro diritti siano rispettati.
Con i suoi team presenti a Tapachula, l’UNICEF sta offrendo assistenza ai minorenni che arrivano all'Ufficio per l'Immigrazione di Ciudad Hidalgo, fornendo loro informazioni sulle opzioni relative al loro status migratorio.
Stiamo inoltre fornendo assistenza tecnica all'Agenzia per il Welfare del Messico e alle Autorità per la Protezione dell’infanzia per assicurare che i casi dei minorenni non accompagnati siano esaminati adeguatamente e ricevano appropriata assistenza.
L’UNICEF sta sensibilizzando i partner governativi per estendere ai bambini migranti i benefici dei programmi per l'infanzia già realizzati con successo in Messico, per fare sì che l'interesse di questi bambini prevalga su qualsiasi altra considerazione..
«Stiamo collaborando con il governo per identificare e attuare tutte le soluzioni alternative, inclusi i visti per motivi umanitari, i rifugi aperti e i centri diurni, che possano tenere le famiglie e i bambini al sicuro mentre le loro richieste vengono esaminate» conclude la Escudero.
«Speriamo di vedere un numero sempre maggiore di iniziative come questa lungo la rotta migratoria che attraversa il Messico. Dopotutto, bisogna ricordare che la migrazione non è un crimine e non deve essere gestita come se lo fosse.»