Minori migranti e rifugiati, le proposte UNICEF per riformare le regole di Dublino

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04/05/2016

5 maggio 2016 – Mentre l’Unione Europea si prepara a discutere le regole che disciplinano le richieste delle persone in cerca di protezione in Europa, l’UNICEF chiede di dare massima priorità agli interessi e ai diritti dei minori coinvolti.

Nei prossimi giorni, i 28 Stati membri dell'UE e il Parlamento Europeo inizieranno a esaminare una bozza di proposta, redatta dalla Commissione Europea, per riformare il cosiddetto Regolamento di Dublino. Le nuove norme determineranno quale Stato è responsabile di esaminare una richiesta di protezione internazionale che sia stata presentata in uno qualsiasi degli Stati UE.

Il dibattito prosegue, in un momento in cui la crisi di rifugiati e migranti ha sottoposto a grande pressione l'attuale sistema di asilo dell’Europa e ha lasciato in sospeso il destino degli oltre 400.000 bambini che hanno richiesto asilo in Europa tra gennaio e novembre 2015.

«Questa discussione rappresenta un’opportunità per rafforzare le salvaguardie vitali cui hanno diritto, secondo il diritto internazionale, i bambini che cercano asilo in Europa» dichiara Noala Skinner, Direttore dell’Ufficio UNICEF di Bruxelles. «Bisogna dare priorità alla protezione dei bambini, affinché il sistema comune di asilo dell’Europa sia umano, giusto e efficiente.»

Le proposte dell'UNICEF all'UE

Prendere decisioni tempestive per contrastare l’esposizione dei bambini a rischi: stando all'attuale Regolamento di Dublino, tra l’arrivo di un bambino e il suo trasferimento in uno Stato che prenderà in esame la sua richiesta possono trascorrere fino a 11 mesi. Un processo così lento può ostacolare la riunificazione familiare ed esporre i bambini a diversi pericoli. L’UNICEF raccomanda un tempo massimo di 3 mesi.

Condividere rapidamente le informazioni: gli Stati dovrebbero assicurare a ogni minorenne – che sia accompagnato o meno da un membro della famiglia – di ricevere tempestivamente (entro 72 ore) informazioni sul diritto a richiedere protezione internazionale e su come poterlo fare.

Armonizzare l’applicazione del principio del “superiore interesse” (uno dei cardini della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenzaper ogni bambino non accompagnato e separato: tutti gli Stati dovrebbero applicare medesimi criteri (benessere e sicurezza dei minori) quando prendono in considerazione il loro futuro. L’ascolto dei bambini dovrebbe essere garantito durante tutto il processo.

Garantire una maggiore disponibilità di risorse e di personale qualificato per assicurare che siano tempestivamente nominati tutori con il compito per proteggere, guidare e sostenere adeguatamente un minorenne non accompagnato o separato.

Utilizzare soluzioni comunitarie alternative alla detenzione: nessun bambino dovrebbe essere detenuto in attesa del trasferimento in un altro Stato, della nomina di un tutore o della ricerca di una sistemazione appropriata. L’UNICEF raccomanda l’utilizzo di sistemazioni non detentive e alternative basate sulle comunità per minori e famiglie con bambini che richiedono la protezione internazionale. 

04/05/2016

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