"Mio padre è morto. Fermate la guerra, è già abbastanza. Siamo solo bambini". Yousef racconta la sua storia, da un letto d'ospedale
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Immaginate di essere perquisiti, lasciati nudi e interrogati per ore. Quando vi dicono che siete al sicuro e potete andarvene, vi allontanate rapidamente per strada, pregando. Ma poi vi sparano addosso. Vostro padre viene ucciso e un proiettile vi penetra nel bacino nudo causando gravi lesioni interne ed esterne che richiederanno un intervento chirurgico di ricostruzione.
Non è un film.
Si tratta della storia di Yousef, 14 anni, ricoverato nell'ospedale da campo di Khan Younis che racconta il calvario che ha dovuto affrontare insieme alla sua famiglia nell'assurda guerra di Gaza.
"Ci hanno preso e ci hanno messo in una buca. Pensavamo che ci avrebbero seppellito" racconta il bambino.
Negli ultimi sei mesi l'orrore della guerra si è abbattuto su migliaia di famiglie palestinesi: uno sconcertante numero di bambini è stato ferito da intensi e spesso indiscriminati attacchi, le loro vite sono cambiate per sempre. Parliamo di oltre 12.000 bambini – quasi 70 al giorno – feriti dall’inizio del conflitto ed è quasi certamente una sottostima.
Questi bambini sono diventati i volti della guerra in corso. Dalle devastanti ferite riportate negli attacchi aerei, al trauma di essere stati coinvolti in scontri violenti, le loro storie compongono un quadro straziante delle conseguenze umane del conflitto.
L'UNICEF chiede un cessate il fuoco immediato e duraturo e l'evacuazione per i casi medici urgenti. Non possiamo permettere che altri bambini vengano uccisi, mutilati e lasciati senza nessuno che si prenda cura di loro. Cessate il fuoco, adesso.