Allarme morbillo nei paesi in preda all'epidemia di Ebola

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09/01/2015

9 gennaio 2015 - A seguito dell'incremento di casi di infezione da morbillo, l’UNICEF sta aiutando a riprendere le vaccinazioni contro il morbillo governi e comunità nei paesi colpiti dall'epidemia di Ebola, dove i sistemi sanitari sono sovraccarichi e decine di migliaia di bambini sono ancora vulnerabili a malattie mortali.

«Il morbillo è una delle principali malattia letali dell’infanzia, ma può essere facilmente sventato con un vaccino», ha dichiarato Manuel  Fontaine, Direttore dell’UNICEF per l’Africa Occidentale e Centrale. «Tuttavia, in questi paesi i tassi di vaccinazione sono diminuiti significativamente, mettendo ancora più in pericolo la vita dei bambini.»
 
 

Cala la copertura vaccinale, impennata nei contagi

Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in Guinea, dove all’inizio del 2014 è stata registrata un’epidemia di morbillo - prima ancora che scoppiasse quella di Ebola - il numero di casi di morbillo confermati è quasi quadruplicato, passando dai 59 del 2013 ai 215 del 2014.

In Sierra Leone, i casi di morbillo sono triplicati (da 13 a 39) in mentre in Liberia, paese in cui non erano stati riscontrati casi nel 2013, sono stati confermati quattro casi nella contea di Lofa, una delle aree più duramente colpite dall’Ebola. 
 
L’aumento nei casi di morbillo – malattia altamente contagiosa – avviene in un periodo dell'anno (tra dicembre e marzo) in cui tradizionalmente, in Africa occidentale, si registra il picco stagionale dei contagi 

I tassi di vaccinazione sono in netto calo sia perché I sistemi sanitari pubblici sono totalmente assorbiti dall’emergenza Ebola, sia perché molte persone evitano di recarsi nelle strutture sanitarie per timore di essere contagiate.

In Liberia la copertura vaccinale contro il morbillo è diminuita dal 71% (maggio 2014) al 55% (ottobre 2014): metà delle strutture sanitarie non sono neppure riuscite a fornire dati.
 

Vaccinazioni mirate per evitare assembramenti a rischio Ebola

Mentre per ragioni di sicurezza sono sospese le campagne di vaccinazione di massa (che comportano un potenziale rischio di contagio dal virus Ebola), l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno pianificato con molta cura vaccinazioni di base in singole comunità, con l'obiettivo di ridurre il più rapidamente possibile il numero di bambini non protetti.

In Guinea, ad esempio, l’UNICEF ha organizzato una serie di vaccinazioni - tra fine novembre e inizio dicembre 2014 - in alcune comunità nelle quali non erano stati riscontrati casi di Ebola da 42 giorni (il doppio della durata di una normale quarantena).
 
In Liberia, l’UNICEF, il Ministero locale della Salute, l'OMS e altre organizzazioni partner stanno intensificando le vaccinazioni di routine per i bambini sotto i 5 anni, integrandole con la somministrazione di dosi di vitamina A. Quest’operazione è già stata condotta in 8 contee, è in corso in altre 4 contee ed è in programma in altre 3.
 
I team di vaccinatori contribuiscono anche a contrastare l'epidemia di Ebola. In conformità con i protocolli e con le linee-guida dell'OMS, l’UNICEF associa alla fornitura di vaccini anche la distribuzione di kit protettivi, che includono guanti e termometri a infrarossi.

Gli operatori ricevono formazione specifica su come condurre le vaccinazioni in condizioni di sicurezza e su come condurre iniziative di immunizzazione nelle zone non a rischio (quelle in cui non si registrano casi di Ebola da almeno 42 giorni).
 
 

Lotta a Ebola e vaccinazioni, interventi complementari

Per fermare l'epidemia Ebola e prevenire la morte di moltissimi bambini, occorre interrompere il ciclo di trasmissione del virus e, parallelamente, migliorare i servizi sanitari, a cominciare dalle vaccinazioni.

L’UNICEF sta giocando un ruolo importante nella risposta all’emergenza, promuovendo comportamenti che possono aiutare a fermare il contagio, attraverso i Community Care Centres - piccole strutture decentrate, dove i pazienti possono essere assistiti anche dai familiari, mentre i casi più complessi vengono indirizzati agli ospedali - e con altri aiuti essenziali.

Stiamo inoltre curando la formazione degli operatori sanitari comunitari, prestando sostegno psicologico per i bambini colpiti dall’Ebola e migliorando l’accesso all'acqua potabile e ai sistemi di smaltimento dei rifiuti, interventi fondamentali per prevenire nuovi contagi.

«Il miglior modo per aiutare i bambini è fermare l’Ebola, rafforzando allo stesso tempo i sistemi sanitari» sottolinea ancora il direttore regionale dell'UNICEF Manuel Fontaine «Abbiamo bisogno di ristabilire la fiducia nei confronti del sistema sanitario e offrire alle comunità servizi regolari per i bambini, per garantire loro le vaccinazioni di cui hanno bisogno. Gli operatori sanitari e i vaccinatori impegnati in prima linea hanno bisogno di essere protetti, per poter garantire interventi indispensabili nel contesto di questa emergenza.»

09/01/2015

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