Nel mondo solo la metà dei bambini con l’HIV riceve terapie salvavita. UNAIDS, UNICEF, OMS lanciano una nuova alleanza globale

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02/08/2022

Secondo i dati appena pubblicati nell'UNAIDS Global AIDS Update 2022, a livello globale, solo la metà (il 52%) dei bambini che vivono con l’HIV riceve terapie salvavita, molto indietro rispetto agli adulti, i tre quarti dei quali (ovvero il 76%) ricevono antiretrovirali.

Preoccupati dallo stallo dei progressi rispetto ai bambini e dal crescente divario tra bambini e adulti, UNAIDS, UNICEF, OMS e i loro partner hanno formato un'alleanza globale per garantire che a nessun bambino con HIV vengano negate le cure entro la fine del decennio e per prevenire nuovi contagi infantili da HIV.

La nuova Allenza Globale per Porre fine all’AIDS fra i bambini entro il 2030 è stata annunciata da personalità di spicco alla Conferenza Internazionale sull'AIDS in corso a Montreal, in Canada.

Oltre alle agenzie delle Nazioni Unite, l'alleanza include i movimenti della società civile, tra cui la Global Network of People living with HIV, governi nazionali dei Paesi più colpiti e i partner internazionali, tra cui PEPFAR e il Global Fund. Dodici Paesi hanno aderito all'alleanza nella prima fase: Angola, Camerun, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Kenya, Mozambico, Nigeria, Sudafrica, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe.

Quattro pilastri individuati dall'Alleanza

Le consultazioni dell'Alleanza hanno individuato quattro pilastri per l'azione collettiva: 

  • Colmare il gap terapeutico per le ragazze e le donne in gravidanza e in fase di allattamento che vivono con l'HIV e ottimizzare la continuità del trattamento;
  • Prevenire e individuare nuovi casi di HIV tra le ragazze e le donne adolescenti in gravidanza e in allattamento;
  • Test accessibili, trattamento ottimizzato e assistenza completa per neonati, bambini e adolescenti esposti e colpiti da HIV;
  • Affrontare i diritti, l'uguaglianza di genere e le barriere sociali e strutturali che ostacolano l'accesso ai servizi. 

L'alleanza  sarà impegnata per i prossimi otto anni, fino al 2030, con l'obiettivo di risolvere una delle disparità più evidenti nella risposta all'AIDS. I membri dell'Alleanza sono uniti nella valutazione che la sfida è superabile attraverso la collaborazione.

"L'ampio divario nella copertura terapeutica tra bambini e adulti è scandaloso", ha dichiarato il Direttore esecutivo dell'UNAIDS Winnie Byanyima. "Attraverso questa alleanza, tradurremo questo affronto in azione. Unendo nuovi farmaci perfezionati, un nuovo impegno politico e l'attivismo determinato delle comunità, possiamo essere la generazione che pone fine all'AIDS nei bambini. Possiamo vincere, ma solo insieme".

Awema, una madre mentore per giovani donne sieropositive, parla con Florence, una mamma adolescente, al Maliyela Village a Mulanje Malawi.

"Nonostante i progressi compiuti per ridurre la trasmissione verticale, aumentare i test, le cure e ampliare l'accesso alle informazioni, i bambini di tutto il mondo hanno ancora molte meno probabilità degli adulti di avere accesso ai servizi di prevenzione, assistenza e cura dell'HIV", ha dichiarato il Direttore generale dell'UNICEF Catherine Russell. "Il lancio dell'Alleanza Globale per porre fine all'AIDS nei bambini è un importante passo avanti e l'UNICEF è impegnato a lavorare con tutti i nostri partner per raggiungere un futuro senza AIDS".

"Nessun bambino dovrebbe nascere o crescere con l'HIV, e nessun bambino con l'HIV dovrebbe rimanere senza cure", ha dichiarato Tedros Adhanom Gheberyesus, Direttore generale dell'OMS. “Il fatto che solo la metà dei bambini colpiti da HIV riceva gli antiretrovirali è uno scandalo e una macchia sulla nostra coscienza collettiva. L'Alleanza Globale per porre fine all'AIDS nei bambini è un'opportunità per rinnovare il nostro impegno nei confronti dei bambini e delle loro famiglie, per unirci, per parlare e per agire con determinazione e in solidarietà con tutte le madri, i bambini e gli adolescenti." 

02/08/2022

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