Nika, lo sguardo su Roma e il sogno di un cielo limpido

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09/12/2022

Quando parla del suo passato, il sorriso di Nika è coperto da un velo di malinconia. Come per tante ragazze e ragazzi della stessa età, la sua vita a Charkiv si svolgeva tra le lezioni a scuola, i pomeriggi con gli amici e l’inverno sugli scii. Le piaceva tanto disegnare, passione che continua a coltivare, e viaggiare con i suoi genitori, lo facevano sempre. 

La notte in cui è iniziato il conflitto, Nika aveva pensato fossero dei giochi pirotecnici ad averla fatta saltare sul letto. Invece poco dopo sono arrivati in camera i suoi genitori a dirle che erano iniziati i bombardamenti. E da casa i rumori esterni erano fortissimi, abitava infatti vicino all’aeroporto, una delle zone più colpite.

A 15 anni, una mattina come le altre in cui avrebbe dovuto alzarsi per andare a scuola, la vita di Nika cambia radicalmente, così come quelle di tante ragazze e ragazzi che come lei sono fuggiti dall’Ucraina dopo l’inizio della guerra.

Suo padre resta a combattere, la mamma si preoccupa di portarla al sicuro. Inizialmente si spostano a Dnipro, Nika ricorda bene la strada che percorrevano, che tante volte avevano già attraversato nei viaggi di famiglia, e che stavolta era diversa. Dovevano fare uno slalom con la macchina per evitare le buche sul terreno, una strada che generalmente si percorre in 3 ore, ma che quel giorno ne aveva richieste 7.

Amici di famiglia convincono la mamma di Nika ad andare via, ad andare in Italia

Mamma e figlia partono, ripromettendosi di tornare il prima possibile.

Nika raggiunge a Roma gli amici, e il primo ricordo che ha di Roma è subito positivo. Per lei era scappare da qualcosa, “ma al tempo stesso – racconta – tornare alla vita, tornare alla felicità”.

Nika ha sempre con sé delle foto che le ricordano casa, gli affetti più cari, la sua vita spensierata fatta di feste, amici, colori, viaggi. La guerra purtroppo le ha mostrato un mondo diverso, un mondo che nessun bambino o adolescente dovrebbe mai conoscere. Però l’ha resa più consapevole, più attenta.

Per quanto le piaccia la città, a Roma i suoi scatti raccontano scene ordinarie, la Roma dei senzatetto, degli invisibili, di persone diverse che si affollano nello stesso spazio, ognuna di loro come a voler ricordare che è lì, che è presente. “Chissà, magari anche loro avevano una bella vita e, a causa della guerra o altri motivi, hanno dovuto ricominciare da zero”.

Così Nika esplora la città, cercando gli sguardi di altre persone che probabilmente come lei sono fuggite da qualcosa, sono via dal loro Paese d’origine. “Il mio desiderio più grande è tornare alla mia vita di sempre, forse per questo mi sento vicina a quelle persone che hanno vissuto un cambiamento simile e che sperano di tornare a una qualche normalità e a stare bene di nuovo”.

Nika mostra un’ultima foto: quella di una cattedrale sullo sfondo di un cielo azzurro. “Per me – dice – è la speranza di ritrovare quello stesso cielo limpido quando riuscirò a tornare a casa”.

Il mio desiderio più grande è tornare alla mia vita di sempre, forse per questo mi sento vicina a quelle persone che hanno vissuto un cambiamento simile e che sperano di tornare a una qualche normalità e a stare bene di nuovo.

Nika sulle foto che ritraggono gli invisibili della città

La mostra "Vite in Movimento"

Nika è tra i 16 adolescenti e giovani che hanno partecipato al workshop fotografico organizzato dall’UNICEF in collaborazione con il fotografo Giacomo Pirozzi. Attraverso gli scatti, diventati parte della mostra “Vite in Movimento” ha descritto il suo passato in Ucraina, un presente fatto di cambiamenti veloci e un futuro legato alla speranza di tornare presto alla sua normalità.

09/12/2022

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