Più risorse per gli affidi familiari di minori migranti: a Roma un "Activate Talk" dell'UNICEF
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5 dicembre 2019 - Circa il 94% dei 6.500 minori stranieri non accompagnati attualmente registrati in Italia risiede in grandi centri d’accoglienza, e solo 6 su 100 vivono in una condizione comunitaria.
Secondo un sondaggio lanciato dall'UNICEF sulla piattaforma digitale U-Report on the Move il 59% dei giovani migranti e rifugiati intervistati considera positivamente soluzioni abitative che danno indipendenza, anche se molti dichiarano di avere incontrato ostacoli nel trovarne per via della mancanza di un contratto regolare di lavoro, del rifiuto di affittare a stranieri o della mancanza di una adeguata fonte di reddito.
Quasi 4 su 10 non hanno avuto la possibilità di essere ospitati in famiglia, ma più di metà di essi afferma che avrebbe preferito questa soluzione.
Questo è il tema al centro dell’Activate Talk che avrà luogo oggi pomeriggio presso l'Auditorium UNICEF in via Palestro 68 a Roma: “Le chiavi per sentirsi a casa” ha il focus sulle buone pratiche sperimentate in Italia in merito a soluzioni abitative in semi-autonomia e all'affidamento familiare per minori e neo-maggiorenni migranti e rifugiati, con particolare riferimento ai minori stranieri non accompagnati.
Oltre ai minori attualmente registrati in Italia, altri 5.300 giovani migranti e rifugiati arrivati nel nostro paese soli risultano irreperibili. Molti di loro hanno abbandonato il sistema d’accoglienza per via dei ritardi burocratici, della mancanza di informazioni sui loro diritti legali e delle preoccupazioni sul proprio status giuridico una volta divenuti maggiorenni.
Questi giovani finiscono spesso in strada, tagliati fuori dai sistema di protezione e dai servizi di base.
A., 17 anni, di nazionalità congolese, è arrivato in Italia all’età di 16 anni e si è trovato da solo, a dormire fuori dalla Stazione Termini a Roma. Un’organizzazione umanitaria l’ha individuato e l’ha accolto in un appartamento, condiviso con altri 5 ragazzi che beneficiano del loro aiuto.
«Ero terrorizzato quando dormivo in stazione, non sapevo a chi chiedere aiuto, dove avrei mangiato e come sarei sopravvissuto» racconta A. uno tra i protagonisti dell’Activate Talk di oggi. «Tutto però è cambiato quando mi sono trasferito nell'appartamento. Ho imparato a prendermi cura di me stesso e a vivere insieme agli altri ragazzi. Adesso vado a scuola e studio per diventare uno chef.»
Sono circa 60.000 i giovani migranti e rifugiati che hanno raggiunto l'Italia tra il 2014 e il 2018, e che hanno bisogno di assistenza.
«Le forme di accoglienza familiari e comunitarie hanno mostrato di avere un impatto positivo per ragazze e ragazzi migranti e rifugiati. C’è bisogno di ulteriori investimenti per proteggere i giovani arrivati soli in Italia promuovendo questo tipo di soluzioni» sottolinea Afshan Khan, Direttore UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale nonché Coordinatrice speciale per l'intervento in favore dei migranti e rifugiati in Europa, attualmente in visita a Roma. «Le forme di accoglienza comunitarie e familiari favoriscono l’inclusione sociale, il loro accesso all'istruzione e alla formazione professionale, e sono anche scelte più economiche dell’accoglienza nei centri.»
«Non si tratta solo di rispettare il diritto di ogni bambino e adolescente alle relazioni familiari, così come sancito dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza, ma anche di efficacia dell’intervento, poiché i processi di inclusione ed autonomia avviati da queste forme di accoglienza risultano decisamente più incisivi» commenta Monica Lanzillotto (Servizio Centrale per i SIPROIMI) «La corresponsabilità tra soggetti pubblici e privati, inoltre, è un ulteriore valore aggiunto, poiché genera consapevolezza e cittadinanza attiva.»
Per rispondere ai bisogni dei minori migranti e rifugiati in Europa, l’UNICEF stima necessari circa 27,3 milioni di dollari. La somma include il miglioramento dei servizi di protezione per i giovani migranti e rifugiati in Italia e l’accesso a servizi essenziali quali la salute, istruzione e formazione professionale.