Conferenza sul clima di Madrid COP25, le proposte UNICEF per mitigare l'impatto sui bambini

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08/12/2019

8 dicembre 2019 - In occasione della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici COP25, in corso in questi giorni a Madrid l'UNICEF ricorda che la crisi climatica è anche e soprattutto una crisi che colpisce i bambini:  

Oltre mezzo miliardo di bambini (503 milioni secondo le stime) vivono in zone ad altissimo rischio di inondazioni a causa di eventi meteorologici estremi. 

160 milioni di bambini vivono in zone con alti livelli di siccità ed entro il 2040 un bambino su 4 vivrà in zone di estremo stress idrico

300 milioni di bambini respirano aria tossica - fra loro, 17 milioni di neonati. 
 
 

Cosa fare per contrastare la crisi climatica 

L'UNICEF indica alcune possibili soluzioni per arginare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso e limitarne le conseguenze sull'infanzia. 
 

Inondazioni e innalzamento dei mari

Investimenti nella riduzione del rischio, come i sistemi di allarme rapido, possono aiutare le comunità a rispondere agli eventi metereologici estremi quali cicloni, uragani o tempeste, nonché dell'innalzamento del livello del mare, e a proteggere i bambini in caso di eventi meteorologici estremi.
 

Siccità e stress idrico

Si devono diffondere le tecnologie già esistenti per gestire in modo più efficace efficacemente l'impiego dell'acqua, ma occorrono anche maggiori investimenti per tecniche che aiutino a localizzare, estrarre e gestire l'acqua in modo sostenibile.
 
 

Inquinamento atmosferico

Milioni di bambini vivono in aree in cui i livelli di PM2.5 (polveri sottili) superano di ben 6 volte i limiti internazionali fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Queste condizioni ambientali hanno un effetto negativo sia immediato che a lungo termine sulla salute, sulle funzioni cerebrali e sullo sviluppo.
 
L'aria tossica - causata in gran parte dalle emissioni di carbonio e da altri gas serra - contribuisce ogni anno alla morte di circa 600.000 bambini sotto i 5 anni a causa di polmonite e altri problemi respiratori.
 
Pur conoscendone i pericoli, molti luoghi con alti livelli di inquinamento non dispongono di sistemi di monitoraggio a terra per misurare regolarmente la qualità dell'aria. Solamente il 6% dei bambini africani, ad esempio, vive entro 50 km. da una stazione di monitoraggio.
 
Fonti di energia più pulite e rinnovabili, l'accesso a prezzi accessibili ai trasporti pubblici, più spazi verdi nelle aree urbane e una migliore gestione dei rifiuti che eviti ad esempio la combustione all'aperto di sostanze chimiche nocive possono contribuire a migliorare la salute di milioni di bambini e adulti.
 

Sfollati ambientali

Il numero di bambini sfollati a causa di eventi meteorologici estremi nei Caraibi è aumentato di ben 6 volte negli ultimi cinque anni. Dal 2014 al 2018 ben 761.000 bambini sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per cause connesse ai cambiamenti climatici, rispetto ai 175.000 del quadriennio precedente.
 
Si rendono fondamentali strategie che limitino lo sfollamento forzato e accorcino i tempi di riabilitazione, in modo che le famiglie possano tornare nelle proprie case.
 
 

Crisi climatica e condizione delle bambine

I disastri meteorologici aumentano il rischio che le bambine abbandonino la scuola e siano costrette a matrimoni precoci, traffico di esseri umani, sfruttamento sessuale e abusi.
 
Educare le bambine aumenta la loro consapevolezza della crisi climatica e costruisce la loro capacità di resilienza e di far fronte a questi impatti.
 
 

Clima e infanzia, questione di diritti

In mancanza di investimenti adeguati in soluzioni a beneficio dei bambini più vulnerabili, la crisi climatica minaccia di rallentare i progressi faticosamente ottenuti negli ultimi decenni in tema di diritti dell'infanzia.
 
«Dagli uragani alla siccità, dalle inondazioni agli incendi, le conseguenze della crisi climatica ci riguardano tutti, colpendo prima di tutti i bambini e minacciando la loro salute, istruzione, sicurezza  e sopravvivenza» sintetizza Gautam Narasimhan, esperto UNICEF su cambiamento climatico, energia e ambiente.
 
«I bambini sono attori essenziali per rispondere alla crisi climatica. Abbiamo il dovere nei loro confronti di fare ogni possibile sforzo per trovare soluzioni che possono fare la differenza, come ridurre la vulnerabilità ai disastri, migliorare la gestione delle risorse idriche e garantire che lo sviluppo economico non avvenga a scapito della sostenibilità ambientale.».

08/12/2019

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