Rapporto UNICEF sulle emergenze, un miliardo di aiuti per il 2012
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L’UNICEF presenta oggi il rapporto "Humanitarian Action for Children 2012", facendo appello ai suoi donatori (governi, aziende e individui) per 1,28 miliardi di dollari, indispensabili per assistere bambini e donne in oltre 25 Stati o territori nel mondo.
L’elenco dei Paesi include molte emergenze di lunga data o cosiddette “silenziose”. La crisi alimentare in corso in Somalia e in altri Paesi del Corno d’Africa rappresenta quasi un terzo del totale dei fondi richiesti.
Globalmente, si stima che l’UNICEF dovrà prestare assistenza a 97 milioni di persone.
«Mentre gran parte dell'attenzione mondiale è focalizzata sull'emergenza nel Corno d'Africa, non dobbiamo dimenticare le emergenze di lunga data in tutto il mondo, le emergenze silenziose» ha dichiarato Rima Salah, Vicedirettore generale dell’UNICEF.
«Nel Sahel è in atto una crisi nutrizionale più grave del solito. Nella Repubblica Democratica del Congo, in Ciad e nella Repubblica Centro Africana, solo per citarne alcune, ci sono emergenze che richiedono sostegno finanziario, se vogliamo salvare i gruppi più vulnerabili, i bambini e le donne.»
Gli interventi realizzati nel 2011
Nel solo 2011, nelle aree di crisi, l’UNICEF:
- ha sostenuto campagne di vaccinazione, distribuito vermifughi e integratori di vitamina A a beneficio di oltre 36 milioni di bambini
- sono stati curati più di 1,2 milioni di bambini affetti da malnutrizione acuta
- circa19 milioni di donne e bambini hanno ricevuto aiuti alimentari
- oltre 16 milioni di persone hanno ricevuto kit igienico-sanitari e acqua potabile
- 2,3 milioni di famiglie hanno ricevuto aiuti non alimentari (tende, coperte, ripari) per la sopravvivenza
- è stato favorito l'accesso alla scuola primaria per 4 milioni di bambini
- 920.000 bambini hanno beneficiato di interventi di tutela.
Dal giugno 2011, siccità e carestia hanno colpito 13 milioni di persone nella regione del Corno d'Africa, con decine di migliaia di decessi tra i bambini in Somalia e altri 750.000 esposti al rischio di morte per fame.
L’UNICEF è intervenuto con tutti i mezzi disponibili per soccorrere le popolazioni di Gibuti, Kenya, Etiopia e Somalia. Soltanto tra luglio e settembre 2011 sono stati curati oltre 108.000 bambini affetti da malnutrizione acuta.
Nello stesso periodo, l’UNICEF ha distribuito acqua potabile per 2,2 milioni di persone e 1,2 milioni di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo. Quasi 50.000 bambini hanno potuto frequentare spazi ricreativi o ambienti sicuri.
La separazione del Sud Sudan dalla Repubblica federale del Sudan ha lasciato il nuovo Stato ad affrontare scontri lungo i confini condivisi: sono sfollate oltre 300.000 persone e sono rientrati circa 350.000 Sud-sudanesi.
Meritano di essere ricordati il dramma dei bambini e delle famiglie sfollate a seguito delle violenze scoppiate dalle elezioni del novembre 2010 in Costa d’Avorio, le oltre 5 milioni di persone colpite dalle inondazioni in Pakistan.
E rimane vivo il ricordo delle crisi nel Nord Africa e nel Medio Oriente: solo in Libia, nella prima metà del 2011, più di 900.000 persone sono fuggite, rifugiandosi soprattutto in Egitto e in Tunisia.
La "coda lunga" delle emergenze
In tutto il mondo, milioni di bambini vivono situazioni di crisi che durano da lunghi anni.
Mentre alcune di queste emergenze attirano significativamente l’attenzione dei media e del mondo politico, altre non arriveranno mai sotto i riflettori della stampa internazionale, diventando così emergenze silenziose.
Crisi umanitarie così lontane dall’opinione pubblica, che a volte è troppo facile trascurare.
Nella Repubblica Democratica del Congo: in un contesto in cui i servizi sociali e le infrastrutture erano inesistenti o minimi, i conflitti nell’Est e nel Nord-est del paese hanno avuto un profondo impatto su milioni di persone nel corso degli anni.
A giugno 2011, più di un milione e mezzo di persone – la metà dei quali bambini – risultano sfollati. Milioni di bambini nelle zone colpite dal conflitto non hanno frequentato le scuole, molti sono stati vittime di violenze sessuali, mentre epidemie di morbillo e colera hanno rappresentato una minaccia quotidiana per tanti bambini.
Nel 2011 l’UNICEF ha fornito a 630.000 persone acqua e kit igienico-sanitari; più di 95.000 bambini affetti da malnutrizione acuta hanno ricevuto trattamenti terapeutici e 5,6 milioni di bambini sono stati vaccinati e hanno ricevuto la vitamina A.
Durante i primi 9 mesi dell’anno, più di 15.000 sopravvissuti alle violenze sessuali e di genere (metà dei quali bambini) hanno potuto usufruire di servizi di sostegno.
Ad Haiti, l’UNICEF e i suoi partner continuano ad assistere i sopravvissuti del terremoto del gennaio 2010. Nel corso del 2011 l’UNICEF ha contribuito a riunire 2.500 bambini separati dalle loro famiglie e ha costruito 193 scuole temporanee per circa 86.000 bambini.
Durante l’epidemia di colera che ha colpito l’isola, 325.000 persone di aree marginali hanno ricevuto acqua potabile, e 2,2 milioni hanno beneficiato di campagne di prevenzione igienico-sanitarie.
«Nel 2011 abbiamo registrato molti risultati positivi negli scenari di crisi, ma i bisogni urgenti e di lungo termine di milioni di minori e delle loro famiglie continueranno anche nel 2012. L’UNICEF chiede un adeguato sostegno per poter adempiere ai propri impegni verso i bambini» afferma la vicedirettrice UNICEF.
«I bambini non solo rappresentano il futuro, ma sono i più vulnerabili e meritano un sostegno generoso e costante da parte della comunità dei donatori.»
Documenti disponibili
Rapporto UNICEF ''Humanitarian Action for Children 2012'' (in inglese)pdf / 4.24 Mb
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