Repubblica Democratica del Congo: 3 milioni di bambini sfollati a causa delle violenze

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19/02/2021

Secondo un rapporto dell’UNICEF lanciato oggi, le vite e il futuro di oltre 3 milioni di bambini sfollati in Repubblica Democratica del Congo sono a rischio, mentre il mondo guarda dall'altra parte. Nella parte orientale del paese, una serie di attacchi brutali da parte dei combattenti, con machete e armi pesanti, hanno costretto intere comunità a scappare con i beni più indispensabili. Intere famiglie – compresi bambini – sono state colpite a morte. Centri sanitari e scuole sono stati saccheggiati e interi villaggi dati alle fiamme.

Il rapporto dell’UNICEFFEAR and FLIGHT: An Uprooted Generation of Children at Risk in the Democratic Republic of the Congo chiede la fine del conflitto che ha alimentato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo. I dati delle Nazioni Unite mostrano che attualmente 5,2 milioni di persone sono sfollate in Repubblica Democratica del Congo, più che in ogni altro paese eccetto la Siria. Il 50% sono sfollate negli ultimi 12 mesi. Le famiglie sfollate vivono in insediamenti sovraffollati che non hanno acqua sicura, assistenza sanitaria e altri servizi di base. Altre persone sono ospitate dalle impoverite comunità locali. Nelle province di Ituri, Nord Kivu, Sud Kivu e Tanganyika, le più colpite dalle violenze, oltre 8 milioni di persone si trovano in condizioni di insicurezza alimentare acuta.

I bambini sfollati non conoscono altro che paura, povertà e violenza. Generazione dopo generazione, si pensa solo a sopravvivere. Il mondo sembra sempre più indifferente al destino di questi bambini. Abbiamo bisogno di risorse per continuare ad aiutarli ad avere un futuro migliore.

Edouard Beigbeder, Rappresentante dell’UNICEF in Repubblica Democratica del Congo

Il rapporto ha raccolto le testimonianze di bambini reclutati da combattenti delle milizie, soggetti a violenze sessuali e che hanno subito altre gravi violazioni dei loro diritti. Queste violazioni hanno registrato un incremento del 16% nei primi 6 mesi del 2020 rispetto all’anno precedente.

Garantire assistenza alle popolazioni sfollate è complesso e spesso complicato da insicurezza e deboli infrastrutture per il trasporto. Un programma di risposta rapida diretto dall’UNICEF, con altre ONG partner a livello nazionale, nel 2020 ha offerto a circa 500.000 persone aiuti di primo soccorso come teloni, stoviglie da cucine, taniche e altri aiuti essenziali.

Queste distribuzioni di emergenza aiutano a combattere lo shock immediato di essere sfollati, ma sono anche parte di una risposta integrata che ha l’obiettivo di andare incontro ai bisogni generali delle famiglie in ambito sanitario, nutrizionale, di protezione, di servizi idrici e igienico-sanitari o di istruzione”, ha dichiarato Typhaine Gendron, Responsabile dell’UNICEF per l’emergenza in Repubblica Democratica del Congo.

La sicurezza rappresenta la principale preoccupazione per gli operatori dell’UNICEF e dei partner locali e internazionali. Secondo l’UNICEF, la situazione rimane altamente insicura, ma l’esercito congolese sta provando a contenere il potere dei gruppi armati e riaffermare l’autorità statale. Lavorare su questi tenui segnali di progresso deve essere prioritario, e la comunità internazionale gioca un ruolo cruciale.

Tuttavia, la solidarietà con la Repubblica Democratica del Congo ha mostrato segni di deterioramento. L'appello umanitario 2021 dell'UNICEF per 384,4 milioni di dollari è attualmente finanziato solo per l'11%."Senza un intervento umanitario continuo, migliaia di bambini moriranno per malnutrizione o malattia, e le popolazioni sfollate non riceveranno i servizi di base salvavita da cui dipendono", ha concluso Beigbeder.

Documenti disponibili

Congo report Fear and Flight (in inglese)pdf / 10.34 Mb

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19/02/2021

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