Settimana mondiale dell'acqua 2012, UNICEF: progressi enormi, ora raggiungere gli esclusi

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27/08/2012

In coincidenza con la "Settimana mondiale dell'acqua" (World Water Week, Stoccolma 26-31 agosto 2012), l'UNICEF rende noto che, nonostante gli enormi progressi compiuti negli ultimi 20 anni sul versante dell'accesso a fonti idriche affidabili per miliardi di persone, portare a compimento l'obiettivo dell'acqua per tutti non sarà cosa facile.

«Abbiamo registrato miglioramenti eccezionali in ogni regione del globo» afferma Sanjay Wijesekera, a capo dei programmi Acqua e Igiene per l'UNICEF. «Tuttavia, il nostro impegno non cesserà fino a quando ogni singola persona avrà ogni giorno a disposizione acqua da bere a sufficienza e da fonti sicure. Purtroppo la parte più difficile del compito è quella che abbiamo dinanzi.»

Wijesekera fa riferimento al rapporto "Progress on Drinking Water and Sanitation 2012"pubblicato nel marzo scorso da UNICEF e Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che rivela come tra 1990 e 2010 oltre due miliardi di abitanti del pianeta abbiano ottenuto l'accesso a fonti migliorate di acqua potabile, quali impianti idrici o pozzi protetti.

Resti di alberi di acacia a Deadvlei, nel deserto del Naukluft Park, in Namibia - ©Hakan Tropp/Stockholm International Water Institute

Resti di alberi di acacia a Deadvlei, nel deserto del Naukluft Park, in Namibia - ©Hakan Tropp/Stockholm International Water Institute


Il rapporto afferma anche che l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio sull'acqua potabile è stato raggiunto a fine 2010, con 5 anni di anticipo rispetto alle previsioni (2015), ma che 783 milioni di persone rimangono prive di un accesso all'acqua sicura.

Secondo il rapporto, la popolazione rimasta esclusa è anche quella più difficile da raggiungere, essendo costituita in larga parte da abitanti delle baraccopoli metropolitane o di aree rurali remote.

L'UNICEF ritiene che il passo fondamentale da compiere sia affrontare le diseguaglianze che sussistono in tutti i continenti e a tutti i livelli: i più poveri e le donne ne sono le vittime principali.

Infatti, laddove l'acqua non arriva direttamente nelle abitazioni, è soprattutto su bambine, ragazze e donne che grava il peso della raccolta dell'acqua per la famiglia. In alcune regioni del mondo questa corvée comporta in media camminare per 6 chilometri al giorno.

I Paesi più poveri scontano un grave ritardo rispetto al resto del mondo, con appena l'11% della popolazione nei Paesi meno sviluppati (LDC) che dispone di acqua veicolata da tubazioni rispetto all'oltre 50% della media mondiale.

Campagne assetate

Quasi in ogni Stato permangono disparità tra aree rurali e urbane. Globalmente, la percentuale di popolazione urbana che riceve acqua dai rubinetti si aggira intorno all'80%, rispetto a meno del 30% per le popolazioni rurali.
 
Tale divario è più profondo che mai nell'Africa subsahariana. Nei Paesi meno sviluppati, addirittura 97 abitanti delle campagne su 100 non hanno accesso ad acqua potabile tramite condutture.

I principi del "Diritto umano all'acqua" approvati dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nell'ottobre 2010, affermano che l'acqua potabile deve essere accessibile, affidabile, economica e in quantità sufficiente per soddisfare i bisogni di base.

Secondo le previsioni dell'UNICEF, di questo passo nel 2015 - termine finale per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio - ancora 605 milioni di persone nel mondo non vedranno realizzato questo elementare diritto umano.


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L'UNICEF è membro della "Sanitation and Water for All" (SWA), partnership globale per il raggiungimento dell'accesso universale e sostenibile all'acqua e alle infrastrutture igieniche.
 
Per maggiori informazioni visita il sito www.sanitationandwaterforall.org 

Sito della Settimana mondiale dell'acqua: www.worldwaterweek.org

27/08/2012

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