Siria: il sonno di Reem cancellato dalla guerra

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06/09/2012

Da 3 settimane Reem (12 anni) non riesce a prendere sonno: il suo villaggio natale, nel sud della Siria, veniva pesantemente bombardato ogni sera, subito dopo il tramonto.

Quando la casa dei suoi vicini fu colpita, i genitori di Reem decisero che era il momento di proteggere i loro figli facendo l'unica cosa possibile: scappare.

Adesso Reem, i suoi 7 fratelli e i genitori vivono nel campo profughi di Za'atari, nel nord della Giordania. Quattro altri fratelli, più grandi, sono rimasti in Siria.

Reem ci racconta l'impatto che la guerra ha avuto sulla sua vita negli ultimi mesi: «Non potevamo più andare a scuola a causa delle continue manifestazioni di protesta. Quando provavamo a recarci a scuola, ci rimandavano subito indietro.»

Nonostante l'allargarsi del conflitto tutt'intorno, quest'anno Reem era riuscita a superare gli esami del sesto anno.
 
Sorride, quando ci spiega che a lei andare a scuola piace davvero tanto e che la sua materia preferita è l'Arabo. Reem ha anche studiato un poco di inglese e riesce a tenere delle brevi conversazioni in quella lingua.

Qui ad Za'atari, Reem condivide la sua tenda con tre fratelli e sorelle. In un'altra tenda stanno la mamma, il papà e i due bambini più piccoli della famiglia.
 
La vita nel campo, in pieno deserto, è una sfida continua. Di pomeriggio il caldo raggiunge livelli insopportabili, e tutti sono ricoperti dalla polvere alzata dal forte vento.

Passare dalla casa in muratura con 4 stanze da letto che aveva in Siria al campo profughi è stato un cambiamento traumatico. A casa Reem e i suoi fratelli avevano un terrazzo e un cortile in cui giocare insieme.

A settembre inizia il nuovo anno scolastico. Quasi certamente Reem e la sua famiglia saranno ancora qui a Za'atari, ma grazie all'aiuto dell'UNICEF lei potrà almeno riprendere i suoi studi e frequentare un'aula scolastica, all'esterno del campo. 

06/09/2012

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