"Siria in fuga", cronache da una guerra dimenticata

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26/06/2013

 

È un evento inusuale che la sede dell'UNICEF ospiti il lancio di un libro, ma quello che mercoledì 26 giugno è stato presentato in un Auditorium "Aldo Farina" affollato era un libro che ci sta particolarmente a cuore: perché tratta della guerra in Siria - un'emergenza di cui ci ostiniamo a parlare da oltre due anni, rompendo il muro di indifferenza e pregiudizio che avvolge questa crisi - e perché l'UNICEF è tra i protagonisti del testo stesso. 

“Siria in fuga” della giornalista e inviata di Rai News 24 Laura Tangherlini (Poiesis editore) affronta il dramma di uno spietato conflitto che dura ormai da più di 800 giorni, coinvolgendo oltre 6 milioni di civili, con un’altissima percentuale di bambini colpiti, uccisi, sfollati in patria o costretti a rifugiarsi all'estero.
 
Sono ben 93.000 le vittime dal marzo 2011, e certamente i bambini sono i soggetti più esposti ai pericoli diretti e indiretti generati dalla violenza delle armi.
 
Il libro è il racconto del viaggio intrapreso dalla giornalista lungo il confine tra Libano, Giordania e Siria per capire, da vicino, l’emergenza umanitaria dei profughi siriani attraverso gli occhi e il cuore di chi la sta vivendo e ne è realmente coinvolto. La testimonianza di una cronista che ha partecipato e partecipa ancora al dolore e al dramma di queste persone che hanno perso tutto in una guerra senza vincitori e che non hanno voluto. 
 
I bambini rifugiati sono privati della sicurezza di una casa, di una scuola e della pace. Sono spesso testimoni di violenza e sono soggetti ad abusi e a condizioni di vita strazianti. Devono affrontare un futuro incerto e il peso psicologico e fisico di tutto questo non può essere sottovalutato.
 
"Ho perso la speranza, la sicurezza, ho perso tutto. Io sono ormai morto, anche se sono in vita”: parole come queste di un padre siriano incontrato nel campo profughi di Baalbek (Libano), che in un bombardamento ha perso un figlio di 8 anni, ha avuto la moglie sfigurata la casa distrutta, sono gli stati d’animo narrati, e in parte filmati, da Laura Tangherlini.
 
Emozionante anche il dialogo che la giornalista ha avuto con una psicologa ad Arsal, nel territorio sciita a pochi chilometri dai confini della Siria, dove sono state allestite dall’UNICEF scuole e dove vengono effettuati corsi pomeridiani per aiutare i bambini siriani ad inserirsi nel sistema scolastico libanese. 

La psicologa racconta la storia di un bambino, che, appena arrivato, disegnava carri armati che attaccavano la sua casa e vittime che salivano in cielo. Adesso questo bambino disegna cuori. 

In una situazione così difficile, l’aiuto dell’UNICEF sta migliorando la vita di bambini, donne e uomini ai quali l’UNICEF fornisce vestiti, scarpe, istruzione, assistenza sanitaria e alimentare sia in Siria che nei paesi confinanti che accolgono profughi in fuga dal conflitto. 

Con questi toccanti video e le coinvolgenti foto, realizzate dalla giornalista, abbiamo potuto cogliere chiaramente le condizioni in cui vivono questi bambini ai quali è stata sottratta la casa, la scuola, un ambiente sicuro e tranquillo nel quale vivere e sentirsi protetti. 

I bambini siriani vivono giornalmente in uno scenario di guerra e sono stati privati della propria voce. Il nostro obiettivo è quello di parlare a nome loro. Ospitando la presentazione di “Siria in fuga”, l’UNICEF ha voluto dare voce a una testimonianza giornalistica "fuori dal coro", ma anche rilanciare l'appello a non dimenticare l'infanzia siriana e a sostenere concretamente l'intervento umanitario di chi, come l'UNICEF, si adopera per alleviarne le terribili sofferenze.

(Silvia Di Tommaso)

26/06/2013

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