La tregua è fallita, nuove ondate di sfollati nel Sud Sudan

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03/03/2014

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A causa del recente riacutizzarsi dei combattimenti nel Sud Sudan, altre decine di migliaia di persone sono state sfollate. L’emergenza umanitaria nella nazione più giovane del mondo - l'indipendenza è stata raggiunta nell'estate del 2011 - rischia di diventare incontrollabile. 

Ormai 900.000 persone – metà delle quali bambini – sono già state costrette a lasciare le proprie case. Gli sfollati all'interno del paese sono al momento 695.000,  mentre 190.000 si sono rifugiati negli Stati confinanti.

«Stiamo lavorando per prevenire un disastro» afferma Ted Chaiban, Direttore per i programmi di emergenza dell'UNICEF. “I civili continuano ad abbandonare le proprie case per sfuggire a combattimenti e atrocità. Il sogno del Sud Sudan rischia di diventare un incubo per i suoi sfortunati bambini.» 

Le violenze si espandono a nord


Nonostante la firma di un cessate il fuoco alla fine di gennaio, i combattimenti tra esercito regolare e milizie dell'opposizione si sono intensificati nelle ultime settimane. 

In seguito ai durissimi scontri e ai massacri nelle chiese e negli ospedali consumatisi a febbraio nella città di Malakal, i combattimenti si sono estesi nello stato settentrionale dell’Upper Nile, dove si teme che siano almeno 30.000 i civili sfollati.

«Nel Sud Sudan sono già centinaia di migliaia le donne, i bambini e gli uomini che hanno accesso limitato ad acqua potabile, servizi igienici, cibo e rifugi» prosegue Ted Chaiban. «In simili condizioni, i bambini sono i soggetti più vulnerabili alle epidemie e all'insicurezza alimentare.»
 
Le continue violenze hanno distrutto i mezzi di sostentamento: il bestiame è andato disperso, le case sono state saccheggiate e i mercati distrutti. 3,7 milioni di abitanti sono a rischio di grave insicurezza alimentare e di contrarre malattie a carattere epidemico.

Ci sono diffuse segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani, con effetti particolarmente devastanti sull'infanzia. Negli ultimi due mesi, bambini e bambine sono stati uccisi, mutilati, abusati, resi orfani, reclutati in gruppi armati o sono rimasti senza casa.

«Gli operatori dell’UNICEF sono stati testimoni in prima persona delle conseguenze delle atrocità commesse» prosegue Chaiban. «Non ci sono scuse o giustificazioni per queste violenze. I bambini e i civili dovrebbero essere protetti, secondo quanto impone il diritto internazionale, ma le violenze non cessano e nemmeno le azioni criminali.»

«Il dialogo politico è l’unica soluzione possibile» conclude il responsabile UNICEF per le emergenze. «Con l'arrivo imminente della stagione delle piogge, la nostra è una corsa contro il tempo. I combattimenti devono cessare, la comunità internazionale deve rispondere in fretta al nostro appello umanitario per fare sì che l'UNICEF e le altre organizzazioni umanitarie possano raggiungere i bambini in difficoltà, predisponendo scorte e rafforzando i sistemi di assistenza umanitaria prima che arrivino le piogge.»
 

L'UNICEF in azione


L’UNICEF approfitta di ogni momento di relativa calma per portare agli sfollati in differenti parti del paese scorte di acqua potabile e servizi per l'igiene.

L’UNICEF e le organizzazioni partner stanno seguendo i casi di bambini che sono rimasti separati dalle proprie famiglie, fornendo loro anche la necessaria assistenza psicologica. Fra le azioni in corso, c'è anche la predisposizione di scuole di emergenza nei centri dove si concentrano elevati numeri di famiglie sfollate, per garantire ai bambini la continuità dello studio e il recupero di una parvenza di normalità.
 
Per finanziare l'intervento di emergenza per i bambini nel Sud Sudan per i primi 6 mesi dell'anno in corso, l'UNICEF ha lanciato un appello umanitario pari a 75 milioni di dollari. 

Grafico della ripartizione per settore dei fondi richiesti dall'UNICEF per l'intervento umanitario nel Sud Sudan per i primi 6 mesi del 2014


Come puoi aiutare i bambini del Sud Sudan 

Anche tu puoi contribuire a salvare la vita dei bambini in Sud Sudan con una donazione online oppure con uno degli altri modi per donare:

  • bollettino di c/c postale numero 745.000, intestato a UNICEF Italia, specificando la causale “Emergenza Sud Sudan”  
  • carta di credito online sul nostro sito oppure telefonando al Numero Verde UNICEF 800 745 000 
  • bonifico bancario sul conto corrente intestato a UNICEF Italia su Banca Popolare Etica: IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051, specificando la causale “Emergenza Sud Sudan
  • donazione presso il Comitato UNICEF della tua città (trova qui quello più vicino a te)

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03/03/2014

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