Sud Sudan, UNICEF: rispettare la tregua, 230.000 bambini a rischio fame
3 minuti di lettura
4 febbraio 2015 - L’UNICEF chiede ai gruppi in conflitto in Sud Sudan di affrettarsi a rispettare il cessate il fuoco concordato lunedì, ammonendo che in caso di prosecuzione del conflitto il paese sarà preda di una catastrofica penuria alimentare.
Secondo il rapporto del panel di esperti "Integrated Food Security Phase Classification” (IPC) reso noto questa settimana, il conflitto in corso sta riducendo rapidamente le scorte alimentari e rallenta l’azione degli operatori umanitari, danneggiando coloro che hanno maggiormente bisogno di aiuti. Si registrano sempre più frequenti spostamenti di popolazione a causa della mancanza di cibo.
Il più recente rapporto dell’UNICEF sulla nutrizione conferma i risultati dell’IPC. Secondo questo rapporto, solamente la rapidità della risposta umanitaria ha impedito che nel Sud Sudan la situazione nutrizionale precipitasse, in particolar modo negli Stati della federazione più duramente coinvolti dalle ostilità.
«L’UNICEF deve poter accedere alle aree più remote, rese inaccessibili dai combattimenti. È qui che la crisi prende forma» ha dichiarato Jonathan Veitch, Rappresentante dell'UNICEF nel Sud Sudan. «Entrambe le parti che hanno siglato il cessate il fuoco devono raggiungere un accordo di lungo termine, o dovranno affrontare una crisi alimentare sempre più grave di qui al termine della stagione secca.
La situazione rimane in bilico: qualsiasi ripresa della violenza taglierà le vie di comunicazione per i rifornimenti, colpirà i mercati e impedirà l’accesso umanitario. Tutto ciò sarebbe una catastrofe per i bambini colpiti da malnutrizione acuta, e potrebbe rapidamente portare ad alti livelli di mortalità.»
Missioni rapide per raggiungere gli esclusi dagli aiuti
Si calcola che almeno 229.000 bambini sud-sudanesi soffrano di malnutrizione acuta grave: un numero doppio rispetto a quando la guerra civile è riesplosa, poco più di un anno fa.
L'UNICEF coopera con il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), per soccorrere i bambini malnutriti in tutto il Sud Sudan.
Nel 2014 l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno garantito terapie nutrizionali per quasi 100.000 bambini. Per il 2015 il nostro obiettivo di estendere questi aiuti a 137.000 bambini sotto i 5 anni che soffrono di malnutrizione acuta grave.
Nel 2014 l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno garantito terapie nutrizionali per quasi 100.000 bambini. Per il 2015 il nostro obiettivo di estendere questi aiuti a 137.000 bambini sotto i 5 anni che soffrono di malnutrizione acuta grave.
L’UNICEF e il WFP stanno anche inviando squadre di esperti nelle zone più remote, tagliate fuori dai canali dell'aiuto umanitario, attraverso quelle che vengono chiamate missioni a risposta rapida (Rapid Response Missions - RRM).
Nel corso di queste missioni l’UNICEF controlla le condizioni nutrizionali dei bambini, registra e cura quelli che soffrono di malnutrizione grave e moderata.
Gli operatori registrano anche foto e dati dei bambini rimasti soli, per condurre le ricerche necessarie per riunirli a genitori o altri familiari, garantisce cure mediche di base, istruzione e acqua potabile. Più di 600.000 persone, fra cui 142.000 bambini con meno di 5 anni, sono stati raggiunti dalle 37 missioni effettuate fino a oggi.
L’UNICEF ha lanciato un appello urgente per 34 milioni di dollari, necessari per garantire la risposta alla crisi alimentare nel Sud Sudan per il 2015.