Sulla morte di bambini nella Striscia di Gaza a causa delle rigide condizioni meteorologiche invernali
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“L'UNICEF è profondamente rattristato dalla tragica morte evitabile di Ata Mai, un bambino di sette anni, annegato il 27 dicembre durante una grave alluvione in un campo improvvisato per sfollati interni a Sudaniyeh, a nord-ovest della di Gaza City, l'ultimo bambino a morire a Gaza a causa delle condizioni invernali estreme e della mancanza di rifugi sicuri. Almeno altri cinque bambini hanno perso la vita nel mese di dicembre dopo essere stati esposti a condizioni così difficili.
Ata viveva in un campo formato da 40 tende che ospitavano famiglie sfollate interne, che è stato pesantemente colpito da piogge prolungate, forti venti e temperature gelide, sottoponendo le famiglie che vi risiedevano a un rischio elevato. Ata è scomparso nel pomeriggio e, nonostante gli sforzi di ricerca e soccorso supportati da macchinari pesanti, il suo corpo è stato recuperato solo ore dopo. I fratelli di Ata hanno tutti meno di dieci anni e la famiglia aveva già subito la perdita della madre durante la guerra. L'UNICEF sta attualmente sostenendo la famiglia con aiuti essenziali, tra cui coperte, teloni e sostegno psicosociale, mentre valuta le loro esigenze più ampie.
Questa tragedia sottolinea l'estrema vulnerabilità dei bambini nelle zone più colpite di Gaza, dove la distruzione quasi totale delle case e delle infrastrutture idriche e fognarie ha lasciato le famiglie esposte alle intemperie. Le forti piogge, i venti violenti e le temperature gelide di questa settimana hanno colpito circa 100.000 famiglie che vivono in rifugi di fortuna con poca o nessuna protezione, e con ulteriori previsioni di pioggia e condizioni climatiche ancora più rigide, la situazione è destinata a peggiorare. I team che hanno visitato i campi per sfollati hanno riferito di condizioni spaventose che nessun bambino dovrebbe sopportare, con molte tende spazzate via o completamente crollate.
Le forti piogge stanno aggravando ulteriormente la crisi, aumentando il fabbisogno di carburante per il pompaggio delle acque reflue e il drenaggio delle acque piovane; ad esempio, il livello della laguna di Sheikh Radwan è salito da 1,8 a 2,2 metri e richiede 7.000 litri di carburante al giorno per evitare straripamenti.
Nell'ambito della risposta di emergenza per l'inverno, l'UNICEF, insieme ai partner delle Nazioni Unite, ha fornito un sostegno fondamentale a migliaia di famiglie colpite. Ciò include l'installazione di condutture idriche temporanee, la distribuzione di articoli per l'igiene, teloni, coperte e kit per l'igiene personale, e la garanzia dell'accesso alle latrine. Le squadre stanno anche lavorando per pulire e riaprire le condutture fognarie, liberare gli scarichi delle acque piovane e proteggere le tende dalle inondazioni.
I bambini di Gaza hanno già sofferto abbastanza e hanno diritto alla protezione e a un rifugio sicuro; tutti gli sforzi devono dare priorità al soddisfacimento di questa esigenza fondamentale. Inoltre, è necessario l'ingresso urgente e su larga scala di una gamma completa di forniture salvavita e di sostegno vitale, compresi articoli che in precedenza erano stati negati o soggetti a restrizioni. Per rispondere alle esigenze critiche in materia di acqua e servizi igienico-sanitari, l'UNICEF chiede l'ingresso su larga scala di prodotti chimici per il trattamento dell'acqua, pezzi di ricambio e altre forniture essenziali necessarie per riparare, mantenere e gestire i sistemi idrici e fognari in tutta Gaza. L'UNICEF chiede inoltre un aumento e una fornitura costante di carburante per evitare allagamenti, esposizione alle acque reflue e gravi rischi per la salute pubblica, tra cui epidemie legate all'interruzione della raccolta dei rifiuti solidi”.
Dichiarazione del Direttore regionale dell'UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder.