Un mondo senza mine? Questione di anni, non di decenni

5 minuti di lettura

24/11/2009

Video formato Windows media player

 

Tempo totale: 2'12"
Voce narrante: Rachel Bonham Carter
Girato: marzo 2006

 
 
 

Trascrizione testuale del filmato

 

Un villaggio dell'Angola: un bambino, circondato da una piccola folla, si toglie la maglietta per mostrare le ferite sul suo fianco provocate da una mina.

Sono bambini mutilati a vita. Ma sono vivi, e in grado di raccontare come le mine hanno ucciso i loro amici, qui in Angola.

Immagini in sequenza:1) Inquadratura di un campo minato, con cartelli rossi con la scritta 'Mine' e alcuni ordigni inesplosi dissepolti. 2) Un uomo privo di una gamba attraversa una strada con le grucce, portando delle assi di legno in equilibrio sulla testa. 3) Un uomo su una sedia a rotelle solleva un lembo di stoffa per mostrare la gamba, amputata sopra il ginocchio

Nel mondo, le mine e altri residui bellici uccidono o feriscono 15-20mila persone ogni anno. Almeno il 20 per cento delle vittime sono bambini.

Due tecnici, dopo avere lanciato un avvertimento con il megafono, fanno detonare a distanza una mina sepolta in un campo. Si ode la voce che urla il conto alla rovescia seguita da una forte esplosione.

Sminare e' pericoloso e richiede enorme fatica, ma e' di fondamentale importanza. Come lo e' anche il Trattato internazionale per la messa al bando delle mine, siglato nel 1997.

Uno sminatore perlustra un suolo agricolo con il metal detector, poi scava una buca. Inquadratura di alcuni grossi ordigni inesplosi estratti dal terreno.

Il Trattato, ratificato da piu' di tre quarti degli Stati, vieta la produzione, lo stoccaggio e l'impiego di mine.

Due operatori attraversano un campo coltivato, raggiungendo una siepe e indicando il punto in cui giace, seminascosta dalla vegetazione, una mina antipersona.

Per assicurare che questi sforzi proseguano nella giusta direzione, le Nazioni Unite hanno proclamato la prima Giornata internazionale per la sensibilizzazione e l'azione contro le mine.

Parla Paula Claycomb, responsabile del team su mine e armi leggere dell'UNICEF: "Il principale messaggio di questa Giornata è che la minaccia delle mine e degli altri ordigni bellici inesplosi può essere sventata nel giro di qualche anno, e non di decenni".

Paula Claycomb, responsabile del team su mine e armi leggere dell'UNICEF: 'Il principale messaggio di questa Giornata è che la minaccia delle mine e degli altri ordigni bellici inesplosi puo' essere sventata nel giro di qualche anno, e non di decenni'.

Prosegue la Claycomb: "Questa è la buona notizia. Ma se vogliamo raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di fondi adeguati e di sostegno alle attività di sminamento, educazione ai pericoli delle mine e assistenza ai superstiti degli incidenti". Inquadratura di un uomo che svolge un lungo cavo elettrico e poi maneggia un detonatore a distanza. Segue una forte esplosione nella boscaglia. Inquadratura successiva: una donna mostra a un folto gruppo di bambini il disegno di una mina. Ancora primo piano di Paula Claycomb.

'Questa e' la buona notizia. Ma se vogliamo raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di fondi adeguati e di sostegno alle attività di sminamento, educazione ai pericoli delle mine e assistenza ai superstiti degli incidenti'.

Primi piani di mine dissepolte. Un bambino e una bambina percorrono un sentiero di campagna.

Sia che si tratti di ordigni installati durante un conflitto che di armamenti abbandonati dopo di esso, oltre l'80% delle persone che ne rimangono vittime sono civili innocenti.

Due giovanissimi volontari mostrano poster sui pericoli delle mine a una folla di alunni all'esterno di una scuola. In una inquadratura successiva, due ragazzini giocano in strada con oggetti raccattati per terra.

L'UNICEF e le organizzazioni partner lavorano per sensibilizzare le persone - soprattutto i più giovani - sui pericoli connessi a mettere i piedi nel posto sbagliato o maneggiare un oggetto sconosciuto.

Un ragazzo di circa 10 anni esce dalla zanzariera che sovrasta il suo letto: ha entrambe le gambe amputate sopra il ginocchio.

Per un bambino, la perdita degli arti o altre ferite invalidanti possono essere motivo di emarginazione e vanificarne il futuro.

Il bambino indossa le sue protesi. Poco dopo lo vediamo percorrere la strada in bicicletta, con perfetta padronanza del mezzo.

Ma i programmi di riabilitazione possono aiutare le vittime degli incidenti a riguadagnare la gioia propria dell'infanzia.

Ragazzi con protesi alle gambe percorrono su e giù una rampa di scale in una palestra per la riabilitazione.

L'UNICEF spera che presto verrà il giorno in cui non vi sara' piu' bisogno di questo genere di lavoro.

Una mamma con un bambino piccolo siedono accanto a un campo in cui sono ben visibili cartelli rossi con la scritta "Pericolo mine!". Un ragazzo osserva una siepe, accanto a lui un adulto che indica dove si trova una mina nascosta. La mina viene delicatamente ripulita dalla terra che la ricopre. L'ultima scena riprende un bambino di pochi anni che cammina, tenuto per mano: la sua gamba destra è un arto artificiale.


Tuttavia, fino a che ogni bambino non sarà libero da questa minaccia nascosta, il mondo dovra' continuare a perseguire l'eliminazione di tutti gli ordigni inesplosi ereditati dalle guerre.

24/11/2009

News ed Aggiornamenti

Dona 9 euro al mese: 800 90 00 83

Chiama