UNICEF-WFP: interrotta una via di rifornimento umanitario salvavita in Sud Sudan, a rischio i bambini malnutriti

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08/05/2025

Più di 60.000 bambini malnutriti nello Stato dell'Upper Nile nel Sud Sudan rischiano di sprofondare ulteriormente nella malnutrizione a causa dell'insufficienza delle forniture terapeutiche e dell'ostacolo agli sforzi di rifornimento, hanno ricordato oggi il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) e l'UNICEF.

L'intensificarsi dei combattimenti lungo il Nilo Bianco ha fatto sì che da quasi un mese nessun rifornimento umanitario raggiungesse l'area. Il fiume è il principale corridoio di rifornimento umanitario verso l'Upper Nile.

Lo Stato dell’Upper Nile ha uno dei tassi di malnutrizione più alti del Sud Sudan, con oltre 300.000 bambini colpiti da malnutrizione moderata o grave nell'ultimo anno. Con l'avanzare della stagione delle piogge e il conflitto che continua a causare lo sfollamento delle famiglie, si prevede che la diffusione di malattie trasmesse dall'acqua e l'aumento dell'insicurezza alimentare contribuiranno ad aumentare il numero di bambini malnutriti.

Senza l'accesso urgente e il rifornimento di assistenza vitale, il WFP e l'UNICEF prevedono di esaurire le scorte nutrizionali per curare i casi moderati e gravi di malnutrizione entro la fine di maggio. Questo porterà a un blocco dei programmi di cura salvavita in tutto lo Stato, con conseguenze per decine di migliaia di bambini in cura. A metà aprile, le barche che trasportavano 1.000 tonnellate di cibo e forniture nutrizionali destinate allo Stato dell'Upper Nile sono state costrette a tornare indietro a causa dell'insicurezza. Quasi 3.000 tonnellate aggiuntive sono in attesa a Bor - un hub per i carichi umanitari lungo il fiume Nilo - pronte per essere consegnate non appena le condizioni lo permetteranno.

“I bambini sono già i primi a soffrire durante le emergenze, se non riusciamo a far arrivare i rifornimenti nutrizionali, probabilmente assisteremo a un'escalation della malnutrizione in aree già al limite”, ha dichiarato Mary-Ellen McGroarty, rappresentante del WFP in Sud Sudan. “Questa è già una delle regioni del Sud Sudan con il più alto tasso di malnutrizione, e in queste situazioni ogni giorno fa la differenza per un bambino malnutrito che ha bisogno di cure salvavita”.

A causa dei problemi di sicurezza e dell'alto valore delle forniture nutrizionali, il WFP e l'UNICEF non sono in grado di preposizionare le scorte nelle aree insicure, perché così facendo le strutture sanitarie e i magazzini sarebbero sempre più vulnerabili ai saccheggi. Nell'Alto Nilo, dall'inizio del conflitto sono stati già saccheggiati quasi 2.000 scatole di materiale nutrizionale salvavita (circa 26 tonnellate), privando circa 1.900 bambini della loro unica possibilità di cura e guarigione.

“A malincuore abbiamo deciso di fermare le forniture per paura che non raggiungano i bambini che ne hanno così disperatamente bisogno, a causa dei continui combattimenti, dei saccheggi e dell'interruzione della via fluviale”, ha dichiarato Obia Achieng, Rappresentante ad interim dell'UNICEF in Sud Sudan. “Se questa situazione dovesse continuare, rischiamo di esaurire le scorte nelle province di tutto lo Stato entro la fine di maggio 2025, con risultati potenzialmente catastrofici per i bambini più piccoli e vulnerabili”.

Il WFP e l'UNICEF avvertono che senza una ripresa urgente e sicura delle consegne, i bambini dell'Upper Nile dovranno affrontare le conseguenze devastanti dell'interruzione delle cure, annullando i risultati faticosamente raggiunti nella lotta alla malnutrizione e mettendo ancora più a rischio la vita dei più piccoli e dei più vulnerabili.

08/05/2025

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