Sud Sudan, atterrato il primo volo umanitario dell'UNICEF
2 minuti di lettura
Nel Sud Sudan il numero dei profughi cresce rapidamente e ha ormai largamente superato il mezzo milione di unità: 494.000 sono ancora all’interno del paese, mentre 86.000 sono fuggite nei paesi vicini.
Circa 70.000 sfollati hanno trovato rifugio presso i centri di protezione dei civili (PoC) della UNMISS, la Missione di peacekeeping dell'ONU per il Sud Sudan. In questi centri, quasi l’80% della popolazione è costituita da donne e bambini.
Ieri è atterrato all’aeroporto internazionale di Juba (capitale del Sud Sudan) il primo dei due cargo, contenente ciascuno 35 tonnellate di aiuti umanitari per bambini e donne: farmaci per la cura di malaria, polmonite, diarrea e malnutrizione, alimenti terapeutici, vitamine, antibiotici e antidolorifici per l'infanzia, kit chirurgici e ostetrici, attrezzature idriche e igieniche, tende, teloni di plastica e coperte.
Il prossimo volo umanitario è in programma per giovedì 23 mattina, con ulteriori scorte mediche e idriche.
Il prossimo volo umanitario è in programma per giovedì 23 mattina, con ulteriori scorte mediche e idriche.
Garantire la sicurezza per la distribuzione degli aiuti
«Questi beni aiuteranno migliaia di bambini e donne che hanno un disperato bisogno di aiuto in tutto il Sud Sudan» ha detto Dermot Carty, Vicedirettore UNICEF per i Programmi di emergenza. «I bambini stanno morendo per malnutrizione e malattie- come il morbillo e la malaria- che potrebbero essere prevenute in condizioni di pace.
Il nostro appello più urgente è ora rivolto a tutte le parti coinvolte nel conflitto: assicurino che questi aiuti umanitari siano trasportati e distribuiti in condizioni di sicurezza a tutti i bambini vittime di questo conflitto. Ogni giorno che perdiamo, lo perdiamo nei confronti dei bambini del Sud Sudan» ha concluso Carty.
L’UNICEF e le organizzazioni partner stanno distribuendo aiuti di prima necessità (tra cui alimenti terapeutici per l'infanzia e vaccini) garantendo l'accesso a acqua, servizi igienici e stanno rintracciando le famiglie dei bambini rimasti isolati.
Oltre 200.000 persone sono state raggiunte con diverse forme di aiuto, ma in alcune delle aree più duramente colpite dal conflitto, l'accesso all'assistenza umanitaria rimane sporadico a causa delle condizioni di insicurezza.