WITH YOU: UNICEF Italia e Ospedale Gemelli di Roma offrono supporto psicosociale a giovani e famiglie

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10/10/2022

Il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia ha raccomandato all’Italia di dotare il sistema per la salute mentale di bambini e adolescenti di sufficienti risorse umane, tecniche e finanziarie, basti pensare che prima della pandemia, nel 2019, nel nostro paese, solo 30 su 100 persone minorenni con un disturbo neuropsichico riuscivano ad accedere ad un Servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza territoriale e solo 15 su 100 riuscivano ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate. 

Per rispondere alla sempre più pressante richiesta di intensificare gli sforzi per promuovere e tutelare la salute mentale ed il benessere psicosociale di bambini ed adolescenti, Il Comitato Italiano per l’UNICEF - Fondazione Onlus e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma hanno lanciato lo scorso settembre il progetto WITHYOU – La psicologia con te.

Per saperne di più abbiamo incontrato la Professoressa Daniela Chieffo, Responsabile della UOS di Psicologia clinica dell’Ospedale Gemelli e membro della cabina di regia delle due Fondazioni.

Secondo stime globali e nazionali, sono molti gli adolescenti che soffrono di disturbi psichici. Potrebbe darci un quadro della situazione nel nostro paese?

Circa il 20% degli adolescenti in Italia soffre di disturbi psichici. Il suicidio costituisce la seconda causa di morte nei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, dopo gli incidenti stradali, che si collocano al primo posto, e l’autolesionismo colpisce in Europa circa 1 adolescente su 5.
Fattori di stress prolungati possono favorire la comparsa di disturbi mentali, anche quelli che stanno alla base di comportamenti autolesivi. La pandemia Covid 19,  con le relative restrizioni ha avuto un notevole impatto sull’ equilibrio psicologico dei ragazzi.

L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia, circa 9 milioni di bambini e adolescenti si sono trovati esposti allo scenario emergenziale e alle misure applicate per contenerlo, con un relativo e sostanziale cambiamento sperimentato in più ambienti di vita, nelle abitudini quotidiane e all’interno del sistema di relazioni, educative e sociali che, generalmente, favoriscono la promozione della salute e la resilienza agli eventi traumatici.
Non possiamo non considerare come il numero delle consulenze specialistiche per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio, disturbi d’ansia e di depressione sia quasi raddoppiato, così come le ospedalizzazioni: passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021.
C’è la necessità di un intervento sostanziale di prevenzione.

Il programma WITHYOU si connota subito con un nome rassicurante e supportivo: sono con te. In cosa consiste?

Il progetto nasce con l’intento di offrire alla popolazione fragile dei preadolescenti e degli adolescenti, nonché alle loro famiglie, un percorso incentrato sul ritrovamento di uno stato di benessere fisico e psichico, che miri a riconoscere le risorse che esistono nelle relazioni riducendo al minimo il disagio. È un progetto pensato come un vero e proprio training che possa prendere per mano il giovane, la sua famiglia e offrirgli strumenti per vivere nel  suo mondo sociale.

WITHYOU per poter comprendere il proprio disagio, attivare o riattivare le proprie risorse, ridurre il senso dell’incertezza e per elaborare il trauma del non conoscere del non sapere. WITHYOU per imparare a bastarsi. WITHYOU per liberare dalle paure, per liberare il divenire, per crescere. Essere WITH significa essere con il ragazzo, con la famiglia e con la scuola, favorendo una comprensione globale dei bisogni, un ritorno alla prevedibilità, tenere uno sguardo proiettato in avanti e di collocarsi in una cornice definita e organizzata.

Questi sono ragazzi che giungono al nostro servizio inviati dalla scuola, o dalla famiglia o anche per una loro richiesta, e ci chiedono di essere ascoltati e visti. Il nostro compito è di non lasciare solo nessuno.

Prof.ssa Daniela Chieffo, Responsabile della UOS di Psicologia clinica dell’Ospedale Gemelli 

Solo da poco si parla di prevenzione per il benessere della salute mentale e benessere psicosociale. Attraverso quali attività il progetto va in questa direzione?

Partendo dalla definizione dell’OMS, in cui la salute viene definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”, possiamo comprendere come una presa in carico efficace in un percorso di cura, si traduca nella necessità di non prendere in considerazione solo l’aspetto prettamente medico, ma di intervenire anche sulle componenti psicologiche associate. Il benessere psicologico è dunque un costrutto che include diverse dimensioni: psichiche, fisiche e sociali. 

Il progetto prevede una valutazione sartoriale dei principali meccanismi che favoriscono integrazione corpo mente psiche ambiente, in un’ottica bio psico sociale, cercando di individuare la specificità dei profili dei ragazzi che in questo periodo storico si stanno definendo in forme diverse, quasi come continenti di cui non conosciamo il clima o meglio un clima che è cambiato e ci sorprende.

WITHYOU intende profilare la semantica di una nuova generazione che ha vissuto un ottundimento emotivo, che è stato deprivato da una connessione visiva e da una costrizione intima a fronte di una necessità fisiologica di nutrire la propria vitalità.   WITH per comprendere gli indicatori di rischio e intervenire precocemente riducendo in molti casi percorsi obbligati di ricovero. 

WITHYOU insieme a esperti come neuropsichiatri, psichiatri famiglia scuola per promuovere l’attivazione di un circuito virtuoso che possa consolidare e ampliare la capacità di resilienza, rafforzare le attitudini individuali e di gruppo per facilitare la gestione e la riorganizzazione positiva ed efficace della propria vita familiare. Nel progetto sono state inserite capsule di promozione della salute che coinvolgono alcune scuole di Roma, per creare una sinergia e per comprendere ancora meglio alcuni meccanismi non necessariamente così visibili ma criptici.

Il progetto è stato avviato da soli tre mesi: chi sono e cosa chiedono coloro che si rivolgono a voi?

Il progetto è stato avviato da tre mesi ma fin da subito ha ricevuto consensi da parte dei nostri ragazzi e delle famiglie. È destinato ad una popolazione di pre-adolescenti ed adolescenti che hanno vissuto o stanno vivendo un momento di impasse, un momento di disagio.
Sono ragazzi che chiedono aiuto e che spesso si fanno portavoce della sofferenza familiare, con la manifestazione di un sintomo. Il nostro lavoro si concentra sulla valorizzazione dello stesso, sull’ascolto e sulla rilettura del medesimo in chiave positiva, perché è proprio grazie al sintomo che possiamo apportare un cambiamento sostanziale a quel sistema che sta vivendo un cortocircuito. Questi sono ragazzi che giungono al nostro servizio inviati dalla scuola, o dalla famiglia o anche per una loro richiesta, e ci chiedono di essere ascoltati e visti.

Il nostro compito è di non lasciare solo nessuno.

In cosa consistono esattamente i percorsi che WITHYOU propone ai pre-adolescenti, adolescenti e genitori?

I percorsi che il progetto prevede sono percorsi di supporto psicologico e di psico-educazione rivolti al singolo, alla famiglia e al gruppo. Quando parliamo di ragazzi è impensabile non contemplare un percorso destinato al sistema familiare, il ragazzo è un membro di un sistema più ampio ed è spesso colui che si fa portavoce della sofferenza della famiglia stessa. I percorsi sono creati ad hoc per ogni ragazzo e per ogni famiglia.

Prevedono incontri individuali, con uno screening psicodiagnostico con test psicometrici standardizzati, per una migliore comprensione delle variabili coinvolte, che aiutano anche il clinico ad orientare l’opera di supporto, individuando le componenti più compromesse o quelle da rafforzare, ma anche e, soprattutto, le risorse su cui incentrare il percorso. Sulla base dell’omogeneità delle variabili emerse dalle valutazioni si costituiscono anche i gruppi di mutuo-aiuto dei ragazzi e delle famiglie.

Perché la prevenzione è così importante e che cosa si può fare per ridurre i fattori di rischio?

È impensabile parlare di salute senza il riferimento alla prevenzione. I dati di cui ho fatto accenno sono allarmanti. Pensare che il 20% di ragazzi soffra di disturbi psichici associati ad agiti di autolesionismo ci mette di fronte ad una scelta obbligata: fare qualcosa.

Spesso, purtroppo, accendono al nostro servizio per un primo consulto ragazzi francamente provati da anni di disagi, situazioni drammatiche che necessitano di lunghe ospedalizzazioni, periodi di assenteismo scolastico, ridotta socializzazione ed una interruzione di tutte le attività quotidiane condotte dal ragazzo e, sovente, anche dalla famiglia. Un intervento su aspetti cristallizzati, ovvero su un sistema che per non soccombere agli eventi stressanti da fronteggiare, ha dovuto irrigidirsi con modalità di gestione e reazione, a volte non del tutto funzionali, che hanno assunto una connotazione di cronicità, sono le sfide più difficili da affrontare per un terapeuta, che contemplano tempistiche più protratte e più risorse spese.

Per ridurre i fattori di rischio è necessario individuare precocemente gli indicatori di un disagio e di disfunzionalità, connessi spesso ad un maladattamento.

Cosa ci possiamo aspettare da questo periodo così denso di incognite per le nuove generazioni?

L’adolescenza è un periodo della vita difficile, caratterizzato da una virata totale, dove è più quello che si perde di quello che si acquista, accompagnato da una inquietudine che inevitabilmente si trasforma in disubbidienza. Ma non è una minaccia da combattere come invece purtroppo sta accadendo. I nostri adolescenti ci hanno sorpreso perché li abbiamo visti scoprire il loro attaccamento alla scuola, sentiti riflettere sul valore e sul bisogno anche della routine come tutte spesso monotona ma che scandisce il loro tempo nelle giornate. Hanno vissuto una lunghissima eclissi di sole e l’hanno superata.  Per loro natura sono fuori sistema ma proprio per questo sono la risorsa più preziosa per un cambiamento che non è un nuovo problema ma l’unica soluzione al problema.

Comprendere la radice della loro sofferenza significa avere la possibilità di intercettarla sin dai primi anni e avere l’opportunità di cambiarne la traiettoria.

Per approfondire

La salute mentale di bambine, bambini e adolescenti in Italia

  • Prima della pandemia, nel 2019, si stimava che 200 bambine/bambini e ragazze/i su 1000 avessero un disturbo neuropsichiatrico (ovvero 1.890.000 minorenni, il 18-20% della popolazione di questa fascia).
  • Di questi, solo 60 su 1.000 hanno avuto accesso ad un servizio territoriale per la cura di disturbi Neuropsichici dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) (rapporto del Ministero della Salute, 2021).
  • I disturbi più frequenti: i disturbi dello spettro autistico riguardano almeno l’1%, l’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder, deficit iperattivo dell’attenzione) il 2%, la disabilità intellettiva, i disturbi specifici dell’apprendimento tra il 3 e il 4%, i disturbi psichiatrici almeno l’8%. (in Deep Dive Garanzia Infanzia Analisi delle politiche, programmi e risorse per il contrasto alla povertà minorile e all’esclusione sociale in Italia).
  • La ricerca “I care” condotta presso l’Università degli Studi di Palermo evidenzia che durante il periodo di lockdown in Italia (marzo-maggio 2020), il 35% degli adolescenti abbia provato sentimenti di ansia e disagio (cfr. anche Musso e Cassibba, 2020).
  • Durante la pandemia, il Servizio 114 Emergenza Infanzia ha registrato un aumento del 26% delle segnalazioni concernenti disturbi del benessere psicosociale e mentale.

In Italia l'UNICEF ha lanciato una petizione per chiedere di investire sulla prevenzione del disagio mentale. Chiediamo al Ministro della Salute, al Ministro dell’Istruzione e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di garantire servizi di prevenzione e sostegno psicologico nei contesti educativi e comunitari, promuovere interventi a sostegno della genitorialità consapevole e adeguare gli investimenti nei servizi di cura della salute mentale adeguandola ai paesi OCSE.

10/10/2022

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