Potenza

Nel tempo del cerchio la scuola di Rapone con l’UNICEF cresce nella relazione autentica

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23/11/2018

23 novembre 2018 - I bambini e i ragazzi spendono sempre più tempo online a discapito della capacità di attenzione, che per gli esperti è drasticamente diminuita. Se fino a qualche anno fa durava anche più di 20 minuti, “Oggi potremmo paragonarla a quelle di un pesce rosso, che riesce a stare concentrato per 9 secondi”, afferma Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione nazionale Di.Te. Con un costo sulla vita di relazione: “Questi comportamenti, in alcuni casi compulsivi e che potrebbero evidenziare un ipercontrollo oltre che un’iperconnesione, hanno un prezzo elevatissimo: aumentano la distanza relazionale fra noi e gli altri.

E’ anche per questo che in qualità di presidente del Comitato provinciale Unicef di Potenza il pomeriggio del 22 novembre 2018, alle 14,30 arrivo a Rapone e subito entro in relazione con i piccoli della scuola dell’infanzia.

Ospitale e disponibile la maestra Andreina Corridore mi accoglie con un grande sorriso. Mi siedo al tavolo con i piccoli, mi presento e faccio loro scegliere la pigotta, la bambola di pezza dell’Unicef, con la quale dobbiamo giocare. Tocca a Giusy che è stata scelta dai bambini per il suo grande sorriso e il vestitino rosa. Apro il cartellone del gioco della pigotta e insieme con Giusy partiamo da Rapone per portare in Africa, la terra della giraffa, dell’elefante e del leone, il kit salvavita ai piccoli che stanno morendo perché non hanno cibo e medicine.

Intanto arrivano nel salone tutti i ragazzi della scuola primaria con le docenti Assunta Molinari, Rossana Leccese, Anna Volonnino e De Luca Nunzia e ci uniamo a loro. Presento a tutti l’albero dei diritti e comincio a raccontare la marcia per la cultura e la pace di Potenza il 21 e di Baragiano il 22 novembre. E parliamo di diritto all’istruzione, al gioco, alla famiglia, alla casa, alla pace. La professoressa Tina Zappacosta con una macchina fotografica professionale e il suo splendido sorriso fotografa i momenti significativi dell’incontro. E in silenzio arrivano le mamme che ascoltano attente. Con loro il sindaco Felicetta Lorenzo , sempre attenta con la sua amministrazione alle necessità della scuola. Le accoglie la professoressa Mirella Pierri.

A loro e ai ragazzi presento “Non perdiamoci di vista”, la proposta educativa Unicef che educa all’ascolto attivo e alla relazione autentica per migliorare le capacità di ascolto dei ragazzi e prevenire bullismo e cyberbullismo. Ai genitori spiego che la vita offline non è uguale a quella online: nella prima si utilizzano tutti i sensi, si attivano meccanismi psicofisici diversi. Ma non è tutto: anche la capacità di provare sentimenti ne risente. Sì, perché emozioni e sentimento non sono la stessa cosa. La prima è frutto di un momento, mentre il secondo richiede tempo, intuito, capacità di coltivare la relazione e di farla crescere.

E parliamo di emozioni positive come serenità, gioia, felicità e negative come la rabbia, la paura, la noia. Alla mia domanda sul possesso del cellulare tutte le mamme dicono che ne hanno uno e anche molti ragazzi, soprattutto quelli di quarta e quinta. Sottolineo che la dimensione digitale non è più trascurabile né etichettabile come solo virtuale. Si tratta di una dimensione reale che ha sue precise caratteristiche nell’ambiente digitale, ha una sua identità e proprie modalità di interazione. Il digitale va a modificare le capacità di espressione personale, di relazione, di ascolto di sé e dell’altro.

Alle mamme do appuntamento a febbraio per il secondo dei tre incontri e ci disponiamo in cerchio. Nel tempo del cerchio ci teniamo per mano e raccontiamo le nostre emozioni del pomeriggio e in un secondo giro le paure e le ansie che ci affliggono. Grandi e piccoli ci mettiamo in gioco e raccontiamo di noi per crescere insieme. 

23/11/2018

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