Roma

"Dimmi che destino avrò", un film contro la discriminazione

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10/12/2012

 

"Dimmi che destino avrò", diretto da Peter Marcias e scritto da Gianni Loy, reduce dal successo al Festival di Tirana ed alla 30^ edizione del TFF, Torino Film Festival-sezione Festa Mobile, uscito in Sardegna e presentato a Firenze come evento speciale all’interno del Balkan Florence Express, approderà a Roma martedì 11 dicembre con un anteprima al cinema Quattro Fontane, dove saranno presenti il regista ed il cast artistico. La programmazione proseguirà presso lo storico cineclub Detour, Via Urbana 107 Roma (rione Monti), dove il 14 dicembre sarà presente in sala il regista ed il cast artistico.

"Dimmi che destino avrò" è un film tenero ma risoluto che porta sullo schermo due magnifiche interpretazioni, quella femminile di Luli Bitri, attrice albanese  che ha ricevuto il premio C.I.C.A.E. della critica in occasione del 61° Festival cinematografico di Berlino per il film "Amnistia", film albanese candidato all'Oscar, e quella al maschile di Salvatore Cantalupo, attore napoletano di indubbia bravura, cresciuto con il teatro,apprezzato sul grande schermo nel film "Gomorra" di Matteo Garrone.

Sono proprio loro due a tessere le maglie della storia diretta da Marcias: lei è infatti una giovane donna rom che torna in Italia, a Cagliari, per risolvere alcune questioni familiari; lui un commissario di polizia che ne rimane affascinato, una storia che si avventura coraggiosamente tra le questioni legate alla diversità e all'integrazione, che mira ad affrontare il tema del rapporto tra le due culture, quella dei Rom e quella dei "gaggè", senza condizionamenti.

Nelle mani di Peter Marcias l’unica "casa" possibile, diventa proprio il campo nomadi di Cagliari e il ruolo del commissario di polizia si confonde con quello di allenatore-padre che con un pallone di calcio e la disciplina instaura un dialogo con i bambini concedendo loro di sognare con libertà il proprio futuro.

Il Comitato italiano per l'UNICEF sostiene "Dimmi che destino avrò" per l'alto valore del messaggio contenuto nel film. Il tema della discriminazione dei gruppi più emarginati di bambini e adolescenti viene raccontato con grande sensibilità e delicatezza.


10/12/2012

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