Rapporto UNICEF 2019: fame, diete improprie e obesità, la tripla malnutrizione che affligge l'infanzia

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14/10/2019

15 ottobre 2019 – Secondo il nuovo rapporto UNICEF della serie annuale 'La condizione dell’infanzia nel mondo', intitolato quest'anno "Bambini, cibo e nutrizione. Crescere sani in un mondo in trasformazione", almeno un bambino su tre nella fascia di età tra 0 e 5 anni è denutrito o in sovrappeso.

A livello globale 149 milioni di bambini soffrono di ritardi nella crescita (stunting), risultando troppo bassi per la loro età, mentre 50 milioni sono deperiti (wasting), ossia troppo magri in proporzione alla propria altezza. Altri 40 milioni di bambini sotto i 5 anni sono invece in sovrappeso o obesi. 
 
Ben due terzi dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 2 anni non ricevono tutti gli alimenti di cui avrebbe bisogno la rapida crescita dei loro corpi e dei loro cervelli. Ciò li espone ai rischi di un limitato sviluppo celebrale, scarso apprendimento scolastico, insufficienti difese immunitarie, maggiore vulnerabilità alle infezioni e, in alcuni casi, a un esito letale.
 
Complessivamente, nel mondo:
  • 340 milioni di bambini – circa metà della popolazione infantile globale tra 0 e 5 anni – soffrono di carenza di vitamine e nutrienti essenziali come vitamina A e ferro ("fame nascosta")
  • solo il 42% dei bambini viene nutrito in modo esclusivo con l'allattamento fino al sesto mese dopo la nascita, come prescritto da UNICEF e OMS
  • dal 2000 al 2016, la percentuale globale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata, passando dal 10 al 20%
  • in Italia la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è ormai del 36,8%, con un +39,1% rispetto al 1990.
  • Circa il 45% dei bambini sotto i 2 anni non mangia regolarmente frutta o verdure, e ben il 60% non ha una dieta che includa uova, latticini, pesce o carne
  • Il 42% degli adolescenti che vanno a scuola in paesi a basso e medio reddito consumano bibite zuccherate e gassate almeno una volta al giorno, e il 46% mangia cibo da fast food almeno una volta a settimana. Questi tassi salgono al 62% e al 49%, rispettivamente, per gli adolescenti nei paesi ad alto reddito.
 
«Nonostante tutti i progressi tecnologici, culturali e sociali degli ultimi decenni, abbiamo perso di vista questo fatto fondamentale: se i bambini non mangiano adeguatamente, non vivono in condizioni adeguate» commenta Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell'UNICEF. «Milioni di bambini sopravvivono con una dieta poco salubre perché non hanno una scelta migliore. Il modo che conosciamo e con cui rispondiamo alla malnutrizione deve cambiare: non si tratta più solo di dare abbastanza cibo ai bambini, ma prima di tutto di dare loro quello giusto. Questa è la sfida comune che abbiamo di fronte, oggi.»
 

Dal latte in polvere al junk food

Il rapporto fornisce la ricerca maggiormente esaustiva del 21° secolo sulla malnutrizione infantile in tutte le sue forme. Descrive un triplice scenario di malnutrizione: denutrizione, fame nascosta dovuta alla mancanza di nutrienti di base e sovrappeso tra i bambini sotto i 5 anni. 

Il rapporto ricorda che cibo e alimentazione scarsi iniziano nei primi giorni di vita. Attraverso l’allattamento è possibile salvare vite: per esempio, solo il 42% dei bambini sotto i 6 mesi viene esclusivamente allattato, mentre cresce il numero di bambini che ricevono sostituti del latte materno. Le vendite di prodotti a base di latte in polvere sono cresciute del 72% tra il 2008 e il 2013 nei paesi reddito medio-alto come Brasile, Cina e Turchia, principalmente a causa di marketing inappropriato e scarse politiche e programmi per proteggere, promuovere supportare l’allattamento.
 
 
Secondo il rapporto, nella transizione dei bambini al cibo soffice o al solido attorno ai sei mesi, troppi sono introdotti a una dieta sbagliata. Nel mondo, circa il 45% dei bambini tra i 6 mesi e i 2 anni non riceve frutta o verdure. Circa il 60% non mangia uova, latticini, pesce o carne. 
Quando i bambini crescono, la loro esposizione a cibi non salutari diventa allarmante, principalmente a causa di marketing e pubblicità inappropriate, l’abbondanza di cibi iper-processati nelle città ma anche in aree remote e un accesso ai fast food e a bevande altamente zuccherate in aumento.
 
Per esempio, il rapporto dimostra che il 42% degli adolescenti che vanno a scuola in paesi a basso e medio reddito consuma bibite zuccherate gassate almeno una volta al giorno e il 46% mangia cibo da fast food almeno una volta a settimana. Questi tassi aumentano al 62% e al 49%, rispettivamente, per gli adolescenti nei paesi ad alto reddito.
 
Come risultato, i livelli di sovrappeso e obesità nell’infanzia e nell’adolescenza stanno aumentando in tutto il mondo. Dal 2000 al 2016, la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata da 1 su 10 a circa 1 su 5. Rispetto al 1975, il numero di bambini e ragazzi in questa fascia d’età che soffrono di obesità è 10 volte maggiore per le ragazze e 12 volte maggiore per i ragazzi. 
 
«Malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano.» sottolinea il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.
 
«Attraverso questo rapporto, si vuole mettere in luce anche il problema dell’obesità infantile che sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria epidemia. In Europa orientale e in Asia centrale, circa 1 bambino su 7 sotto i 5 anni è in sovrappeso. Appare preoccupante la situazione nel nostro paese: in Italia, la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è del 36,8%, con un aumento del 39,1% rispetto al 1990.»

Il rapporto indica che il peso maggiore della malnutrizione in tutte le sue forme è sulle spalle dei bambini e degli adolescenti delle comunità più povere e marginalizzate. Solo 1 bambino su 5 dai 6 mesi ai 2 anni nelle famiglie più povere ha una dieta sufficientemente bilanciata per una crescita sana. Anche nei paesi ad alto reddito, come il Regno Unito, la percentuale di bambini in sovrappeso è oltre due volte maggiore nelle aree più povere rispetto a quelle più ricche. 
 
Il rapporto inoltre indica che i disastri legati al clima causano forti crisi alimentari. La siccità, per esempio, è responsabile dell’80% dei danni e delle perdite in agricoltura, con degli effetti drammatici su quale tipo di cibo è disponibile ai bambini e alle famiglie, e anche sulla qualità e il prezzo di quel cibo.
 
Per rispondere alla crescente crisi della malnutrizione in tutte le sue forme, l’UNICEF lancia un appello urgente ai governi, al settore privato, ai donatori, ai genitori, alle famiglie e alle imprese per aiutare i bambini a crescere in salute:
1. Permettendo alle famiglie, ai bambini e ai giovani di chiedere cibo nutriente, anche migliorando l’educazione alimentare e usando leggi collaudate – come le tasse sullo zucchero – per ridurre la domanda di cibo non sano;
2. Spingendo i fornitori di prodotti alimentari a fare la cosa giusta per i bambini, incentivando la fornitura di cibo sano, conveniente e a prezzo accessibile;
3. Costruendo ambienti con cibo sano per i bambini e gli adolescenti, utilizzando approcci comprovati, come etichette accurate e facili da comprendere e controlli maggiori sul marketing di cibi non sani;
4. Mobilitando i sistemi di supporto – salute, acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione e protezione sociale – per aumentare i risultati sulla nutrizione per tutti i bambini;
5. Raccogliendo, analizzando e utilizzando dati e prove di buona qualità per guidare l’azione e tracciare i progressi.

«Stiamo perdendo terreno nella battaglia per una dieta sana per ogni bambino» sinterizza la direttrice dell'UNICEF H. Fore. «Questa non è una battaglia che possiamo vincere da soli. C'è  bisogno che i governi, il settore privato e la società civile rendano la nutrizione dei bambini una priorità e lavorino insieme per affrontare alla radice la nutrizione non sana, in tutte le sue forme.».
 
Documenti disponibili

Rapporto UNICEF 2019 "Bambini, cibo e nutrizione"pdf / 10.56 Mb

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