800mila bambini in fuga, nel Congo orientale una delle più gravi crisi umanitarie al mondo
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25 gennaio 2018 – Almeno 1,3 milioni di persone, fra cui oltre 800.000 bambini, sono sfollati a causa di violenze inter-etniche e degli scontri fra esercito regolare e gruppi armati nelle province di Tanganyika e nel Sud Kivu , all'estremo orientale della Repubblica Democratica del Congo.
Quella che si verifica oggi nel paese africano è una delle più gravi crisi umanitarie al mondo per numero di bambini sfollati.
«I bambini del Congo orientale continuano a subire devastanti conseguenze a causa delle ondate di violenza che destabilizzano la regione» afferma Tajudeen Oyewale, Rappresentante f.f. dell’UNICEF nella Repubblica Democratica del Congo. «Centinaia di migliaia di bambini in quest'area non hanno più alcuna forma di assistenza sanitaria e di istruzione, mentre molti di loro hanno subito atrocità per mano dei combattenti. La situazione di questi bambini è semplicemente tragica, e la pace sembra ancora lontana.»
Tra loro non mancano vittime di abusi sessuali e di arruolamenti forzati. L’UNICEF e le organizzazioni partner hanno identificato almeno 800 casi di stupro, ma la portata reale del fenomeno è probabilmente molto più vasta. E dati recenti evidenziano che sono oltre 3.000 i bambini reclutati dalle milizie e dai gruppi armati solamente nel 2017.
L’UNICEF esprime profondamente preoccupazione per l’impatto che i combattimenti hanno avuto sulla salute e sullo stato nutrizionale dell'infanzia congolese.
Molti centri sanitari non sono più operativi e il rischio di insicurezza alimentare è acuito dal fatto che le ostilità hanno impedito a molti contadini di coltivare la propria terra.
La possibilità che migliaia di bambini possano soffrire di malnutrizione a causa della mancanza di cibo è estremamente concreta.
A queste circostanze si aggiungono le epidemie in corso sia nel Sud Kivu che nel Tangyanika: nelle due province, nel 2017, sono stati registrati ben 18.250 casi di sospetto colera, il doppio rispetto all'anno precedente, e 18.000 casi di morbillo.
Nel quadro del suo programma di risposta alla crisi umanitaria nel Tanganyika nel Sud Kivu, l’UNICEF sta fornendo aiuti alla popolazione sfollata, come: vaccinazioni contro il morbillo, prevenzione e cura del colera, assistenza alimentare, distribuzione di materiali scolastici e formazione di insegnanti all’educazione alla pace, protezione, cura e sostegno psicologico per i bambini colpiti da violenza, feriti, orfani o separati dai genitori.
L’UNICEF continua a chiedere a tutte le parti in conflitto di garantire pieno accesso umanitario alla popolazione che ha urgente bisogno di assistenza.
Per portare aiuto ai bambini nelle due province del Congo nei prossimi 6 mesi, l’UNICEF ha stimato necessari nel suo appello umanitario 65 milioni di dollari.