Accesso equo ai vaccini anti Covid-19: “Nessuno sarà al sicuro fino a quando non lo saranno tutti”

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06/04/2021

In poco più di un anno, gli scienziati, le aziende, i governi, i filantropi e le istituzioni multilaterali del mondo si sono uniti e hanno fatto l’impensabile: hanno creato vaccini per combattere un virus che ha portato il mondo alla paralisi. Hanno testato, trasportato e iniziato a somministrare questi vaccini in modo sicuro e in tempi record. Tutto questo è a dir poco sbalorditivo. Ma la battaglia non è ancora finita. Emergono varianti in tutto il mondo, e con ognuna, il rischio di una massiccia battuta d’arresto globale.

Stando al tasso attuale, semplicemente non ci sono abbastanza vaccini. Le scorte disponibili sono concentrate nelle mani di troppo pochi paesi. Alcuni paesi hanno stipulato contratti per un numero di dosi sufficienti a vaccinare le loro popolazioni più volte, mentre altri paesi, le perosne devono ancora ricevere la prima dose. Questa è una minaccia per tutti noi.  Così il virus e le sue mutazioni vinceranno.

Per anticipare il virus e cambiare passo, dobbiamo partire da una strategia di vaccinazione degli operatori di prima linea, puntando a una strategia che permetta veramente un accesso equo per tutti. Chiediamo ai governi, le imprese e i partner di intraprendere tre azioni urgenti:

  • Primo, semplificare i Diritti di Proprietà Intellettuale attraverso la concessione volontaria e proattiva di licenze da parte dei titolari dei DPI. Ma questa misura da sola non incrementerà la produzione. A differenza della produzione di medicinali, la fabbricazione di vaccini coinvolge un processo di produzione complesso con diverse componenti e passaggi. I titolari dei diritti di proprietà intellettuale dovrebbero fornire partnership tecnologiche che accompagnino le licenze di proprietà intellettuale, condividere proattivamente il know-how e subappaltare ai produttori senza ingiustificate restrizioni geografiche o di volume. Questa sfida non richiede rinunce forzate alla proprietà intellettuale ma partnership e cooperazioni proattive. Le recenti partnership per la produzione come Pfizer-BioNtech, AZ-SII, J&J-Merck e J&J-Aspen sono esempi incoraggianti. L’UNICEF chiede agli altri di fare lo stesso, per ampliare la portata e la diversità geografica della capacità produttiva. Mentre i mercati da soli non possono garantire i benefici dell’innovazione per tutti, licenze volontarie, fondi comuni e meccanismi multilaterali come COVAX sono un modo concreto e realistico per sviluppatori e produttori a collaborare, innovare e incoraggiare un accesso equo. 
  • Secondo, bisogna porre fine al nazionalismo dei vaccini. I Governi dovrebbero rimuovere misure di controllo import-export dirette e indirette che bloccano, restringono o rallentano l’esportazione di vaccini, componenti e aiuti per il COVID-19. Il virus non ha confini. Sconfiggere il COVID-19 in ognuno dei nostri paesi d’origine implica anche sconfiggerlo in tutto il mondo assicurando un flusso costante di vaccini e aiuti per tutti. Infine, i Governi che hanno contrattato per ricevere più “dosi in futuro” rispetto a quelle necessarie per vaccinare la loro intera popolazione adulta quest’anno, dovrebbero immediatamente prestare, rilasciare o donare la maggior parte o tutte le dosi in eccesso contrattate per il 2021 a COVAX, così che possano essere redistribuite in modo equo a tutti gli altri paesi. 
  • Inoltre, i paesi con una fornitura attuale sufficiente di dosi prodotte dovrebbero considerare di donare subito almeno il 5% delle dosi prodotte disponibili e impegnarsi in ulteriori contributi su una base continua, a rotazione, per tutto l'anno, aumentando i loro contributi al crescere della fornitura. Confermare questo impegno di condivisione delle dosi ora consentirà di migliorare la prevedibilità, accelerare l'accesso equo e contribuire a stabilizzare il mercato globale dei vaccini.


La pandemia da COVID-19 ci ha chiarito che nessuno è al sicuro fino a quando tutti non sono al sicuro. Un accesso equo ai vaccini contro il COVID-19 è alla nostra portata. Abbiamo dimostrato che il mondo può fare l’impossibile, ed è necessario farlo di nuovo. Prima lo faremo, prima le nostre vite e le vite dei nostri bambini torneranno alla normalità.

Dichiarazione di Henrietta Fore, Direttore generale UNICEF

06/04/2021

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