Acqua potabile a portata di mano. Una svolta per le comunità più remote dell’Afghanistan
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Io e mio marito volevamo lasciare casa e trasferirci in un posto dove ci fosse abbastanza acqua. Per anni sono andata a prenderla, ma ora sono anziana e non ce la faccio più” racconta Fatima, 60 anni.
La loro casa, nel villaggio di Khormaloq, provincia di Farah, nell’Afghanistan occidentale, è in una zona isolata dove l’accesso ad acqua potabile sicura e pulita era, fino a poco tempo fa, solo un sogno lontano per Fatima e gli altri abitanti.
“Di solito andavo a prendere l’acqua da un ruscello, distante circa un chilometro. Non era né pulita né sicura da bere, ma non avevamo altra scelta” ricorda Fatima.
Avevamo tantissimi problemi. La disponibilità d’acqua determinava quando potevamo fare il bagno, cucinare o lavare i vestiti. Ora l’acqua è a portata di mano, in cucina e in bagno, disponibile 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.
Fatima, 60 anni
L’Afghanistan è tra i dieci paesi più colpiti al mondo dagli effetti del cambiamento climatico, con gravi ripercussioni sul benessere dei bambini e sull’accesso ai servizi essenziali. Oltre vent’anni di siccità record hanno prosciugato le principali fonti idriche, costringendo decine di migliaia di famiglie ad abbandonare le proprie case in cerca di acqua.
Per molti bambini, questo significa perdere non solo la propria casa, ma anche la scuola, gli amici e il senso di sicurezza.
Oggi circa il 31% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile e il 42% non dispone di servizi igienici essenziali. Una generazione di bambini è già cresciuta affrontando la scarsità d’acqua, ma il peso maggiore ricade su donne e ragazze. Molte di loro percorrono ogni giorno lunghe distanze per raccogliere l’acqua, esponendosi a ulteriori pericoli, tra cui il rischio di sfruttamento.
Amina, 48 anni, sta lavando i piatti nella fontanella davanti casa dove l'UNICEF ha portato acqua potabile grazie al nuovo sistema idrico ad energia solare. Siamo nel villaggio di Khormaloq, in Afghanistan.
Amina, 48 anni
Sempre nel villaggio di Khormaloq, la vicina di Fatima, Amina, 48 anni, racconta le difficoltà legate alla raccolta dell’acqua, che hanno avuto gravi conseguenze sulla sua salute.
“Il mio collo, le spalle e la schiena sono compromessi perché per anni ho trasportato pesanti taniche d’acqua sulla testa e sulle spalle”, racconta Amina. “Ho una famiglia numerosa e avevamo bisogno di molta acqua. Io e le mie figlie andavamo a prenderla anche tre o quattro volte al giorno, e non era comunque abbastanza” aggiunge.
Interviene l'UNICEF con una soluzione a lungo termine
L’UNICEF ha fornito una soluzione a lungo termine per risolvere questo problema, installando una pompa alimentata da pannelli solari. Dal momento in cui questo sistema è stato installato, e l’acqua potabile è diventata alla portata di tutti, le vite di Fatima, Amina e altre 2500 persone della loro comunità è cambiata radicalmente.
Grazie all’Afghanistan Humanitarian Trust Fund, gestito dalla Banca Islamica per lo Sviluppo con il contributo della Kuwait Society for Relief e del Saudi Fund for Development, l’UNICEF ha realizzato 34 nuovi impianti alimentati da energia solare nelle comunità di Faryab, Helmand e Farah, offrendo a oltre 69.000 persone, come Fatima e Amina, l’accesso ad acqua potabile sicura.
Il sistema idrico ci offre non solo acqua pulita, ma anche la possibilità di avere dignità, sicurezza, stare in salute e offrire ai nostri bambini un futuro migliore.
Baran, leader di comunità
L'acqua deve continuare a scorrere con l'aiuto della comunità
Affinché questi sistemi siano sostenibili, i membri della comunità locale giocano un ruolo fondamentale. A Khormaloq, il leader di comunità Baran raccoglie un piccolo contributo per coprire le spese di manutenzione e riparazione, mentre Ghawsuddin, formato dall’UNICEF, si occupa di far sì che il sistema funzioni senza intoppi.
“Certamente dobbiamo fare tutti del nostro meglio per far sì che il sistema continui a funzionare” continua Baran, con un gran sorriso.
Nel 2024 grazie al supporto dei partner e dei donatori, l’UNICEF ha fornito acqua pulita a sicura da bere a oltre 700 mila persone, dando priorità alle zone rurali, meno accessibili o colpite dalle emergenze. Abbiamo fornito servizi di acqua potabile, igiene e sanificazione a oltre 1,1 milioni di persone in situazioni di emergenza. Tra queste, persone colpite da terremoti e inondazioni, pazienti affetti da diarrea acuta e famiglie rientrate dal Pakistan e dall’Iran.
Ghawsuddin, 65 anni, sta ispezionando il sistema di approvvigionamento idrico appena inaugurato nella provincia di Fara. È uno dei meccanici formati dall'UNICEF sulla gestione, il funzionamento e la manutenzione dei sistemi di approvvigionamento idrico.