Coronavirus, scuole chiuse per l'80% degli studenti del mondo
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La chiusura delle scuole, decretata in 156 Stati, ha provocato l'interruzione dell'istruzione per oltre l'80% degli studenti del mondo.
L'UNICEF ha annunciato oggi che aumenterà in modo significativo il suo sostegno in tutti i paesi per aiutare i bambini a continuare il loro apprendimento mantenendo le scuole sicure.
«Le scuole nella maggior parte dei paesi nel mondo sono chiuse. È una situazione senza precedenti e se non agiamo insieme adesso per proteggere l’istruzione dei bambini, le società e le economie ne sentiranno le conseguenze per tanto tempo dopo aver sconfitto il COVID-19.
Nelle comunità più vulnerabili, l’impatto si ripercuoterà per generazioni» afferma Robert Jenkins, a capo dei programmi dell'UNICEF per l'istruzione.
«Sulla base della nostra esperienza con la chiusura delle scuole in risposta all'epidemia di Ebola, più a lungo i bambini sono lontani dalle scuole, meno probabilità hanno di ritornarvi.
Offrire ai bambini modi alternativi per studiare e per ricostruire una quotidianità è parte cruciale della nostra azione.»
Per aiutare a contenere gli effetti negativi della chiusura delle scuole e consentire che i bambini possano continuare a studiare in condizioni di sicurezza, l’UNICEF ha stanziato nuovi fondi da investire in 145 paesi a basso e medio reddito.
I primi 13 milioni di dollari – 9 dei quali provengono da un finanziamento della Global Partnership for Education – saranno la base per stimolare i governi nazionali e altri soggetti partner per l'istruzione a sviluppare piani di risposta rapida.
L'iniziativa aiuterà questi paesi a predisporre programmi di studio alternativi durante i periodi di chiusura delle scuole, e a tutelare la salute degli alunni con informazioni di vitale importanza sulle norme igieniche (a cominciare dal lavaggio delle mani).
I fondi saranno impiegati anche in servizi per la tutela della salute mentale e per contrastare stereotipi, discriminazioni e stigma collegati al coronavirus.
L’UNICEF lavorerà in tutti questi 145 stati con i suoi partner per:
- sostenere i piani di risposta dei governi alla crisi tramite assistenza tecnica, analisi rapida dei rischi, raccolta di dati statistici e per la programmazione della riapertura delle scuole
- assistere nella pianificazione e nell'applicazione delle operazioni per rendere sicure le scuole attraverso la disseminazione di linee-guida, campagne di comunicazione, fornitura alle scuole di kit per l'igiene e informazioni sulla prevenzione dei contagi, nonché la formazione di insegnanti e altre figure di riferimento per poter offrire supporto psicologico a colleghi e studenti
- Assicurare la continuità degli studi e l’accesso a programmi di apprendimento da remoto come i programmi di studio online, via radio e via televisione
- Facilitare la condivisione di competenze ed esperienze tra gli Stati per una migliore risposta alla pandemia attuale e a quelle che potranno avvenire in futuro
La situazione in Italia
«In Italia oltre 8 milioni di bambini in questo momento non stanno frequentando la scuola primaria e secondaria. I nostri cittadini più giovani rischiano di scontare sul lungo periodo gli effetti socio-economici di questa crisi» dichiara il Presidente dell'UNICEF Italia Francesco Samengo.
«1,2 milioni di bambini nel nostro paese vivono in povertà, ed è a loro in particolare che dobbiamo pensare in questo momento storico. Gli interventi per la didattica online devono essere in grado di non lasciare indietro nessuno, compresi i nostri studenti con disabilità o appartenenti a gruppi vulnerabili.
A tal fine stiamo collaborando con il Ministero dell'Istruzione per garantire a tutti i minori italiani eguali opportunità e servizi psico-educativi essenziali.
Facciamo quindi appello a tutte le Istituzioni affinchè garantiscano gli strumenti necessari in modo che tutti abbiano accesso al diritto all'istruzione.»