Giornata Mondiale dell'Acqua 2014, obiettivo raggiungere gli esclusi

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19/03/2014

Ogni giorno nel mondo 1.400 bambini sotto i cinque anni muoiono a causa di malattie diarroiche legate alla cattiva qualità dell'acqua e a servizi igienici e fognari inadeguati.

Secondo gli ultimi dati dell’UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pubblicati nel 2013, globalmente sono 768 milioni le persone che non hanno accesso all'acqua potabile. A causa di ciò, centinaia di migliaia di bambini ogni anno si ammalano o muoiono.

La maggior parte delle persone prive di accesso all’acqua potabile sono povere e vivono in aree rurali remote o in slum urbani.

Si stima che oltre il 60% della popolazione mondiale che non ha accesso a fonti adeguate di acqua potabile viva in soli 10 stati: Cina (108 milioni), India (99), Nigeria (63), Etiopia (43), Indonesia (39), Repubblica Democratica del Congo (37), Bangladesh (26), Tanzania (22), Kenya (16) e Pakistan (16).

Donne e bambine sono colpite in modo particolarmente pesante da questo fenomeno, dato che laddove mancano sistemi idrici basati su tubazioni, grava su di esse il 71% del trasporto quotidiano di acqua potabile.


 

Acqua, un bisogno di base e un diritto umano da soddisfare

«Tutti i bambini, ricchi o poveri, hanno il diritto di sopravvivere, di crescere sani e avere un futuro» afferma Sanjay Wijesekera, Responsabile dei programmi UNICEF su Acqua e Igiene (WASH). «Il mondo intero non deve fermarsi finché ogni singolo uomo, donna e bambino non avrà l’acqua e i servizi igienici sanitari cui ha diritto, proprio perché questi sono diritti umani.»

Nel 2010 (dunque con ben 5 anni di anticipo) è stato raggiunto l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 7 per l’acqua potabile: a quell'epoca, l’89% della popolazione globale ha avuto accesso a fonti c.d. "migliorate" di acqua potabile – cioè, basate su tubature, pozzi e pompe idrauliche. 

Tuttavia, questo bisogno fondamentale, riconosciuto anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come diritto umano, continua a essere negato alle persone più povere in tutto il mondo.

«Ciò che continua a stupirci è che anche nei Paesi a medio reddito ci sono milioni di poveri che non hanno accesso a fonti di acqua sicure» aggiunge Wijesekera. «Dobbiamo raggiungere i gruppi emarginati e spesso dimenticati, coloro che sono più difficili da raggiungere, i più poveri e svantaggiati.»

Il programma WASH dell'UNICEF è in atto in oltre 100 Paesi, e nuove iniziative - come lo scavo di pozzi a bassissimo costo o di piani comunitari per la gestione delle risorse idriche - stanno assicurando acqua potabile alle famiglie che vivono in alcune delle regioni più isolate. 

Ad esempio, in Pakistan nel solo 2012 i pozzi scavati a mano con materiali forniti dall'UNICEF garantiscono acqua sicura a circa 100.000 abitanti, mentre milioni di bambini beneficiano dei programmi UNICEF per l'installazione dei servizi idrici e igienici nelle scuole in tutto il mondo.
Documenti disponibili

Scarica la scheda informativa su acqua e infanzia nel mondopdf / 268 kb

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19/03/2014

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