Haiti: 170 bambini espulsi in un solo giorno da Stati Uniti e Cuba

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11/10/2021

Secondo l’UNICEF, circa 170 bambini haitiani sono arrivati due giorni fa a Port-au-Prince con i loro genitori dopo esser stati espulsi da Cuba, principalmente, e dagli Stati Uniti. Molti dei bambini provengono da Haiti sudoccidentale e sono partiti due o tre settimane dopo il terremoto dello scorso agosto nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti.

In un solo giorno, 7 aerei da Cuba e uno dagli Stati Uniti hanno riportato le famiglie haitiane, fra cui 73 ragazze e 96 ragazzi, ad Haiti. Secondo l’UNICEF, l’80% di questi bambini ha meno di 5 anni. Molti hanno lasciato Haiti su imbarcazioni di fortuna e almeno 2 persone sarebbero morte quando l’imbarcazione si è rovesciata al largo delle coste cubane. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), 1.069 persone sono state espulse da Cuba e Stati Uniti due giorni fa, tra queste il 34% sono donne e bambini.

“La maggior parte dei bambini haitiani e dei loro genitori che sono stati espulsi due giorni fa provengono dalla penisola meridionale di Haiti che è stata colpita da un forte terremoto lo scorso agosto. Hanno lasciato il paese agli inizi di settembre perché avevano perso tutto. Questi bambini probabilmente partiranno ancora per gli Stati Uniti se non saranno create condizioni che consentano loro di vivere decentemente nelle loro comunità”, ha dichiarato Bruno Maes, Rappresentante UNICEF ad Haiti.

Oltre a questi nuovi arrivi via aerea, un’imbarcazione cubana ha sbarcato circa 348 migranti, fra cui 12 ragazze e 26 ragazzi vicino La Saline, alla periferia della capitale haitiana. Molti fra questi hanno dichiarato di esser partiti dal comune meridionale di Pestel, duramente colpito dal terremoto. L’UNICEF sta identificando anche 4 bambini non accompagnati fra quelli espulsi da Cuba.

Gli uomini, le donne e i bambini haitiani che hanno perso quasi tutto a causa del terremoto hanno intrapreso un viaggio pericoloso su imbarcazioni di fortuna chiamate ‘kanntè’, con scarsa o alcuna sicurezza, alla ricerca di una vita migliore per se stessi e coloro che hanno lasciato. Tra questi migranti, i bambini sono spesso senza documenti ed esposti a elevati rischi di tratta, sfruttamento sessuale e abusi.

 Bruno Maes, Rappresentante UNICEF ad Haiti.

Secondo l’OIM, 7.612 uomini, donne e bambini sono stati espulsi dagli Stati Uniti fra il 19 settembre e il 9 ottobre, più della metà erano donne e bambini. I bambini rappresentano il 18,7% dei migranti ritornati dagli Stati Uniti via aerea.

All’arrivo, l’UNICEF ha accolto i bambini con attività ricreative, negli “Spazi a misura di bambino”, realizzati all’aeroporto e dato loro cibo e acqua, mentre psicologi hanno fornito il supporto iniziale. L’UNICEF lavora anche con l’agenzia del governo che si occupa di protezione dell’infanzia, l’IBESR, e l’OIM, per identificare e registrare i bambini all'aeroporto prima di condurre un ulteriore monitoraggio e continuare a seguirli all'interno delle comunità ospitanti.

L’UNICEF continua a supportare le comunità colpite dal terremoto costruendo o riparando le infrastrutture sociali di base, che possono agire come deterrente e anche come soluzione di lungo periodo a migrazioni pericolose che mettono le vite dei bambini, dei loro genitori e di coloro che se ne prendono cura, a rischio.

“All’aeroporto, ho visto bambini malnutriti o con malattie della pelle. Probabilmente torneranno al sud dove la maggior parte dei servizi di base per bambini, come l’istruzione e servizi sanitari, sono ancora ampiamente interrotti a circa due mesi dal terremoto. È necessaria maggiore solidarietà per supportare le famiglie migranti che hanno perso i propri averi e hanno bisogno di ricostruire le loro vite ad Haiti” ha concluso Maes.

L’UNICEF chiede rapido supporto per le popolazioni haitiane espulse per ricostruire le loro vite e aiutare i bambini a riavere accesso ai servizi sanitari e tornare a scuola. 

11/10/2021

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