Dai social al sostegno psicologico, l'impegno dell'UNICEF contro il Covid-19 in Asia meridionale

2 minuti di lettura

12/03/2020

L’UNICEF è attivo anche in Asia Meridionale nella risposta all'epidemia di Covid-19. Nella regione, il Nepal è stato il primo Stato a riportare casi di infezione.

Gli uffici sul campo dell'UNICEF continuano a sostenere i governi nel promuovere la comunicazione sui rischi e l'impegno della comunità per prevenire la diffusione della malattia.

Finora l'UNICEF ha raggiunto 16 milioni di persone con messaggi di prevenzione utilizzando le varie piattaforme dei social media.

In diverse province del Pakistan e dell'Afghanistan le scuole sono chiuse da settimane a titolo precauzionale. La prolungata chiusura delle scuole, in mancanza di approcci alternativi all'apprendimento può avere un impatto negativo sulla preparazione scolastica degli alunni.

In Afghanistan, l'UNICEF - insieme ad altre organizzazioni partner - cura la comunicazione con e il coinvolgimento delle comunità, interventi in ambito idrico e igienico per la prevenzione dei contagi, il supporto psico-sociale e l'assistenza sanitaria di base delle comunità.

In Bangladesh il governo ha invitato l'UNICEF, insieme all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e ai Centers for Disease Control (CDC) degli Stati Uniti, a far parte di un Comitato interministeriale per la lotta al coronavirus.

In Bhutan, Nepal, India e Sri Lanka, l'UNICEF è attivamente impegnato nel meccanismo di coordinamento delle agenzie delle Nazioni Unite presenti nei rispettivi paesi (UNCT) con l'obiettivo di sostenere l'azione dei governi nazionali.

Gli uffici regionali e nazionali dell'UNICEF continuano a operare in stretta collaborazione e coordinamento con l'OMS, i governi, le task force inter-agenzie, le altre agenzie delle Nazioni Unite e gli altri partner.

12/03/2020

News ed Aggiornamenti