Nessun posto è casa mia. La dura realtà dei bambini e delle loro famiglie sfollati da Gezira,in Sudan

6 minuti di lettura

21/12/2023

“Non vedo nessun futuro per me” Tawassul, 12 anni 

“Mio fratello è rimasto indietro. Mi sento solo senza di lui” Muyad, 13 anni. 

Questa è la dura realtà per migliaia di bambini che hanno perso la loro casa quando sono fuggiti dalla città di Wad Madani - nello Stato di Gezira - a circa 200 km a sud-est della capitale Khartoum. Tawassul e Muayad, e altre migliaia di bambini con le loro famiglie sono ora sfollati per la seconda volta, mentre l’orribile guerra continua a diffondersi in Sudan. La loro sofferenza è inimmaginabile.  

Nessun bambino dovrebbe essere costretto a lasciare la propria casa a causa della guerra. E non una, ma per ben due volte. 

Prima la fuga da Khartum, ora da Wad Madani

Wad Madani è stato un rifugio sicuro per più di 490.000 sfollati interni per otto mesi da quando è scoppiata la guerra a Khartum, a metà aprile. Oggi gli sfollati sono di nuovo in viaggio e non hanno un posto che si possa chiamare casa. Il 15 dicembre sono scoppiati combattimenti sempre più intensi tra le due parti in guerra, provocando panico, paura e sfollamenti di massa nei vicini stati di Sennar, Gedaref e White Nile. 

Donne, bambini, giovani e anziani sono stati visti fuggire dallo Stato a piedi, in autobus, sui camion, in bicicletta, in motocicletta, tutti in cerca di sicurezza. Valigie in testa e bambini legati sulla schiena altri ancora tirandoli per le braccia; madri e tutori si sono messi in viaggio. 

Molti sono rimasti sul ciglio della strada dopo il tramonto, ad aspettare l’alba per riprendere il viaggio verso destinazioni incerte. Quanto durerà la loro fuga e dove andranno resta un enigma per molte di queste persone già vulnerabili. Possono solo andare avanti.
 

Quello che è evidente in questo esodo è che il peso di questa guerra è sulle spalle delle persone, specialmente di donne e bambini.  

Prima dei nuovi scontri, c’era già una forte pressione sui servizi di base a causa del grande numero di sfollati a Wad Madani. È stata confermata un’epidemia di colera con oltre 1.800 casi. Con lo sfollamento di massa in corso, si temono  il contagio e la successiva diffusione di casi nelle regioni vicine.  

"Abbiamo lasciato mio fratello. Mi sento solo senza di lui"

Nello Stato del Sennar, la città è congestionata per i nuovi arrivi. È la regione più vicina, in cui le numerose famiglie hanno visto un rifugio. Tra di loro, il 13enne Muyad.  

Quando sono iniziate le sparatorie, la sua famiglia è fuggita, senza suo fratello.  Non era in casa in quel momento. La guerra li ha separati. Non sa quando sarà in grado di vederlo di nuovo. Muayad ha ancora speranza, ma si sente solo.  

Resta con la sua famiglia allargata di Khartoum, un sistema di supporto di cui ha disperatamente bisogno in questo periodo.  

Tawassul, 12 anni, è di nuovo in fuga con sua madre. Ha perso completamente la speranza in un futuro migliore. “Non vedo alcun futuro”, dice. All’inizio erano fuggiti da Khartoum. 

Nel centro di accoglienza per sfollati, una famiglia prepara il rifugio nel momento in cui arriva a Sennar. È all’aperto, sotto un albero. Non sapendo dove trasferirsi, sarà la loro casa fino a quando non tornerà la pace. 

Il rifugio di questa famiglia appena arrivata: è all’aperto, sotto un albero. Non sapendo dove trasferirsi, sarà la loro casa fino a quando non tornerà la pace. 

Sono appena arrivati da Wad Madani. Si avvicina la stagione fredda, con pochi beni personali, e il freddo e le zanzare colpiranno i bambini esponendoli a malattie mortali come la malaria e la polmonite.  

Le famiglie sfollate si mettono in fila per prendere l’acqua nel centro di raccolta. L’accesso limitato all’acqua per bere e per l’igiene di base rischia di far scoppiare epidemie, per esempio di colera. Sebbene i bambini siano i più colpiti durante le emergenze umanitarie, restano pur sempre bambini. Arrivati al centro si accoglienza di Sennar, riescono ad avere un momento di leggerezza.  

La crisi in corso in Sudan ha provocato lo sfollamento di oltre 3 milioni di bambini – al momento è la più grande crisi di minori sfollati al mondo.  

Sono passati diversi mesi dall’inizio di questo conflitto senza fine. Con i bagagli sulle spalle e un altro pacco in mano, una ragazza cammina con altre persone in fuga dai recenti scontri a Wad Madani. I bambini in Sudan hanno bisogno di pace per poter tornare a casa e vivere una vita normale. 
 
Wad Madani è stato uno dei centri strategici per le operazioni umanitarie dell'UNICEF da quando sono scoppiati i combattimenti nell'aprile di quest'anno, a supporto di migliaia di persone, per alleviare le loro sofferenze. La recente escalation di attacchi nello stato di Gezira e in molti altri stati del Sudan sta aggravando la sofferenza dei bambini.

L'UNICEF chiede la pace per scongiurare una catastrofe generazionale.
 
 
Stiamo lavorando con i partner per ridefinire le priorità e fornire interventi salvavita per la protezione dell'infanzia, per la salute e la nutrizione e per sostenere le popolazioni colpite all'interno e all'esterno della città di Wad Madani.  

Per saperne di più sul nostro intervento nel paese, visita la sezione Bambini in Fuga

21/12/2023

News ed Aggiornamenti