6.000 ragazzi raggiunti, un anno di lavoro dell'UNICEF per i minori stranieri in Italia

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03/05/2020

Dal 2014 al 2019 sono arrivati in Italia circa 70.000 minori stranieri non accompagnati.
 
Soltanto nello scorso anno sono stati 1.600 gli arrivi di minorenni via mare, mentre in totale sono circa 6.000 i minorenni stranieri non accompagnati attualmente presenti in Italia, dato in ulteriore calo rispetto alle 10.000 presenze del 2018 e alle 18.000 del 2017. 
 
Il calo nelle cifre è dovuto alla diminuzione degli arrivi (divenuto netto sin dal luglio 2017) e al compimento della maggiore età di molti adolescenti sbarcati negli ultimi due anni.
 
Stabile invece il numero degli irreperibili, ovvero quei minorenni non accompagnati dei quali si sono perse le tracce (oltre 5.300 al 31 dicembre 2019).

Se negli anni passati i minori provenivano principalmente dall’Africa occidentale, tra le principali aree d’arrivo nel 2019 sono Balcani, Maghreb e Asia. I paesi prevalenti per numero di provenienze sono Albania, Egitto, Pakistan e Bangladesh.


Un anno di lavoro

Nel 2019, grazie al programma in Italia, l’UNICEF ha raggiunto oltre 6.000 giovani migranti e rifugiati

  • 2.170 hanno avuto accesso a migliori standard di accoglienza, protezione, prevenzione e risposta alla violenza di genere
  • 1.136 hanno avuto accesso a programmi di sviluppo delle competenze
  • Oltre 1.390 operatori sono stati formati sulla protezione dei minori e risposta alla violenza di genere
  • Oltre 4.000 hanno espresso la propria voce tramite la piattaforma U-Report on the Move.
Dato il grande numero di minori diventati maggiorenni durante la permanenza nel nostro territorio – 60.000 dei 70mila arrivati dal 2014 – l'UNICEF ha elaborato in collaborazione con ISMU, UNHCR e IOM un rapporto sulla transizione all'età adulta dei minori stranieri non accompagnati, che ha messo in risalto le azioni da adottare per garantire la protezione e l'inclusione socio-economica dei neo-maggiorenni.
 
L’UNICEF ha inoltre continuato il lavoro a sostegno degli irreperibili: ragazzi che si allontanano dalle strutture di accoglienza, diventando così estremamente a rischio di violenze, abusi, sfruttamento anche sessuale e traffico di esseri umani
 
Analizzando le principali sfide da affrontare, il rapporto sottolinea che persistono una disomogeneità nei servizi di protezione e accoglienza rivolti ai minorenni stranieri non accompagnati, con un grande numero di loro che resta fuori dal sistema di accoglienza ed esposto a rischio di abuso e sfruttamento.
 
Lacune si registrano anche per la prevenzione e risposta alla violenza di genere e sui casi vulnerabili, con particolare attenzione alle giovani.
 
Resta inoltre scarsa l’offerta di forme di protezione alternative e complementari ai centri di accoglienza, mentre persistono criticità nell’accesso al sistema di istruzione e formazione professionale e scarse opportunità di tirocini formativi
 
A questo quadro si aggiungono le sfide legate ai sistemi sanitari, legali, formativi e di accesso al lavoro, legate alla recente epidemia di COVID-19.
 
Per rispondere ai bisogni legati a questa nuova emergenza sanitaria, l’UNICEF sta diffondendo informative in più lingue straniere, al fine di fornire ai giovani migranti e rifugiati informazioni tempestive e aggiornate su prevenzione della malattia, gestione dello stress, consulenza legale e supporto psico-sociale.
 
Questa attività è mirata tanto ragazzi migranti e rifugiati presenti nel sistema di accoglienza quanto a quelli in affido, e ai diversi soggetti che si occupano di essi (famiglie affidatarie, tutori volontari e mediatori culturali).
 
Stiamo continuando a garantire assistenza sanitaria anche attraverso i team mobili attivi nelle stazioni ferroviarie e negli insediamenti informali a Roma.
 
Sono garantite inoltre le attività formative online sui percorsi di educazione all’imprenditorialità e di cittadinanza attiva in corso. 
 
«L’UNICEF in questi anni ha risposto ai bisogni di protezione dei giovani che viaggiano da soli per favorirne l’ascolto, la partecipazione, l’inclusione. La recente emergenza sanitaria ci mette di fronte nuove sfide che hanno richiesto un repentino riadattamento del nostro lavoro» afferma Anna Riatti, Coordinatrice UNICEF per il programma in Italia.  
 
«Continueremo a garantire supporto sanitario, legale e formativo a tutti i giovani migranti e rifugiati lavorando sempre in collaborazione con istituzioni, organizzazioni della società civile e settore privato.» 
 
«In queste settimane stiamo intensificando i nostri sforzi per la risposta all'emergenza coronavirus» ricorda il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo. 
 
«In linea con la Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030, ribadiamo il nostro impegno per garantire il superiore interesse del minore e in particolare dei soggetti più deboli che, soprattutto nelle circostanze attuali, si trovano maggiormente esposti al rischio di marginalizzazione sociale.»
 
Nel 2019, l’UNICEF ha sviluppato programmi congiunti con numerosi enti e organizzazioni partner. Tra i principali menzioniamo INTERSOS, Médecins du Monde, il Coordinamento nazionale Comunità d’accoglienza (CNCA), Junior Achievement Italia, l’Istituto Tecnologie Didattiche del CNR, il Centro PENC, Refugees Welcome, l’Università Roma Tre e Women’s Refugee Commission.
 
A partire dal 2019, l’UNICEF ha stipulato anche accordi pro bono con gli studi di consulenza legale DLA Piper Studio Legale Tributario Associato e Legance - Avvocati Associati.
 
L’UNICEF ha coordinato il suo intervento con il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Università e l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza oltre che con diverse autorità regionali e municipali.
 
Per il 2020 l’UNICEF ha l’obiettivo di raggiungere circa 8.000 giovani migranti e rifugiatiContinueranno per tutto il 2020 gli interventi di protezione, inclusione e partecipazione, e le azioni di risposta all’emergenza COVID-19. 
 
 

Chi ha finanziato le attività

Tra i principali donatori che hanno finanziato le attività del programma nel 2019 vanno ringraziati il Fondo Migranti e Rifugiati della Banca di Sviluppo Europeo, l’Ufficio per la Popolazione, i Rifugiati e la Migrazione (BPRM) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e diversi Comitati Nazionali per l'UNICEF.

 
A contribuire alle azioni relative alla risposta sulla salute per l’anno 2020 saranno anche i fondi del Programma Salute (2014-2020) dell’Unione Europea.
Documenti disponibili

Rapporto 2019 del programma UNICEF per i minori migranti e rifugiati in Italiapdf / 3.07 Mb

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