"Sei forte papà!" Storie di super-papà da tutto il mondo

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18/03/2021

Attenzione: le immagini che seguono possono provocare allegria incontenibile

Ammettiamolo, spesso i papà sono fantastici.

Questi papà sono “super” perché giocano con i loro bambini e danno il massimo per loro, non importa quale situazione stiano affrontando.

In alcune parti del mondo non è sempre facile essere padri: spesso i papà sono costretti a passare tanto tempo separati dai propri bambini e altrettanto spesso non possono permettersi di procurarsi giocattoli o dar loro tutte le attenzioni che vorrebbero. 

Eppure, basta poco per aiutare i piccoli a crescere.

La campagna di UNICEF “Super Papà”, all’interno dell’iniziativa Early Moments Matter (I primi momenti di vita contano), vuole sottolineare l’importanza del papà nello sviluppo armonico dei propri figli, soprattutto nei primi mille giorni di vita.

Quando i padri sono presenti nell’educazione dei propri figli amandoli, proteggendoli, giocando con loro e sostenendo la loro alimentazione, i bambini imparano meglio, hanno meno problemi comportamentali e sono destinati a diventare adulti più sani e felici.

I Super Papà si prendono cura dei propri bambini

Herbert e Donatel

Donatel, che ha un anno, sorride dopo aver ricevuto una dose di vitamina A. Siamo in Uganda durante il primo lockdown. Nonostante la pandemia da COVID-19 e le limitazioni agli spostamenti, suo padre Herbert ha compiuto un viaggio di due ore per portarla nel centro sanitario e farle fare le vaccinazioni di routine. 

“L’ho portata a fare il vaccino perché non voglio che si ammali. Sono responsabile della sua salute. So bene che le vaccinazioni renderanno il suo sistema immunitario più forte e la aiuteranno a fronteggiare altre malattie”, dice Herbert. 

In Uganda, i servizi di immunizzazione sono rimasti attivi nelle strutture sanitarie e le madri, i padri e quanti si occupano dei bambini, percorrono lunghe distanze per raggiungere il centro più vicino e farli vaccinare. 

Khalid e Talya

Khalid Abu Sahrif allatta con il biberon sua figlia Talya, di nove mesi.

"È dura alzarsi nel cuore della notte quando Talya piange, cambiarla e calmarla finché non si riaddormenta. Ma non mi ha mai pesato farlo perché mi piace passare del tempo da solo con lei", racconta Khalid. 

Siamo in Giordania. Qui l'UNICEF ha lanciato una campagna per chiedere l'abbattimento di tutte le barriere culturali ed economiche che impediscono ai padri di trascorrere del tempo di qualità con i loro figli piccoli. 

Attraverso il programma "Better Parenting", in Giordania, l'UNICEF sostiene e forma coloro che si prendono cura dei bambini, promuovendo un impegno maschile maggiore e positivo, a beneficio dello sviluppo dei più piccoli. 

Giocano e si divertono con loro!

Shaheen e Mohammad

“Questo è mio figlio Mahammad, ha appena compiuto un anno. Ogni volta che lo guardo è cresciuto un po': poco alla volta ha iniziato a camminare, sorridere e giocare con me”,
dice il papà con orgoglio.

“Quando gioco con lui, sorride. Quando lo chiamo, viene da me. È il momento più bello.”

Il piccolo Mohammad è nato nel reparto pediatrico supportato dall’UNICEF nel Campo Rifugiati di Azraq, Giordania. Suo padre Shaheen lavora come pastore per sostenere la sua famiglia e, quando dispone di qualche risparmio, compra dei giocattoli per il suo piccolo. 

“Mi piace giocare con lui e portarlo ovunque io vada. Quando andiamo al mercato dico a tutti quelli che incontro: questo è mio figlio. Quando un padre gioca con suo figlio, il bambino conosce meglio suo padre e impara da lui." 

Abdo e Paula

Paula, quattordici mesi, gioca a cavalluccio con suo padre, Abdo Gonzalez, trentacinque anni, in un parco giochi nel quartiere Fernando de la Mora di Asunción, in Paraguay. Abdo è andata a prenderla dal centro di assistenza diurna per lo sviluppo della prima infanzia, nel campus aziendale vicino al suo ufficio.

"Ho conosciuto mia moglie al lavoro. Grazie al fatto che entrambi lavoriamo, la nostra situazione economica è buona. Quando Paula è nata, io e mia moglie abbiamo fatto un accordo: quando non siamo al lavoro dobbiamo disconnetterci completamente e passare questo tempo con lei."

"Pensiamo che la qualità del tempo passato insieme sia più importante della quantità: lavorando entrambi nostra figlia avrà maggiori opportunità grazie ad una migliore situazione economica e pensiamo che questo compensi la minore quantità di tempo passata insieme.”

Oggi che le donne sono presenti nel mondo del lavoro, secondo Abdo è dovere dei papà assumere un ruolo di responsabilità nell’educazione dei bambini: “Lavorando entrambi i genitori, è tempo che si condividano le stesse responsabilità”

Danno il massimo per i loro figli!

Mustafa e Abdul

Mustafa Denou gioca con suo figlio Abdul Wahab, quattro anni.

“Sono padre di un bambino affetto da autismo. L’amore verso di lui è l'elemento principale che mi aiuta a sviluppare le sue capacità”. 

In Giordania, l’UNICEF sta svolgendo una serie di attività di advocacy per rompere ogni tipo di barriera - economica e culturale - che impedisce ai papà di passare del tempo di qualità con i propri bambini.

Supidej e Matt

Supidej Jaithon, vent’anni, piange di felicità mentre prende in braccio il suo neonato, Matt, nato poco prima nell’ospedale di Lerdsin, a Bangkok, in Thailandia.

“Sono venuto per vedere il volto di mio figlio. Il mio capo non mi ha permesso di prendere un permesso dal lavoro, ma non mi importa, la mia famiglia viene prima di tutto.”

"Non ho grandi aspettative: voglio solo che mio figlio diventi una brava persona. Voglio stare con lui, vederlo crescere, anche perché mio padre era sempre lontano quando io ero piccolo.”

L'UNICEF esorta i governi ad attuare politiche nazionali per la famiglia, che sostengano lo sviluppo della prima infanzia - incluso il congedo di paternità retribuito - per aiutare a dare ai genitori il tempo, le risorse e le informazioni di cui hanno bisogno per prendersi cura dei propri figli. 

Crescono con loro!

Igor e Lana

“Lana sta aiutando il papà a fare gli esercizi. Restare fisicamente attivi è molto importante quando sei in isolamento domestico.”  

Igor Isanovic, un papà atleta e sportivo, è rimasto a casa con l’intera famiglia nell'aprile scorso, durante il lockdown imposto in Bosnia ed Herzegovina, a causa della pandemia da COVID-19. 

“Abbiamo provato a creare dei momenti memorabili anche durante questo periodo molto difficile.”

Bosnia ed Herzegovina, Igor Isanovic, un papà atleta e sportivo si allena con sua figlia Lana

Abhishing e Som

Con la chiusura delle scuole durante il lockdown per il COVID-19, milioni di bambini in India sono stati costretti a frequentare le lezioni da casa.

Per fare in modo che suo figlio continuasse ad imparare nonostante la pandemia, Abhishing ha iniziato ad aiutare suo figlio Som con i compiti, tutti i giorni.

Jean e Natasha
Natasha, tre anni, si lava le mani aiutata dal papà Jean Bosco Ndayambaje.

"Lavarsi spesso le mani con sapone ed acqua pulita è uno dei modi più afficaci per proteggerci dal Coronavirus." 
Con l'arrivo del COVID-19 in Rwanda molti genitori hanno imparato come l'utilizzo della mascherina e un lavaggio accurato delle mani con acqua e sapone possano prevenire il diffondersi del virus. Quindi hanno insegnato ai loro bambini, anche molto piccoli, a lavare le mani di frequente per evitare di essere contagiati. 

Per approfondire

Essere genitori è il "lavoro" più bello (e importante) del mondo.

I primi due anni di un bambino sono i più decisivi per il suo sviluppo ed il benessere futuro. Ogni secondo il cervello di un neonato produce oltre un milione di nuove connessioni neurali: un ritmo che non sarà mai più eguagliato nel corso della vita. Mantenere vivo il contatto fisico, l’allattamento, proporre nuove esperienze attraverso il gioco e la musica, incoraggiare la comunicazione, sono tutte attività che insieme ad altre contribuiscono a costruire un ambiente accogliente e stimolante e le basi per una buona crescita.

Con la petizione globale "It's About Time" l’UNICEF chiede almeno sei mesi di congedo parentale per tutti i genitori e accesso universale all'assistenza per l’infanzia di qualità, a costi accessibili sin dalla nascita, fino al primo anno di scuola. 

Oltre a lanciare promuovere la campagna #EarlyMomentsMatter, l'UNICEF lavora con i governi, la società civile, il mondo accademico e il settore privato per incoraggiare maggiori investimenti per le famiglie. 

Scopri di più: Genitorialità

Non esiste un periodo più importante dei primissimi anni di vita per lo sviluppo cerebrale dei bambini, e quindi per il loro futuro

Henrietta Fore, Direttrice Esecutiva dell'UNICEF

18/03/2021

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