Diritti dei bambini

Genitorialità

Ogni bambino e ogni bambina hanno il diritto di vivere in un ambiente familiare che possa prendersene cura. La nostra società è caratterizzata da cambiamenti che stanno condizionando l’evolversi dell’istituto famigliare, con il contestuale mutamento dei ruoli e delle relazioni all’interno della famiglia, in particolare del ruolo dei genitori.  

Per questo, fra i nuovi bisogni sociali, appare sempre più necessaria la presenza di servizi a sostegno ed integrazione della famiglia. Le famiglie che hanno bisogno di assistenza per occuparsi dei loro figli, hanno il diritto di riceverla. Per sostenere i genitori nell’adempiere al loro ruolo è necessario avere personale formato, nei vari servizi per l’infanzia e adolescenza, al fine di garantire un’adeguata risposta a tutte le esigenze della famiglia. 

Quando, nonostante tale assistenza, la famiglia del minorenne non è disponibile, non è in grado o non può accudirlo, dovrebbero essere ricercate delle appropriate e stabili soluzioni di tipo familiare, per permettere alla bambina/o di crescere in un ambiente in cui si senta amato, accudito e protetto.  

Una guida all’azione

La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce sin dal Preambolo la fondamentale importanza delle famiglie “unità fondamentale della società e di un ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli”

Numerosi diritti ruotano, perciò, attorno a questa istituzione: diritto di conoscere i propri genitori e di essere allevato dagli essi (art. 7), diritto di non essere separato da loro (art. 9) e di mantenere rapporti regolari e frequenti con ciascuno di essi (artt. 10 e 11), diritto di trovare sempre e comunque protezione in un ambiente familiare anche qualora, nel proprio superiore interesse, quello di origine non sia idoneo (artt. 20 e 21). 

Quando inseriamo i bambini in un ambiente pieno d’amore e favorevole, offriamo loro più che una casa sicura.

Anthony Lake, Direttore Esecutivo dell'UNICEF 2010-2017

Altrettanti doveri incombono, di conseguenza, su coloro che esercitano la responsabilità genitoriale e sullo Stato stesso: dare l’orientamento e i consigli adeguati ai propri figli all’esercizio dei diritti che sono riconosciuti loro dalla Convenzione (art. 5), dovere dello Stato di fare del proprio meglio per garantire il riconoscimento del principio secondo cui entrambi i genitori hanno una responsabilità comune per quanto riguarda l’educazione del bambino o adolescente e il provvedere al suo sviluppo (art. 18), dovere dei genitori  di assicurare le condizioni di vita necessarie allo sviluppo del fanciullo e dello Stato di adottare adeguati provvedimenti per aiutare ad attuare questo diritto (art. 27) .

Genitorialità, dati italiani

1bambino su 4

ha accesso al nido o a servizi integrativi per l’infanzia

37.000mamme

hanno lasciato il lavoro per la nascita del figlio nel 2020

10 giorni

IL CONGEDO Obbligatorio DI PATERNITÀ (INFERIORE ALLA MEDIA EUROPEA)

Primi mille giorni di vita

I primi mille giorni di vita sono un'opportunità irripetibile per lo sviluppo del cervello delle bambine e dei bambini, plasmando la loro capacità di apprendere e crescere. Ogni secondo il cervello di un neonato produce oltre un milione di nuove connessioni neurali: un ritmo che non sarà mai più eguagliato nel corso della vita. Sono i momenti più decisivi per il suo sviluppo ed il benessere futuro.

Mantenere vivo il contatto fisico, l’allattamento, proporre nuove esperienze attraverso il gioco e la musica, incoraggiare la comunicazione, sono tutte attività che insieme ad altre contribuiscono a costruire un ambiente accogliente e stimolante e le basi per una buona crescita.  

In questi anni l'UNICEF ha lanciato diverse iniziative per promuovere azioni di dimostrata efficacia in questa delicata fase della vita dei neonati. Dal 2019 organizza il "Parenting Month", un intero mese dedicato al supporto della genitorialità.

Anche i papà hanno diritto di esserci

I bambini hanno migliori prospettive di vita se i genitori sono in grado di bilanciare il lavoro e gli altri impegni quotidiani con l'azione genitoriale. Secondo uno studio dell’UNICEF, quasi due terzi dei bambini del mondo con meno di un anno, vivono in paesi in cui i loro padri non hanno diritto per legge nemmeno a un giorno di congedo di paternità retribuito.

In Europa esiste una forte eterogeneità fra gli Stati rispetto alla durata e al livello di retribuzione dei congedi, siano essi congedi di paternità o parental leave.  Il congedo di paternità è disciplinato dalla direttiva europea 2019/1158, e prevede l’astensione obbligatoria di 10 giorni dal lavoro per il padre; se ne ha diritto anche in caso di adozione e affidamento. 

In Italia, in virtù della direttiva UE, la durata del congedo di è passata da sette a dieci giorni retribuiti al 100%, ma in molti Paesi europei la durata del congedo è significativamente più alta. Come ricostruito da Ocse, nel nostro paese i congedi retribuiti durano in media 21,7 settimane per le donne e 1,4 per gli uomini. La media in UE è di 22 settimane per le donne e 2,2 per gli uomini.

Documenti disponibili

Approfondimento petizione festa del papà - congedo parentalepdf / 305 kb

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Il congedo parentale è il diritto ad un periodo di astensione dal lavoro spettante sia alla madre sia al padre lavoratori. In Italia si ha diritto a 10 mesi da ripartire tra i due genitori e da fruire nei primi 12 anni di vita del bambino. Nello specifico, la legge 105 del 2022, stabilisce che:

  • ciascun genitore lavoratore dipendente ha diritto a 3 mesi retribuiti al 30%, non trasferibili al partner.  A parziale modifica, l’ultima legge di bilancio ha introdotto la retribuzione all'80% per il primo mese (dei 3 non trasferibili) per uno solo dei due genitori, utilizzabile entro il sesto anno di vita del figlio/a.

  • entrambi i genitori hanno diritto, in alternativa tra loro, a un ulteriore periodo, della durata complessiva di tre mesi, retribuito al 30%

  • se il padre lavoratore esercita il suo diritto di astenersi dal lavoro per un periodo (continuativo o frazionato) non inferiore a 3 mesi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a 11 mesi.


Come rilevato dall’indagine di Eurfond, l’Italia in Europa è il paese, tra quelli che prevedono una retribuzione per il congedo parentale, con il livello di retribuzione più basso. La situazione attuale non contribuisce ad una reale condivisione della cura fra madre e padre, e risulta fortemente sbilanciata rispetto al congedo previsto per la madre, solitamente 

L'UNICEF chiede di allineare la durata e i livelli di retribuzione dei congedi fruibili dai padri a quelli dei Paesi europei più virtuosi. In Spagna, ad esempio, dal 2021 il congedo parentale è stato fissato per entrambi i genitori a 16 settimane (112 giorni), retribuite al 100%. 

Early Moments Matter, dalla gravidanza all'allattamento

Nel quadro della Campagna globale Early Moments Matter, l’UNICEF sostiene programmi trasversali per lo Sviluppo della Prima Infanzia: dai programmi di salute materno-infantile e per la corretta nutrizione nei primi 1.000 giorni di vita a quell’accudimento amorevole che la letteratura scientifica certifica essere cruciale per lo sviluppo cerebrale e psicosociale del bambino.

Tra i temi principali c'è quello dell’allattamento. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda sei mesi di allattamento esclusivo per fornire il supporto ottimale alla salute e allo sviluppo infantile. L’allattamento giova alla salute, allo sviluppo e alla sopravvivenza dei bambini, permette la trasmissione passiva dell’immunità materna a varie malattie, espone i neonati a meno agenti patogeni e fornisce un’alimentazione di qualità rispetto alla formula.

Eppure, i tassi di allattamento sono troppo bassi in molti paesi del mondo. Secondo gli ultimi dati UNICE-OMS solo il 44% dei bambini sono esclusivamente allattati nei primi sei mesi, il che è ben lontano dall’obiettivo globale del 50% entro il 2025, e meno della metà dei neonati sono allattati nella prima ora di vita, perdendo così completamente i benefici dell'allattamento per sopravvivere e prosperare. Le azioni di sostegno a questa pratica, come intervalli regolari nel corso della giornata lavorativa per allattare o per estrarre il latte, un ambiente professionale favorevole e strutture adeguate, non sono poi accessibili a tutte le donne.

L’importanza dell’istruzione prescolare

L’investimento in educazione precoce  è, secondo l’ONU e la comunità scientifica internazionale, quello più efficace nel prevenire le ineguaglianze nel corso della vita. Quando i bambini hanno accesso ad un’istruzione prescolare di qualità hanno maggiori probabilità di sviluppare quelle competenze che li aiuteranno a completate con successo il ciclo dell’istruzione primaria, a passare a livelli superiori d’istruzione.

Laddove i bambini più piccoli possono avere accesso a centri educativi prescolari, aumenta la possibilità per i genitori di bilanciare efficacemente la vita lavorativa e familiare: ciò rende l’educazione per la prima infanzia una componente cruciale per lo sviluppo socioeconomico.  

In Italia l’investimento educativo nella fascia di età 0-6 anni è molto basso, specialmente in alcune regioni del Sud, Il nostro Paese è ancora molto lontano dagli obiettivi stabiliti dall'Unione Europea di garantire ad almeno il 33% dei bambini tra 0 e 3 anni l’accesso al nido o ai servizi integrativi. Nell’anno educativo 2019/2020 erano attivi sul territorio nazionale 13.834 servizi per la prima infanzia (circa 500 in più rispetto all’anno precedente) con una copertura dei posti del 26,0%, rispetto alle bambine e ai bambini residenti fino a 2 anni compiuti. 

Documenti disponibili

A che punto sono i paesi ricchi in materia di servizi per l'infanzia? - Rapporto in Inglesepdf / 843 kb

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Benvenuti al mondo! Consigli e coccole per genitori e figlipdf / 7.11 Mb

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I paesi più ricchi del mondo sostengono le famiglie? Politiche dell’OCSE e dell’UEpdf / 762 kb

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