Siamo al settimo cielo! Alnur, nato sotto la torcia di un cellulare, salvo per ben due volte grazie agli operatori sanitari

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09/11/2022

Norsainah e Baniamen hanno quattro figli.

Alnur, 4 anni, è stato ricoverato in ospedale a causa del morbillo  quando aveva appena 10 mesi.

Abbiamo temuto di perderlo racconta sua madre, Norsainah.

I bambini nati nella Regione autonoma di Bangsamoro, nella Mindanao musulmana (BARMM), sono maggiormente a rischio di incorrere in malattie prevenibili, rispetto ai bambini nati in altre parti delle Filippine e del resto del mondo. Le Filippine si trovano al quinto posto nella classifica mondiale dei paesi con il numero più alto di bambini non vaccinati. Un milione di bambini non ha ricevuto una singola dose di vaccino per tutta l’infanzia, e il 60% dei bambini “zero-dosi” vive nella Regione autonoma di Bangsamoro, nella Mindanao musulmana.

Norsainah mostra la foto della sua casa distrutta a Marawi City, siamo Buadiposo-Buntong, nelle Filippine

La regione si trova a Mindanao, l’isola più a sud dei tre maggiori gruppi di isole delle Filippine. È diventata regione autonoma nel 2019, dopo un decennio di conflitti tra le sue province e un assedio di cinque mesi alla città di Marawi, dal maggio all’ottobre 2017.

All’apice del conflitto, il 98% dei residenti di Marawi erano sfollati.

Norsainah era incinta di Alnur, quando la famiglia è fuggita da Marawi verso Buadiposo-Buntong, a 16 km di distanza.

L'elettricità non funzionava, quindi ci siamo dovuti muovere a tentoni, al buio. Alnur è nato sotto la luce della torcia del cellulare.

Ash, volontaria e operatrice sanitaria, presente durante il travaglio di Norsainah

Durante il primo anno di vita di Alnur, sono arrivati diversi problemi di salute

Quando aveva solo quattro mesi, hanno dovuto operarlo per un’ernia ombelicale.

È stato sull’orlo della morte racconta suo padre, Baniamen. È stato intubato perché non riusciva a respirare da solo. Non potevo andare a lavoro, perché temevo potesse morire, siamo stati con lui costantemente”.

In seguito a questo episodio così traumatico, suo padre ha preferito non vaccinarlo. Volevo fargli prendere una piccola pausa, di modo che il suo corpo potesse riprendersi. Ho pensato sarebbe stato meglio per lui, non pensavo potesse prendersi il morbillo. Mi sono pentito di non averlo vaccinatodice Baniamen.

Alnur si è ammalato di morbillo, appena un mese dopo il mancato richiamo del vaccino. Norsainah ricorda "Il suo corpo è diventato improvvisamente molto caldo e sembrava che non potesse più vedere".

Non abbiamo pensato subito al morbillo, perché non lo avevamo mai visto prima. Ma i nostri genitori lo hanno riconosciuto, si chiama ‘abas’ nella nostra lingua. Mia madre era molto preoccupata, perché ricordava che molti bambini erano morti ai suoi tempi, prima che arrivasse il vaccino.

Norsainah, madre di Alnur

Ainur ha contratto il morbillo nel 2019 quando aveva 10 mesi. I suoi sintomi erano abbastanza gravi da essere isolato in ospedale per 10 giorni. Ora sta meglio, viene visitato dagli operatori sanitari locali

Alnur è stato portato immediatamente al centro sanitario rurale. Una volta lì, è stato subito indirizzato a uno specialista dell’ospedale.

Era in condizioni critiche ed è stato messo in isolamento, dove è rimasto per i dieci giorni successivi.

Alnur è uno degli oltre 20 mila casi di morbillo registrati nel paese nel 2018: nello stesso anno, il morbillo ha stroncato la vita di 199 bambini.

Nel 2018 il morbillo ha stroncato la vita di 199 bambini, il peggio doveva ancora arrivare

Nel 2019 la Regione ha dovuto fare i conti con la più grande epidemia di morbillo del paese, con oltre 47 mila casi e 623 morti. 

Gli operatori sanitari del villaggio, Ash e Injilah, controllano periodicamente Alnur e la sua famiglia, e tutti i nuclei familiari della comunità.

L’UNICEF ha supportato la loro formazione e fornito i vaccini che ora somministrano ai bambini.

Ash e Injilah hanno continuato a lavorare durante l’epidemia da COVID-19, equipaggiati con dispositivi di protezione personale dai colori sgargianti.

Poiché visitavamo ogni casa, le famiglie ci riconoscevano e vedendoci dicevano ‘Ecco i Teletubbies’, dice Ash ridendo.

Gli operatori sanitari di comunità, un aiuto essenziale per le famiglie

Gli operatori sanitari Ash e Injilah bussano porta dopo porta, in tutte le case dell’Unità Sanitaria Rurale di cui fanno parte, per fornire i vaccini. 

Visitano le famiglie che non possono raggiungere il centro sanitario e le aiutano a prendere accordi o fornire servizi essenziali direttamente a casa.

"Gli operatori sanitari del Barangay provengono dalla comunità, sono un aiuto essenziale", afferma Evelyn Saro, ostetrica e manager del Marantao Rural Health Center.

“Vivono nella comunità, ci informano su chi ha bisogno di cosa e chi non può arrivare al centro sanitario. Sono stati indispensabili durante le epidemie di morbillo e poliomielite. Dobbiamo essere in grado di offrire più incentivi, non possiamo farcela senza di loro".

Siamo felicissimi di vedere Alnur, oggi, così pieno di vita. Voglio ringraziare di cuore tutti i medici, gli infermieri e le ostetriche, in particolare dell'unità sanitaria rurale, perché hanno davvero aiutato a salvare nostro figlio.

Norsainah

Ash (a sinistra) e Injilah (a destra) le operatrici sanitarie di comunità, si recano di casa in casa per sensibilizzare le famiglie sui vaccini e aiutare quelle che non possono visitare il centro sanitario

Per approfondire

L'UNICEF procura e distribuisce vaccini e altri beni essenziali in tutte le Filippine, insieme a soluzioni di conservazione per i vaccini, compresi i frigoriferi a energia solare.

Inoltre forma gli operatori sanitari, come Ash e Injilah, e collabora con il governo locale e i leader religiosi per comunicare e sensibilizzare sull'importanza delle vaccinazioni, aiutando a prevenire futuri focolai. Per saperne di più, visita la pagina Vaccinazioni.

09/11/2022

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