Allarme UNICEF in Pakistan: senza acqua potabile, milioni di bambini rischiano la vita

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16/08/2010

L'UNICEF fornisce acqua potabile a 1,3 milioni di persone, ma non basta. Molte altre aspettano di essere soccorse, e c'è il rischio che malattie come colera e diarrea possano diffondersi attraverso l'acqua.

L'UNICEF lancia l'allarme sul rischio che la mancanza di fondi possa mettere a rischio l'operazione umanitaria in Pakistan, il paese che da alcune settimane è messo in ginocchio da una violenta alluvione.

Se non saranno forniti acqua e presidi igienico-sanitari, la vita di milioni di bambini può essere messa in pericolo dal contagio di malattie trasmesse attraverso l'acqua.

«Fornire acqua potabile e servizi igienici adeguati è fondamentale per la sopravvivenza di milioni di persone colpite dalle inondazioni in Pakistan. In termini di numero di persone che necessitano di aiuti salvavita, questa emergenza è più grande dello tsunami, di Haiti, e dell'ultimo terremoto in Pakistan messi insieme» ha dichiarato Martin Mogwanja, Rappresentante UNICEF in Pakistan.  

Le persone colpita dalle alluvioni sono 15 milioni secondo le Nazioni Unite, 20 miloni secondo il Governo del Pakistan. 

L'UNICEF esprime preoccupazione poichè ad essere colpiti sono i più poveri tra i poveri, quelli meno in grado di sopravvivere alle difficili condizioni di questa fase della crisi.

Le principali minacce riguardano le malattie veicolate dall'acqua contaminata, le infezioni respiratorie acute, le malattie della pelle e i tassi di malnutrizione, già pericolosamente alti in molte regioni colpite dalle inondazioni nel paese asiatico.

Il Pakistan è uno dei rari paesi al mondo in cui la poliomielite è ancora endemica e il morbillo permane una minaccia mortale per l'infanzia. Per questo l'UNICEF, insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e al Governo pakistano, ha dato il via a una campagna di vaccinazione contro polio e morbillo.

L'UNICEF sta inoltre fornendo sali per la reidratazione orale come cura contro la diarrea infantile, ma il rischio è che, a causa della mancanza di finanziamenti, le scorte per questa terapia inizino a scarseggiare.

Si stima che per far fronte ai bisogni della popolazione nei primi tre mesi di questa emergenza siano necessari  47,3 milioni di dollari, da impiegare nei settori sanitario e nutrizionale, idrico e igienico, della protezione dell’infanzia e dell’istruzione.

Nell’ambito del coordinamento di emergenza tra le principali organizzazioni (dell'ONU e non), all’UNICEF è stato affidato il compito di guidare gli interventi nei settori idrico-igienico e della nutrizione infantile.

16/08/2010

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