8 ottobre 2019 - I NEET, ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione [NEET è l'acronimo inglese che sta per Neither in Employment nor in Education or Training], sono persone che spesso vivono in una condizione di disagio ed esclusione sociale.
Per questo motivo l'UNICEF, servendosi di attività di ricerca e di mappatura del fenomeno, realizza interventi finalizzati alla valorizzazione e al rafforzamento delle loro potenzialità, altrimenti inespresse.
La riattivazione dei giovani è anche oggetto della partnership globale Generation Unlimited, sostenuta dall'UNICEF, che si pone come obiettivo quello di contribuire all'inserimento dei giovani di tutto il mondo in percorsi scolastici, formativi o lavorativi entro il 2030.
Dati
Secondo l'indagine Eurostat del giugno 2019, l’Italia è il paese con la più alta incidenza di NEET nella fascia 20-34 anni all’interno dell’Unione Europea (28,9%), seguita da Grecia (26,8%) e Romania (20,6%). La media UE è pari al 16,5%.
In base agli ultimi dati ISTAT (2018) in Italia i NEET tra i 15 e i 29 anni sono pari a 2.116.000 e rappresentano il 23,4% del totale dei giovani della stessa fascia d'età presenti sul territorio.
Già nei primi anni di studio del fenomeno l’Italia presentava livelli più elevati della media europea (nel 2007 18,8% contro media UE 13,2%).
Il fenomeno si è poi aggravato durante gli anni della crisi economica, toccando l'apice nel 2014 (26,2%) per poi cominciare a diminuire (25,7% nel 2015, 24,3% nel 2016, 24,1% nel 2017).
Dal punto di vista territoriale si riscontrano differenze più marcate: la maggior percentuale di NEET è concentrata nel Mezzogiorno. Nel Nord i NEET sono il 15,5% dei giovani, al Centro il 19,5% e nel Sud si arriva al 34%.
Il progetto
NEET Equity è un progetto UNICEF selezionato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale nell'ambito dell’Avviso “Prevenzione e contrasto al disagio giovanile” (ID 189/Avviso Disagio).
Si sviluppa in tre comuni italiani (Napoli, Taranto e Carbonia) e si pone l’obiettivo generale di migliorare la capacità del territorio nel costruire politiche attive partecipate a favore della inclusione dei giovani NEET.
Il progetto si articola in tre ambiti di attività.
1. La ricerca
La ricerca sociale è lo strumento per avviare una riflessione collettiva verso una progettazione comune, con lo scopo di descrivere per ogni città l’entità del fenomeno, i principali interlocutori (stakeholder), le attività realizzate, le politiche adottate e i servizi attivati in a favore dei NEET.
Con i dati raccolti è stato prodotto un report finale e realizzata una campagna informativa che avrà l'obiettivo di aumentare il grado di conoscenza e informazione sul fenomeno.
La ricerca è stata presentata al pubblico con tre eventi nelle città del progetto, a partire dal 10 ottobre 2019.
2. LUP - Laboratori urbani di partecipazione
I Laboratori Urbani di Partecipazione (LUP) sono spazi di ascolto e di coinvolgimento dei giovani, realizzati a partire dalle loro competenze e dall’esperienza del volontariato sociale.
Rappresentano quindi delle vere e proprie comunità progettuali, che mettono al centro il benessere e il futuro dei ragazzi e delle città: un’azione collettiva, individuata e progettata con gli stessi ragazzi e giovani.
3. Forum
I Forum sono spazi di concertazione progettati con i giovani, indirizzati agli enti, alle istituzioni e agli attori del partenariato socioeconomico, con la finalità di individuare politiche pubbliche e reti territoriali che lavorino per l’inclusione dei giovani NEET nel tessuto economico e sociale di appartenenza.
Info e contatti
Coordinamento progetto
Virginia Meo – 334 6224838
Segreteria progetto
Leonardo Bellini – 06 47809354