Festa della Mamma all'ombra della pandemia: proteggere mamme e neonati

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06/05/2020

In vista della Festa della Mamma, che si celebra in questi giorni in 128 Stati del mondo, l'UNICEF stima che 116 milioni di bambini nasceranno nel corso della pandemia di COVID-19. 
 
«Si prevede che questi bambini nasceranno entro 40 settimane da quando il COVID-19, che sta mettendo a dura prova i sistemi sanitari e le catene di approvvigionamento in tutto il mondo, è stato riconosciuto come pandemia lo scorso 11 marzo» afferma il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.
 
Le neo-mamme e i loro bambini saranno accolti da realtà difficili, tra cui le misure di contenimento del virus adottate in ogni angolo del mondo, il sovraccarico dei centri sanitari, la carenza di scorte e attrezzature mediche, e l'insufficienza di assistenti al parto qualificati, poiché gli operatori sanitari, ostetriche incluse, sono spesso riassegnati ai reparti dove si prestano le cure ai pazienti di COVID-19. 
 
«Milioni di madri in tutto il mondo hanno intrapreso il loro viaggio di genitorialità nel mondo che conoscevamo, e ora devono prepararsi a portare alla luce una vita in un mondo diverso, dove le donne in gravidanza temono di andare in ospedale per paura di essere contagiate o di non ricevere le cure adeguate» sottolinea Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell'UNICEF. «È difficile immaginare quanto la pandemia di coronavirus abbia trasformato la maternità.»
 
In vista della Festa della Mamma, l'UNICEF ricorda che le misure di contenimento del coronavirus possono sconvolgere i servizi sanitari di prima necessità, come quelli dedicati al parto, mettendo a forte rischio milioni di madri in gravidanza e i loro figli. 
 
I paesi con il maggior numero di nascite previste nei primi 9 mesi dalla dichiarazione della pandemia sono India (20,1 milioni), Cina (13,5 milioni), Nigeria (6,4 milioni), Pakistan (5 milioni) e Indonesia (4 milioni).
 
La maggior parte di questi Stati aveva alti tassi di mortalità neonatale prima della pandemia, e rischia di vedere questi livelli aumentare per l'effetto indiretto del COVID-19. 
 
Ma anche i paesi ricchi sono colpiti da questa crisi. Negli Stati Uniti, 6° paese per numero di nascite previste, si prevede che tra l'11 marzo e il 16 dicembre 2020 nasceranno oltre 3,3 milioni di bambini.
 
A New York, le autorità stanno allestendo punti nascita alternativi, poiché molte donne incinte hanno timore di partorire negli ospedali.
 
«In Italia si prevedono circa 365.000 nascite» riferisce Samengo. «Tra questi, diversi bambini nasceranno negli ospedali riconosciuti dall’UNICEF e dall’OMS "Amici dei bambini". Nel solo 2018, sono nati in questi ospedali oltre 31.500 bambini, oltre il 7% del totale dei nuovi nati in Italia (449.000).»
 
Sebbene non ci siano evidenze scientifiche che dimostrino una maggiore esposizione delle donne incinte al virus, i governi devono garantire loro un accesso a servizi prenatali, per il parto e postnatali adeguati. Allo stesso tempo, i neonati affetti da malattie necessitano dei servizi di emergenza in quanto esposti a un elevato rischio di morte.
 
Le famiglie hanno bisogno di sostegno per iniziare l'allattamento e per ottenere medicine, vaccini e supporto nutrizionale, necessari per mantenere in buona salute i loro figli. 


Partorire in sicurezza al tempo del COVID 
A nome delle madri di tutto il mondo, l'UNICEF lancia un appello urgente ai governi e agli operatori sanitari affinché nei prossimi mesi si salvino vite umane: 
  • aiutando le donne in stato di gravidanza a ricevere controlli prenatali, assistenza al parto qualificata, servizi di assistenza post-natale nonché, laddove necessario, assistenza legata al COVID-19
  • assicurando che gli operatori sanitari siano dotati dei necessari dispositivi di protezione individuale e ricevano test e vaccinazioni prioritarie una volta che il vaccino per il COVID-19 sarà disponibile, in modo da poter fornire un'assistenza di alta qualità a tutte le donne in gravidanza e ai neonati durante la pandemia
  • garantendo che tutte le misure di prevenzione e controllo del contagio da COVID-19 siano messe in atto nelle strutture sanitarie, durante il parto e subito dopo
  • permettendo agli operatori sanitari di raggiungere le donne in gravidanza e le neo-mamme attraverso visite a domicilio, incoraggiando le donne che vivono in zone remote a utilizzare le "case di attesa" per la maternità e utilizzando strategie sanitarie mobili per la medicina a distanza
  • formando, proteggendo e dotando gli operatori sanitari di kit igienici per il parto per assistere alle nascite a casa, laddove le strutture sanitarie siano chiuse a causa della pandemia
  • destinando risorse ai servizi di base per la salute materna e infantile.



Misure precauzionali sulla trasmissione verticale del coronavirus

Sebbene non sia ancora del tutto provato che il virus non possa essere trasmesso da una donna positica al suo bambino durante la gravidanza e il parto, l'UNICEF raccomanda a tutte le donne in gravidanza di:

  • adottare le precauzioni per proteggersi dall'esposizione al virus, monitorare attentamente i sintomi del COVID-19 e chiedere consiglio alla più vicina struttura designata in caso di dubbi o sintomi
  • adottare le medesime precauzioni per evitare il contagio da COVID-19 da parte di altre persone: praticare il distanziamento sociale, evitare gli incontri fisici e utilizzare i servizi sanitari online
  • richiedere tempestivamente assistenza medica se vivono in zone colpite da focolai epidemici o a rischio, in presenza di sintomi (febbre, tosse o difficoltà a respirare)
  • continuare ad allattare il proprio bambino anche se sono contagiate o sospettano di esserlo, in quanto fino a oggi il virus non è mai stato riscontrato in campioni di latte materno. Le madri infette o con sospetto di COVID-19 dovrebbero indossare una mascherina protettiva quando allattano il loro bambino, lavarsi le mani prima e dopo aver toccato il bambino e pulire e disinfettare regolarmente le superfici con cui entrano in contatto
  • non evitare di tenere in braccio il neonato e mantenere il contatto pelle a pelle
  • chiedere alla propria ostetrica o medico di base quale sia il luogo più sicuro per partorire e predisporre un piano, al fine di ridurre l'ansia e assicurarsi di arrivare in tempo
  • proseguire ad usufruire del supporto sanitario, comprese le vaccinazioni di routine, anche dopo la nascita del bambino.

 

Prima della pandemia di COVID-19 si stimava che 2,8 milioni di donne in stato di gravidanza e neonati morissero ogni anno - 1 ogni 11 secondi - per lo più per cause che si potrebbero prevenire.
 
L'UNICEF chiede investimenti immediati nella formazione degli operatori sanitari e che essi siano dotati dei farmaci necessari per garantire che ogni madre e ogni neonato siano assistiti da mani sicure, al fine di prevenire e curare le complicazioni durante la gravidanza, il parto e la nascita.
 
«Questa è una Festa della Mamma particolarmente toccante, poiché molte famiglie sono state costrette a separarsi durante la pandemia di coronavirus» afferma Henrietta Fore.
 
«Ma è anche un momento di unità, un momento per riunirci tutti insieme in solidarietà. Possiamo contribuire a salvare vite umane facendo in modo che ogni madre in gravidanza riceva il sostegno di cui ha bisogno per partorire in sicurezza nei mesi a venire.»
 
L’UNICEF in Italia promuove il programma "Insieme per l’Allattamento - Ospedali & Comunità Amici dei Bambini’ per diffondere la cultura dell’allattamento e garantire a tutti i bambini una nutrizione adeguata e il miglior inizio di vita possibile.
 
A oggi fanno parte della Rete UNICEF in Italia 30 Ospedali amici dei bambini e 7 Comunità Amiche dei bambini, 4 Corsi di Laurea riconosciuti Amici dell’Allattamento e oltre 900 Baby Pit Stop - spazi dedicati a tutte le famiglie in cui poter prendersi cura dei propri bambini. 

06/05/2020

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