I minorenni coinvolti nei processi migratori protagonisti all'ONU
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Credit della fotografia: ©UNICEF/NYHQ2012-0602/Jiro Ose
Il 28 settembre si è tenuta a Ginevra la consueta Giornata annuale di discussione promossa dal Comitato ONU sui diritti dell'infanzia, l'organo composto da esperti indipendenti incaricato di monitorare i progressi degli Stati che hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Lo scopo delle Giornate annuali di discussione generale è di incoraggiare una maggior comprensione dei contenuti e delle implicazioni degli articoli della Convenzione.
Obiettivo della Giornata 2012 era quello di promuovere a livello nazionale ed internazionale, i diritti di tutti i bambini che si trovano a fronteggiare le conseguenze che derivano dalle migrazioni o perché si trovano a migrare con i propri familiari, o perché migrano da soli (i cosiddetti minori stranieri non accompagnati), o perché restano nel loro Paese d'origine mentre uno o entrambi i genitori migrano o perché fuggono dalle guerre e/o dalle persecuzioni (richiedenti asilo e/o rifugiati o più genericamente di “richiedenti protezione internazionale”), o ancora in quanto si trovano a vivere, e sempre di più anche a nascere, nei Paesi di transito o di destinazione dei genitori.
L'UNICEF ha partecipato come di consueto alla Giornata di discussione sottoponendo al Comitato ONU sui diritti dell'infanzia le sollecitazioni raccolte attraverso i propri Uffici sul campo e i propri Comitati nazionali.
Anche il Comitato italiano per l'UNICEF, nel quadro della Campagna Io come Tu, ha partecipato alla discussione presentando un contributo sulla condizione dei minori di origine straniera presenti in Italia e mettendo in evidenza, tra gli altri, i seguenti punti:
- UN MINORENNE è sempre e prima di tutto un minorenne. I diritti sanciti dalla Convenzione vanno garantiti a qualunque minorenne in qualunque condizione: in base al principio di non discriminazione ciascuno Stato parte ha l'obbligo di garantire tali diritti ad ogni minorenne che si trovi sotto la sua giurisdizione, a prescindere dallo status migratorio in cui il minore o i suoi genitori si trovino (regolare e irregolare);
- GLI STATI dovrebbero valutare l'impatto che le proprie politiche migratorie hanno sui diritti dei minorenni coinvolti nei processi migratori in modo da assicurare che i quattro principi cardine della CRC ( il principio di non discriminazione; quello del rispetto del superiore interesse del minore; quello della garanzia dell'ascolto delle opinioni del minore e infine quello del diritto del minorenne alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo) siano loro sempre garantiti;
- IL BENESSERE DEI MINORENNI è strettamente legato a quello dei propri genitori, dunque gli Stati devono tenere in considerazione il fatto che le politiche e le normative che toccano le condizioni di lavoro, di salute, di vita degli adulti hanno un impatto anche sui loro figli;
- LE LEGGI NAZIONALI, le politiche e i relativi programmi di attuazione andrebbero revisionati in modo da garantire l'accesso ai diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, così come a tutti i servizi di base, a tutti i minorenni. A questo proposito, una riforma dell'attuale legge italiana sulla cittadinanza che faciliti l'accesso alle Seconde Generazioni di immigrati, è questione urgente e non ulteriormente procrastinabile;
- I MINORENNI NON DOVREBBERO ESSERE CRIMINALIZZATI né soggetti a misure restrittive della libertà personale a causa della loro condizione di migranti: le misure restrittive della libertà personale dovrebbero essere sempre considerate come l'ultima risorsa e dovrebbero protrarsi per il più breve tempo possibile. In ogni caso la detenzione non può mai corrispondere al superiore interesse del minorenne;
- GLI STATI DEVONO CONTRASTARE LA XENOFOBIA, il razzismo e le discriminazioni in modo da promuovere l'integrazione nella società di coloro che sono coinvolti nei processi migratori: la percezione negativa dei migranti ( indotta di frequente dal linguaggio non corretto utilizzato dai media o da personaggi che ricoprono ruoli istituzionali) è un elemento chiave nel processo di protezione dei minori e delle loro famiglie da episodi di violenza e discriminazione.
Le Raccomandazioni finali della Giornata saranno rese pubbliche a Febbraio 2013.