I migranti visti dai cittadini. Una fotografia dell'ISTAT
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Credit-Foto: ©Ada Lombardi
L'11 luglio scorso l'ISTAT ha diffuso i risultati dell'indagine “I migranti visti dai cittadini” in cui sono state raccolte opinioni basate, in gran parte, sull'esperienza diretta che gli intervistati hanno maturato rispetto alla realtà degli immigrati presenti sul territorio italiano: l'80% dei rispondenti infatti ha affermato di conoscere almeno una persona immigrata.
Dall'indagine è emerso che il 59,5% dei cittadini afferma che nel nostro Paese gli immigrati sono discriminati, cioè sono trattati meno bene degli italiani. In particolare, la maggior parte degli intervistati ritiene difficile per un immigrato l'inserimento nella nostra società (80,8%): addirittura il 2,4% lo ritiene impossibile.
Generalizzata appare la condanna di comportamenti discriminatori: la maggioranza degli intervistati ritiene che non sia giustificabile prendere in giro uno studente (89,6%) o trattare meno bene un lavoratore (88,7%) "perché immigrato". Il 60% dei rispondenti ritiene che "la presenza degli immigrati è positiva perché permette il confronto con altre culture".
Per la maggioranza non è un problema avere uno straniero come vicino. Tuttavia il 68,4% non vorrebbe avere come vicino una persona di etnia Rom/Sinta. Analogamente l'aumento di matrimoni e unioni miste è considerato positivamente dal 30,4% dei rispondenti, a fronte di un quinto circa (20,4%) che considera negativamente questo fenomeno. Se però è la propria figlia a sposare un immigrato la situazione cambia. Per esempio, il 59,2% degli intervistati avrebbe molti problemi e il 25,4% qualche problema se il futuro coniuge fosse di etnia Rom/Sinta.
Quanto all'iter per il riconoscimento della cittadinanza italiana, mai come oggi d'attualità, considerata la recente ripresa dei lavori parlamentari per la riforma della Legge 91/1992, il 72,1% dei rispondenti si è dichiarato favorevole al riconoscimento alla nascita della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati nel nostro Paese. Il 91,4% ritiene giusto che gli immigrati, che ne facciano richiesta, ottengano la cittadinanza italiana dopo un certo numero di anni di residenza regolare nel nostro Paese.
L'UNICEF Italia, nell'ambito della Campagna “Io come Tu” segue da vicino sia il dibattito sui temi della non discriminazione, del razzismo e della xenofobia, relativamente ai quali ha promosso due indagini nel 2010 e nel 2011 sia l'iter parlamentare di riforma della Legge 91/1992 sulla cittadinanza affinché quest'ultima avvenga in armonia con quanto sancito dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in particolare nel rispetto del principio di non discriminazione e di quello del superiore interesse del minorenne ogniqualvolta ci si trovi a decidere di questioni che, direttamente o indirettamente, lo riguardano.