"Lost in Education”: giovani, educatori e genitori da tutta Italia per parlare dell’Italia post emergenza.
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E’ stato organizzato ieri il webinar “Ritrovarsi nella comunità educante – le esperienze del progetto “Lost in Education” per il post emergenza” per fare il punto sulle lezioni apprese attraverso i racconti diretti dei ragazzi e delle ragazze, degli educatori e docenti, dei genitori e degli attori delle comunità educanti, e con il contributo di esperti.
Sono intervenuti, fra gli altri: il Presidente del Comitato di Indirizzo Strategico del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e Viceministro allo Sviluppo economico, On. Stefano Buffagni, la sociologa Chiara Saraceno, il pedagogista Raffaele Mantegazza, il Direttore generale dell’UNICEF Italia, Paolo Rozera.
L’incontro, diviso in due sessioni – la prima dedicata a “Ascolto e partecipazione dei ragazzi e delle ragazze", la seconda sul tema “Attivare e coltivare la comunità educante” - è stato moderato dal Portavoce UNICEF Italia Andrea Iacomini.
«La povertà educativa lede il diritto dei bambini e dei ragazzi ad avere una educazione di qualità: la realizzazione delle piene potenzialità dei minorenni è un “bene comune” di cui tutti siamo responsabili» - ha dichiarato Francesco Samengo, Presidente dell’UNICEF Italia.
«Durante l'emergenza coronavirus, la didattica a distanza ha avuto un forte impatto sulle disuguaglianze educative.
Il rischio è l'aumento di un divario sempre maggiore tra i minorenni. I ragazzi e le ragazze che vivevano situazioni di fragilità sono coloro che ci hanno rimesso di più dalla chiusura delle scuole.
È necessario pertanto lavorare per costruire una comunità educante che si prenda carico del processo educativo, partendo dalle risorse di un luogo, sia in termini di servizi disponibili che di capitale sociale e umano.»
Durante questo webinar l’UNICEF Italia ha voluto ragionare insieme ad esperti, professionisti, genitori e ragazzi stessi sugli impatti della quarantena sui bambini, sui ragazzi, sulla scuola e sulle comunità; sul valore dell’ascolto e della partecipazione dei bambini e dei ragazzi e sulla manutenzione del patrimonio educativo di una comunità capace di supportare il processo educativo.
Attraverso il Progetto “Lost in Education”, finanziato da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, l’UNICEF Italia insieme con i suoi partner, anche nel periodo di quarantena si è attivato con tutte le scuole e comunità territoriali coinvolte per continuare a creare spazi per gli studenti e sostenere i genitori.
Ripensare le modalità di fruizione della didattica con il distanziamento sociale e la DAD (didattica a distanza) ha richiesto un grosso impegno da parte dei docenti, delle scuole e delle famiglie; tuttavia, la risposta straordinaria dovuta a una situazione di emergenza non può non far riflettere sulla necessità di individuare nuove idee, modelli e strategie per garantire le giuste opportunità di apprendimento, senza lasciare indietro nessuno. Il distanziamento sociale, inoltre, ha privato i ragazzi e le ragazze del contatto con i loro spazi di apprendimento non formale e informale.
Il progetto “Lost in Education”, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa, intende:
- migliorare il benessere dei ragazzi e la loro capacità personale di percepirsi come attori trasformativi della propria comunità scolastica e di vita (soft skills di cittadinanza attiva);
- rafforzare la centralità della scuola come luogo educativo e aumentare il supporto della comunità educante
- sviluppare una comunità educante in cui gli attori sociali siano capaci di riconoscere le proprie competenze educative e prendersi carico del processo educativo
UNICEF Italia- Progetto “LOST IN EDUCATION”:
L’UNICEF in Italia porta avanti il progetto ‘Lost in Education’ rivolto a 4.500 ragazzi e ragazze, 900 famiglie, 600 docenti e 255 attori sociali per il contrasto alla povertà educativa minorile.
Il progetto, sostenuto da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che vede l’UNICEF Italia come capofila in collaborazione con Arciragazzi (Nazionale, Sicilia, Liguria, Lazio, Lombardia, Taranto) e con ARCI Liguria, è realizzato in 20 scuole secondarie di primo e secondo grado (13 Istituti Comprensivi e 7 Scuole Superiori) di 7 regioni in Italia (Lazio, Lombardia, Sicilia, Puglia, Liguria, Sardegna, Friuli Venezia Giulia) e ha l’obiettivo di rendere questi ragazzi e ragazze, insieme con i loro genitori e insegnanti, consapevoli del cambiamento che possono operare nella società diventando essi stessi “pontieri” tra scuole e altri attori della comunità educante.