Missione UNICEF e WFP in Siria per chiedere la cessazione del conflitto

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04/03/2020

È più urgente che mai porre fine alle violenze in Siria e migliorare l’accesso umanitario in tutto il paese: lo hanno dichiarato oggi Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF, e David Beasley, Direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (WFP).
 
A conclusione di una missione di due giorni nel paese, i leader delle due agenzie ONU hanno  sottolineato l'urgenza di fornire alle famiglie siriane servizi di base e di migliorare le loro condizioni economiche. 
 
La missione si è svolta nel pieno della pericolosa escalation di ostilità nel nord-ovest della Siria, dove il conflitto sta per entrare nel suo decimo anno
 
In Siria un terzo della popolazione vive nell'insicurezza alimentare, un bambino su tre non va a scuola e oltre metà delle strutture sanitarie ha cessato di funzionare
«In tutta la Siria i bambini soffrono l’impatto di una guerra spietata, e continueranno a soffrirne ancora a lungo, anche dopo che i combattimenti saranno terminati» spiega Henrietta Fore.
 
«Negli ultimi nove anni sono stati bombardati scuole e ospedali, sono state smembrate famiglie e sono andate perdute giovani vite. Anche nelle aree lontane dalle prime linee, le famiglie faticano a sfamare i propri bambini e a ricostruire una vita normale. Lo dico a tutti i responsabili di questo fallimento collettivo: la Storia vi giudicherà, e lo farà severamente.».
Nove anni di guerra hanno portato l’economia siriana sull'orlo del collasso, spingendo milioni di persone alla fame.
 
Tra il 2018 e il 2019 il numero di siriani in condizioni di insicurezza alimentare è salito da 6,5 a 7,9 milioni, mentre i prezzi dei generi alimentari sono rincarati del 60%.  
 
«Milioni di persone che hanno avuto la vita sconvolta dalla guerra non riescono più a permettersi un pasto regolare, a causa del tracollo dell’economia degli ultimi mesi» sottolinea David Beasley.
 
«Il World Food Programme sta fornendo assistenza alimentare a più di 7,5 milioni di abitanti, in Siria e nei paesi confinanti, che altrimenti sarebbero abbandonati a se stessi. La Siria è un paese distrutto e, più di ogni altra cosa, le persone hanno un disperato bisogno di pace.»
 
Nel corso della loro missione, Fore e Beasley hanno visitato una scuola, un centro di distribuzione alimentare e un ambulatorio a Sinjar, cittadina a sud di Idlib e a 30 chilometri dalla linea del fronte.
 
Hanno incontrato bambini di 9 anni, nati nel primo anno di guerra e che oggi cercano di recuperare gli anni di scuola perduti. Hanno parlato con una donna che ha perso la sua sola fonte di reddito quando il conflitto l’ha costretta ad abbandonare la casa e il suo piccolo negozio, e che ora riesce a sfamare i suoi tre fratelli disabili solo grazie all'aiuto alimentare del WFP.
 
Più a nord, nella città di Idlib, la situazione di bambini e famiglie è ancora più critica. Negli ultimi tre mesi oltre mezzo milione di bambini sono stati sfollati, a una media di 6.000 al giorno.
 
Qui circa 180 scuole sono fuori uso perché distrutte, lesionate o adibite a rifugio per le famiglie sfollate. E i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 120% rispetto allo scorso anno.
Nel frattempo, nel Nord-est del paese, decine di migliaia di bambini continuano a languire in campi per sfollati privi dei servizi più elementari, nonostante gli sforzi delle organizzazioni umanitarie.
 
Circa 28.000 bambini [in massima parte figli di ex combattenti dell'ISIS] provenienti da oltre 60 Stati, tra cui 20.000 dall’Iraq, rimangono reclusi nel campo di Al Hol, ripudiati dai governi dei rispettivi Stati di origine ed emarginati dalle altre comunità. La direttrice dell'UNICEF ha sottolineato l'urgenza di soccorrere questi bambini e ragazzi, in linea con quanto previsto dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia.
 
Nei diversi incontri avuti con i funzionari del governo siriano, Fore e Beasley hanno rinnovato l’impegno delle proprie agenzie a prestare assistenza ai bambini e alle famiglie più vulnerabili con istruzione, nutrizione, salute, servizi di protezione e cibo.
 
Hanno inoltre sottolineato l’importanza vitale di poter muovere liberamente personale e rifornimenti attraverso i fronti del conflitto e i confini, per raggiungere le popolazioni più bisognose: sono ben 11 milioni, fra cui 5 milioni di bambini, i civili bisognosi di assistenza umanitaria in Siria.
 
I responsabili delle due Agenzie hanno chiesto la protezione dei bambini, delle infrastrutture civili e la cessazione delle ostilità nel Nord-ovest. 

In Siria UNICEF e WFP lavorano congiuntamente per prevenire e curare la malnutrizione infantile, erogare pasti nelle mense per contenere l’abbandono scolastico e migliorare la raccolta di dati.

04/03/2020

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