Pakistan: Arbelì salvata dalle acque

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21/09/2010

22 settembre 2010 - Seduta con altri bambini all'ombra di alcuni teli di paglia, Arbelì osserva i medici della squadra mobile dell'UNICEF al lavoro.

Arbelì e la sua famiglia sono arrivati al campo per sfollati pochi giorni dopo che l'alluvione ha distrutto la loro casa.

Insieme ad altre 11 famiglie del loro villaggio, hanno percorso a piedi un lungo tragitto fino ad arrivare al campo per sfollati. La loro casa ora è un telo impermeabile, sotto il sole cocente.

«Il fiume ha straripato e la nostra casa è stata distrutta» ci racconta Arbelì.
La sua voce è fioca e gli occhi guardano sempre in basso. «L'acqua si è portata via tutte le mie cose, il mio letto è stato spazzato via...»

Dopo che l'acqua si è portata via tutto, la famiglia di Arbelì si è aggirata per alcune ore tra le macerie del villaggio, non riuscendo a credere a ciò che era accaduto.

«I bambini erano stanchi e spaventati. Non avevamo più una casa, gli animali che allevavamo non c'erano più. Non avevamo un posto dove andare» racconta la mamma di Arbelì.

Come molti bambini della sua età, dopo essere andata a scuola Arbelì aiutava la mamma nei lavori domestici e nella cura degli animali. Ora, dopo che la sua vita è stata spazzata via, vive in uno stato di shock e deve ambientarsi al suo nuovo ambiente.

Arbelì dice che le manca la sua casa, il letto, i suoi vestiti «È meglio una casa...» sussurra.

Lei e la sua famiglia non sanno quando potranno fare ritorno al loro villaggio, e sperano di poter cominciare presto la ricostruzione della loro vita. Questo sarà possibile solo quando l'acqua che sommerge il villaggio si sarà ritirata.

Per ora, la loro casa è un telo bianco, sul bordo di una strada polverosa, dove passano camion che lasciano un persistente odore di benzina.

Arbelì ora chiede solo una cosa «dei vestiti e un paio di scarpe...

21/09/2010

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