Rashidie, 500 dollari ben investiti

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17/10/2010

Vedere un uomo che riceve contento soldi da un gruppo di donne, firmando un impegno a restituirli a rate, non è poi scena così normale in molti paesi mediterranei. Ma nel campo profughi palestinesi di Rashidie, 27.000 abitanti, vicino a Tiro, sud del Libano, è invece normalissimo: il programma di microcredito avviato e finanziato dall’UNICEF con un fondo iniziale di 53.000 dollari, funziona bene, e molti uomini hanno cominciato a chiedere i prestiti, oltre alle donne.

Chi gestisce i fondi è comunque un comitato di sei donne, la responsabile Alia Zam Zam ci spiega che sono state nominate dalle associazioni delle donne palestinesi presenti nel campo. Ogni prestito è in genere di 500 dollari, in rari casi 1.000, che vanno restituiti poco alla volta mensilmente; si paga solo un 3% una tantum al momento di ritirare la somma, per le spese di gestione del comitato.

Per trasparenza, le liste dei beneficiari sono appese fuori dalla porta. Hanno beneficiato del microcredito, dal 2001, oltre 1.000 famiglie solo in questo campo profughi, seguendo un criterio basato sui bisogni: famiglie con capofamiglia donna anzitutto, ma anche padri di molti figli.

Vengono anche valutati i progetti che i beneficiari intendono attuare, e se tutto va bene una volta restituito il debito si può nuovamente richiedere la stessa somma per nuovi investimenti. Alia ci spiega fiera che il tasso di restituzione è del 98%, un record anche per il microcredito.

Visitiamo alcuni dei progetti finanziati, si va dal laboratorio di sartoria dove la capofamiglia ha installato ben tre macchine da cucire e comprato tessuti, alla fruttivendola che ha sistemato i banchi e fatto i primi acquisti di verdura e frutta, e ora ride orgogliosa della sua micro-impresa. Ma ci sono anche progetti agricoli, come quelli del fiero agricoltore, padre di sei figli, che ci mostra le splendide melanzane coltivate grazie a un impianto di irrigazione costruito con due successivi prestiti: l’acqua costa poco, qui c’è una sorgente vicina, ma servivano i soldi per i tubi e l’impianto…

500 dollari di speranza

Certo, nessuno diventa ricco e nemmeno piccolo imprenditore: i palestinesi non possono coltivare né lavorare fuori dai confini dei campi profughi, più di tanto non si può fare. Così le diseguaglianze non crescono, neppure volendo…

Non in tutti i campi profughi palestinesi in Libano il progetto ha funzionato altrettanto bene: a Shatila, Burj el Barajneh e Baddawi – cioè nei campi più disperati e disperanti – è stato necessario sospenderlo. Ma qui a Rashidie una situazione meno sovraffollata, meno disperata nonostante la guerra civile che ha più volte attraversato la zona, ha generato un clima favorevole che altrove manca.

In totale comunque sono sette i campi profughi in cui il microcredito va avanti, contribuendo a compensare le difficoltà delle famiglie più povere.
500 dollari di speranza – qualcuno conosce un “investimento” migliore?

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17/10/2010

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