Maryam, Kalhed, Mohammed e Ghada, Ibrahim. Vite cambiate per sempre dalla guerra a Gaza
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I bambini di Gaza rimangono intrappolati nella morsa del conflitto. Anche per coloro che sopravvivono alle ferite, la vita non sarà più la stessa.
Le settimane successive alla rottura del cessate il fuoco a Gaza hanno visto ancora più dolore e tragedia sommarsi a una perdita già quasi incalcolabile. I continui bombardamenti e il blocco totale degli aiuti e dei rifornimenti in entrata nella Striscia di Gaza hanno messo a dura prova la risposta umanitaria.
Dall'inizio della guerra a Gaza, migliaia di bambini sono stati uccisi e altre migliaia sono rimasti feriti. Ma anche per chi sopravvive alle ferite, la vita non sarà più la stessa. Queste sono alcune delle loro storie.
Maryam ha perso parte della sua famiglia
A seguito di intensi bombardamenti nella parte orientale di Gaza, Maryam e la sua famiglia si stavano preparando a evacuare, quando due granate hanno colpito la loro casa, uccidendo sua madre e due dei suoi fratelli. Maryam è stata colpita da schegge alla mano destra. Anche una delle sue sorelle, sopravvissuta al bombardamento, ha riportato diverse ferite da schegge.
Maryam era una bambina come tutte le altre. Sognava di crescere e continuare gli studi. Ora ha perso la madre e i fratelli. Fermate la guerra.
Nonna di Maryam
Khaled è rimasto ferito in un attacco vicino alla sua casa
Khaled è rimasto gravemente ferito in un attacco vicino alla sua casa a Gaza City. Suo padre racconta il momento straziante in cui ha trovato Khaled disteso in una pozza di sangue. Khaled è stato trasportato d'urgenza in ospedale, dove gli sono state riscontrate lesioni a diversi organi.
"Ho quasi perso Khaled", dice suo padre. "Prego con tutto il cuore per la sua guarigione".
Khaled Al-Dahdouh, 13 anni, riceve cure urgenti presso l'Ospedale Battista Arabo Al-Ahli dopo essere stato ferito da un drone vicino alla sua casa nel quartiere di Al-Zaytoun, Gaza City.
Mohammed e Ghada sono stati colpiti nelle scuole in cui erano rifugiati
Mohammed, 11 anni, è rimasto ferito in una scuola che veniva utilizzata come rifugio. È stato portato in ospedale dove è stato curato.
“Ma il ricordo di ciò che è successo, quel giorno rimane con me”, dice.
Ghada stava giocando con gli amici quando il loro rifugio è stato colpito. È rimasta ferita nell'attacco e le è stata amputata una mano.
Ogni giorno aspettava il pomeriggio per ritrovarsi con gli amici e giocare. È quello che fanno i bambini a quell'età. Ma in un attimo, Ghada ha perso la mano e ha perso anche i suoi amici.
Padre di Ghada
Ibrahim sta ricevendo le cure
Ibrahim, 10 anni, è stato ferito nel crollo di un edificio vicino mentre stava cenando con la sua famiglia.
Fatima, la sorella di Ibrahim, ricorda gli eventi:
“Eravamo tutti sotto shock”, racconta Fatima. “Lo abbiamo trovato disteso tra le macerie. Non rispondeva e mio padre gli ha prestato immediatamente i primi soccorsi finché non ha visto le sue gambe muoversi".
“Dato che le squadre di emergenza non riuscivano a raggiungerci, mio padre lo ha portato in ospedale”.
Ma a causa della carenza di personale e di forniture mediche, Ibrahim ha dovuto aspettare per essere curato.
“Abbiamo pregato tutti per lui e siamo stati sollevati quando l'intervento è riuscito”, dice Fatima. “Ci aggrappiamo alla speranza di una sua completa guarigione”.
Dare priorità ai diritti e al benessere dei bambini
Il sistema sanitario di Gaza è al collasso a causa del crescente numero di vittime. I bombardamenti intensi, gli sfollamenti di massa e il blocco degli aiuti umanitari hanno costretto l'UNICEF a ridurre il sostegno alla salute mentale e psicosociale, l'educazione sulle mine e sugli altri ordigni esplosivi, nonché la gestione dei casi di protezione dell'infanzia in generale, lasciando i bambini ancora più vulnerabili di fronte alla devastazione e alle perdite che li circondano.
Il mondo non può restare a guardare e permettere che le uccisioni, le mutilazioni e le sofferenze dei bambini continuino. I civili devono essere protetti. Gli ostaggi devono essere liberati. Il blocco degli aiuti deve essere revocato e gli aiuti essenziali devono poter entrare a Gaza.
Il cessate il fuoco deve essere rinnovato. E si deve trovare una soluzione politica duratura che dia priorità ai diritti e al benessere di questa e delle future generazioni di bambini.