Perù, gli anziani hanno iniziato a ricevere i vaccini contro il COVID-19

COVAX, per un accesso ed equo al vaccino contro il COVID-19

2 minuti di lettura

La pandemia di COVID-19 minaccia decenni di progressi faticosamente raggiunti e ha esacerbato le profonde disuguaglianze che esistevano prima che iniziasse.

140 milioni di bambini a rischio povertà, 168 milioni di studenti esclusi dalla scuola per quasi un anno, oltre 332 milioni di minorenni che soffrono pesanti conseguenze sulla loro salute mentale e fisica.

Oggi, quindi, tutto il mondo guarda con speranza al vaccino contro il COVID-19 perché non solo può proteggerci dal virus, ma anche permettere un graduale ritorno alla normalità e in paesi come il Ghana rappresenta l’unica soluzione per uscire dalla crisi pandemica.

Nell’ambito del programma mondiale COVAX, di cui fanno parte OMS, GAVI e CEPI, in quella che sarà la più grande operazione di fornitura, stoccaggio, spedizione, e distribuzione di vaccini al mondo, l’UNICEF fornisce un supporto finanziario e tecnico per rafforzare la catena del freddo – indispensabile per mantenere i vaccini alla giusta temperatura - e le scorte complessive, forma e protegge gli operatori sanitari e il personale in prima linea, lavora a fianco delle comunità locali per fornire informazioni corrette sull’importanza dei vaccini.

L’obiettivo è di garantire un accesso ai vaccini giusto ed equo a tutti i paesi del mondo, in particolar modo in quei 91 a basso e medio reddito che altrimenti non sarebbero in grado di procurarseli autonomamente e contribuirebbero – inconsapevolmente – alla diffusione del virus e alle sue varianti.

È notizia di qualche giorno fa che COVAX garantirà la vaccinazione del 30% della popolazione dei 91 paesi in target, grazie ad un impegno sancito durante il Summit “One Word Protected” dei donatori COVAX (governi, imprese e fondazioni), raggiungendo così l’obiettivo di assicurare 1,8 miliardi di dosi di vaccino entro il 2021.